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 2009  settembre 14 Lunedì calendario

Gianni Campagna: «Sono il sarto dei vip. Ma io volevo solo spogliare le donne...» - 

La Sicilia, Milano, l’America

Gianni Campagna: «Sono il sarto dei vip. Ma io volevo solo spogliare le donne...» - 

La Sicilia, Milano, l’America. Gianni Campagna è partito da Roccalumera, vicino a Taormina ed è arrivato a vestire i divi di Hollywood e i miliardari di Wall Street. In mezzo c’è Milano: qui ha iniziato a fare il sarto a 18 anni, qui è diventato famoso. Fino a comprarsi un palazzo intero, all’angolo fra corso Venezia e via Palestro: l’ha ribattezzato Palazzo Campagna e ci tiene la sua boutique, dove capita di trovare ordini da Berlusconi, Montezemolo, Sharon Stone, Jack Nicholson, Bill Clinton. Dalla sua scrivania, che è un enorme tavolo da lavoro, controlla lo struscio di corso Venezia, al di là delle vetrine, i manichini, le fotografie e le dediche che tappezzano il negozio. Quando ha cominciato a cucire? «A dieci anni. A tre anni ho perso il papà, ero il quinto di cinque figli. Dovevo lavorare». E come mai proprio il sarto? «Avevo visto L’uomo che sapeva troppo e mi sono detto: voglio vestire i divi di Hollywood. Le dive, soprattutto: spogliarle mi sembrava un mestiere interessante». Poi si è trasferito a Milano... «Prima a Messina, a 14 anni. Andavo a Taormina in bicicletta, cercavo una fanciulla da amare. Non da sposare, eh. Arrivavano Cary Grant, Clark Gable, Humphrey Bogart e sognavo di vincere anch’io un Oscar. E poi ce l’ho fatta, me l’hanno dato a New York, come migliore sarto al mondo». Perciò è venuto a Milano, per vestire i divi? «Certo. Era il ”62, mi sono presentato subito da Caraceni, che era il migliore. Bussai e dissi: dovete prendermi per forza». E come si è ambientato nella nebbia lombarda? «Mi sono trovato subito bene. New York e Londra hanno imparato da Milano il ben vestire, il buon mangiare e l’opera. Amo ancora Milano, anche se era più bella all’epoca, quando i portinai mi salutavano in milanese: uè terùn». Chi erano i clienti allora? «Onassis, l’avvocato Agnelli, Cuccia, il principe Ranieri, Gary Cooper, la Loren. E poi Greta Garbo, James Stewart. Mi divertivo». E il successo è arrivato così? «Eh no. Alla sera frequentavo la scuola di stilismo e modellismo, il commendatore Carlo Secoli mi faceva pagare 10mila lire al mese. Ma Caraceni me ne dava 9mila, così dall’una alle tre di notte tagliavo i vestiti per pagarmi gli studi». Una vitaccia... «Poi sono stato anche da Baratta, faceva i cappotti per Angelo Moratti e Jacqueline Kennedy, ho girato tutte le sartorie migliori, facevo un po’ di spionaggio. Poi mi sono comprato sia Caraceni sia Baratta, l’allievo che compra il maestro». Insomma quando è diventato famoso? «Nel ”66 ho ricevuto l’Ago d’oro e ho aperto una sartoria tutta mia, in corso Vercelli. Il premio mi ha dato pubblicità, ero sommerso di lavoro. Mi sono comprato la 124 spider, al sabato andavo al Piper e la domenica all’Idroscalo». Da Taormina all’Idroscalo? «Mi allenavo in canoa, la mia grande passione. E poi giravo in bici. Il mio cuore faceva 44 battiti al minuto, come quello di Coppi». Un atleta... «Avrei potuto. Ma l’atleta dura dieci anni al massimo, il sarto tutta la vita». In bici però va ancora, si è fatto fotografare con la coppola, in giro per Milano... «Se la Moratti mi facesse le piste ciclabili... Ho regalato una coppola a lei e una a Formigoni. Comunque ora giro poco, da quando mi si è rotta la vertebra basta sport. Ho preso 40 chili. Ma il cuore funziona sempre alla grande». ------------------------------------------------------------------------------------------- Chi è Un suo abito costa fino a 25mila euro Gianni Campagna è considerato il sarto dei vip: veste celebrità come Jack Nicholson, Sharon Stone, Luca Cordero di Montezemolo, Lapo Elkann. E’ nato nel 1944 a Roccalumera, in provincia di Messina, e fin da piccolo è stato affascinato dai divi del cinema, che ammirava nella vicina Taormina. Ha iniziato a tagliare e cucire a dieci anni, a quattordici si è trasferito a Messina e a 18 a Milano. Diciottenne ha cominciato a lavorare nella celebre sartoria Caraceni. Nel ’66 ha vinto l’Ago d’oro e aperto la sua prima sartoria, in corso Vercelli. Dagli anni Settanta ha lavorato in grandi aziende come il Gruppo finanziario tessile di Torino, la Lubiam di Mantova e il Gruppo Marzotto. Nel ’90 ha aperto una nuova sartoria in piazza San Babila a Milano, poi alla fine degli anni Novanta ha comprato i marchi dei suoi maestri, Caraceni e Baratta. Nel 2000 ha inaugurato Palazzo Campagna, in corso Venezia, che è la sede delle sue boutique. Un abito costa dai 4 ai 25mila euro.