Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 14 Lunedì calendario

Silvio, Giulio e la Congiura dei Diversi - Ci mancava solo la cara, vecchia congiura giudoplutomassonica

Silvio, Giulio e la Congiura dei Diversi - Ci mancava solo la cara, vecchia congiura giudoplutomassonica. Debole di ragionamenti politici, e forte di fallimenti economici, il governo lancia la campagna d’autunno contro i soliti, sedicenti ma onnipresenti Poteri Forti. Berlusconi teme che intorno al rinnovo del patto Mediobanca, e quindi a un eventuale cambio al vertice di Generali, si possa arrivare a un sovvertimento degli equilibri finanziari, tali da spostare il baricentro di tutta la filiera, compreso il Corriere della Sera. Tremonti teme che intorno a Mario Draghi si crei un blocco di consensi trasversali, alimentati dai gruppi UnicreditCapitalia e IntesaSan Paolo, tali da proiettare l’attuale governatore verso un prossimo governo. Calderoli, meno raffinato, teme le trame oscure «delle banche e del settore dell’energia»: i nuovi «carbonari» Profumo e Passera, Scaroni e Conti, si vendicherebbero dei «tanti privilegi» che l’esecutivo gli avrebbe «sottratto con il decreto anticrisi varato a luglio». Siamo alla crisi di rigetto. Dopo averlo assorbito un anno e mezzo fa con la sua resistibile ascesa, il berlusconismo sembra ora tornato alle sua irriducibile vocazione populista. Ed espunge da se stesso l’establishment, come un corpo che gli è estraneo per cultura e per destino. Nel rapporto unidimensionale tra il principe e la massa non c’è spazio per le elites, che nell’ottica del potere totalitario e totalizzante rappresentano sempre e comunque l’«altro da sé», e dunque il nemico. Persino il ritrovato confronto tra la Confindustria di Emma Marcegaglia e la Cgil di Guglielmo Epifani viene vissuto come una minaccia. Secondo il Cavaliere e i suoi sarebbe in atto una sorta di «Congiura degli Uguali», ma fatta dai «diversi». La classe dirigente di questo Paese, ammesso che ne esista una, ha molto da farsi perdonare. Imprenditori e banchieri hanno vissuto molto di sussidi, e praticato poco l’accountability. Oggi hanno una formidabile occasione di riscatto. Vengano allo scoperto. Per difendersi dagli attacchi della politica. E per proporre, se ce l’hanno, un’idea diversa dell’economia, della società, dell’Italia.