Alessandro Alviani, La Stampa 13/9/2009, 13 settembre 2009
ALESSANDRO ALVIANI
BERLINO
Due giorni dopo il via libera di General Motors alla cessione della maggioranza di Opel a Magna Berlino si trova davanti un’amara sorpresa: il fornitore austro-canadese, sostenuto sin dall’inizio dal governo e dai Länder tedeschi, taglierà in Germania molti più posti di lavoro di quanto noto finora.
Secondo il settimanale Der Spiegel il piano del consorzio composto da Magna e dall’istituto russo Sberbank prevede di cancellare in Germania non soltanto 3.000 posti, come atteso fino a questo punto, bensì 4.100: 3.000 negli stabilimenti produttivi e 1.100 nell’amministrazione. In realtà il conto dovrebbe risultare più salato: stando alla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung i tagli saranno 4.500. «In totale verranno cancellati 10.500 posti, di cui circa 4.500 in Germania», ha rivelato all’edizione domenicale della Faz un portavoce di Magna. A smorzare definitivamente gli iniziali, anche se tiepidi entusiasmi seguiti all’annuncio della vendita di Opel al duo Magna-Sberbank ci ha pensato il ministro tedesco dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg. Sin dalla primavera, ha detto zu Guttenberg alla Bild am Sonntag, «era noto a tutte le parti coinvolte - anche ai rappresentanti dei lavoratori - che la cifra indicata da Magna si riferiva soltanto alla produzione, mentre nel settore amministrativo c’erano da temere ulteriori tagli al personale».
Non si tratta dell’unica tegola caduta sulla testa di un governo tedesco che continua, come fatto ieri da Angela Merkel («noi non salviamo un’azienda, ma le concediamo una chance in questa crisi finanziaria»), a difendere il proprio operato dalle crescenti critiche. Il Commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes, ha messo in guardia Berlino da operazioni dal sapore protezionistico. «Se qualcosa dovesse andare contro le regole mi attiverò», ha avvertito la Kroes, ricordando che gli aiuti di Stato non possono essere soggetti al mantenimento di certi stabilimenti a scapito di altri. La Germania è pronta a sostenere il piano Magna-Sberbank con 4,5 miliardi, ma ha chiarito di voler veder conservati tutti e quattro i suoi stabilimenti di Opel. Una posizione che ha già irritato Paesi come Belgio e Gran Bretagna, che temono di vedersi addossati i maggiori oneri della ristrutturazione del costruttore di Rüsselsheim, e che rischia di scontrarsi con le regole comunitarie.
I problemi con la Commissione sono «inevitabili», ha ammesso Dirk Pfeil, l’esperto di insolvenze nominato dai Länder nel trust che controlla in via provvisoria il 65% di Opel e che giovedì si è astenuto sulla scelta di Magna, giudicandola troppo onerosa per i contribuenti tedeschi e non equilibrata per quanto riguarda la distribuzione dei tagli a livello europeo. Secondo lo Spiegel tra i documenti relativi all’intesa inviati da Berlino, Bruxelles avrebbe già individuato un dettaglio che potrebbe mettere a rischio il suo via libera agli aiuti: lo stabilimento belga di Anversa, destinato alla chiusura, lavorerebbe in modo più efficiente di quello tedesco di Bochum, che invece dovrebbe essere conservato.
Stampa Articolo