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 2009  settembre 13 Domenica calendario

di Gustavo Pietropolli Charmet* Se le ragazzine si spogliano online Mia figlia, di quindici anni, mi ha raccontato che una sua amica si lascia riprendere dalla web camera in pose ed abbigliamenti sconvenienti su proposta di ragazzi che conosce; in cambio delle immagini che invia, i ragazzi le ricaricano il cellulare con alcuni euro

di Gustavo Pietropolli Charmet* Se le ragazzine si spogliano online Mia figlia, di quindici anni, mi ha raccontato che una sua amica si lascia riprendere dalla web camera in pose ed abbigliamenti sconvenienti su proposta di ragazzi che conosce; in cambio delle immagini che invia, i ragazzi le ricaricano il cellulare con alcuni euro. A mia figlia ho det­to che si tratta di prostituzione sia pure virtuale e che la sua amica si è messa su una strada pericolosa. Mia figlia mi ha risposto che non le sembra grave, che fra di loro può succedere si facciano queste cose, ma per divertirsi e pren­dersi in giro. Sono terrorizzata dall’idea che anche mia figlia possa accettare di spogliarsi a pagamento e il passo tra realtà virtuale e realtà ’vera’ potrebbe essere corto? Come debbo intervenire? Lettera firmata Sua figlia e la sua amica, evidentemente, non pensano che spogliarsi un po’ davanti alla telecamera e ad un pub­blico virtuale di coetanei, disposti a comprare loro le rica­rica del cellulare, sia ’prostituzione’, ’sesso a pagamen­to’, pornografia domestica e scolastica. Di che cosa pensano si tratti? Questo è il suo e il nostro problema: capire bene perché le giovani pensano che que­sto sia un comportamento ammissibile e divertente. In­somma, quella che per loro è una ’nuova normalità’ delle relazioni fra i sessi, per noi è una nuova ’emergenza edu­cativa’. Non la sto invitando a fare la psicologa invece del­la mamma ma a capire prima di punire e interdire la rela­zione con l’amica e l’uso del PC. Conosciamo ancora poco ciò che succede nella comuni­cazione ’informatica’, ma è ovvio che la relazione virtuale più facilmente può essere spudorata e, talvolta, perfino violenta. L’assenza del corpo in Internet è infatti importan­te: si possono correre più rischi. In alcuni casi si corre il rischio di cadere in pericolose imboscate, ma è anche ve­ro che in altri si sviluppano amicizie profonde. Si faccia dunque spiegare da sua figlia il nuovo galateo della realtà virtuale e poi, a sua volta, le spieghi che ci si spoglia davanti a un ragazzo solo per amore e mai per de­naro: sembra semplice ma la realtà virtuale sembra avere confuso le idee a molti adolescenti. La confusione deve rimanere nella comunicazione virtuale e non superare il confine con la realtà. Le mamme devono aiutare le figlie a non uscire dal PC: lo spogliarello reale non è consentito. *docente di Psicologia dinamica, psicoterapeuta dell’adolescenza