Attilio Barbieri, Libero 11/9/2009, 11 settembre 2009
IN 10 MESI LA PASTA E’ SALITA DEL 30%
Spaghettopoli
La ”spaghettopoli” che ha coinvolto tutti o quasi i produttori italiani di pasta e ha condotto l’Antitrust a infliggere olttre 12 milioni di multa (più di cinque a carico della sola Barilla), trova puntuale riscontro nei verbali dell’inchiesta che l’Authority ha compiuto dopo la segnalazione di un’associazione di consumatori. Ieri e l’altroieri Libero ha dato conto delle dichiarazioni fatte dai rappresentanti dei pastai nel corso di quattro riunioni svoltesi fra l’ottobre 2006 e il settembre 2007 presso la sede romana dell’Unipi, l’associazione di categoria aderente a Confindustria. A sostanziare l’accusa di cartello mossa da Catricalà a 29 imprese del settore il verbale stenografico delle ultime sedute redatto dal rappresentante della pasta Garofalo. Nel documento sono riportate in forma sintetica le dichiarazioni emerse dal giro di tavolo della riunione del 26 settembre 2007. Tutti i convenuti confermano che procederanno ad aumentare le confezioni di pasta e si accordano pure su quando ritoccare i cartellini sulle confezioni. Ed è proprio da quel settembre di due anni or sono che il prezzo praticato alla grande distribuzione e quello al pubblico esplodono. «Mentre fra il maggio del 2006 ed il luglio 2007 l’aumento si è mantenuto entro i 5 centesimi di euro al chilogrammo», scrive l’Antitrust nel verbale dell’indagine, «dall’agosto del 2007 al maggio del 2008 il prezzo è aumentato di 33 centesimi, realizzando un aumento percentuale di circa il 30% in soli 10 mesi».
Al consumo i prezzi subiscono un ulteriore rincaro, come documenta la tabella che pubblichiamo in questa pagina. Entro l’aprile 2008 scatta l’ultima tranche di ritocchi. E a quel punto si può fare il conto di quanto abbia inciso sul carrello della spesa il cartello degli spaghetti. Gli aumenti per il consumatore variano dal +12% applicato da Delverde al +83% della Valdigrano. Il risultato di questi ritocchi quanto mai variegati in termini percentuali è quello di ridurre la forbice fra i prezzi più bassi e i prezzi più alti. Due esempi per tutti. La pasta Valdigrano, il 7 maggio 2006, costava 0,51 euro al chilo ed era fra le meno care. Con l’aumento dell’83%, il 4 maggio 2008 il prezzo era salito a 0,94. I maccheroni Delverde, invece, costavano a maggio 2008 1,80 euro e rincarando appena del 12% sono saliti a 2,02 euro. Il motivo è semplice, come documenta l’indagine dell’Antitrust: i rincari concordati dai pastai sono stati più o meno tutti della stessa entità in termini assoluti: da 30 a 35 centesimi al chilogrammo. In barba alla concorrenza.