Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera 11/9/2009, 11 settembre 2009
DISFIDA SULLE MINICAR DAI NIPOTI AI NONNI IN 80MILA SULLE STRADE
L’allarme: «Sono pericolose». I costruttori: «Falso»
MILANO – Bassi consumi. Bassissime emissioni. Leggere. Piccole. Ma soprattutto un po’ per tutti: dai giovanissimi agli «over 60» (per guidarle basta avere 14 anni e lo scooter-patentino). Sono le minicar. Sempre più amate: la conta per strada dice molto di più delle immatricolazioni (obbligatorie solo da due anni e comunque in aumento). Ma anche sempre più contestate: ad essere in costante aumento, in questo caso, sono le polemiche che le hanno sempre accompagnate (Lunardi battagliò per rendere obbligatorio anche per loro il casco). L’ultima: si è consumata a colpi di articoli sui giornali e pagine a pagamento. Da una parte la Fondazione Ania per la sicurezza stradale («figlia» dell’Associazione fra le imprese assicuratrici), dall’altra i costruttori e importatori di minicar raggruppati sotto l’insegna dell’Ancma (Associazione ciclo motociclo accessori) di Confindustria. In mezzo le 80.000 «macchinine» che si stima circolino sulle strade italiane: il 15% immatricolate nella Capitale. Il botta e risposta: «Sono piccole auto a tutti gli effetti», «No sono ciclomotori a quattro ruote: stessi limiti di potenza e velocità»; «Sono insicure per chi le guida e per chi ci ha a che fare sulla strada», «No sono più sicure di qualsiasi altro motociclo»; «Sono guidate da giovani e pensionati senza requisiti: come all’estero bisogna introdurre una prova pratica e test più severi», «No, solo chi ha patentino e certificato medico può portarle».
A dire il vero la faccenda è molto più complessa. Ma la sintesi del confronto-scontro la dice lunga su quanto la «macchinina» nata nel Dopoguerra per far fronte al caro-carburante e insieme alla mancanza di materie prime e di soldi abbia preso piede nelle nostre città e anche nelle nostre aree più campagnole. Prendiamo i dati di Roma, città principe delle city car ma col più alto indice di incidentalità: 969 quelle immatricolate nel 2007, 1.155 lo scorso anno. A Milano le «macchinette» sono passate da 238 a 338. Le altre città con più minicar: Napoli e Firenze (che ha superato Catania). Oggi i bisogni però sono altri (e poco hanno a che fare con l’economicità, visto che un «quadriciclo» costa intorno ai 10.000 euro): parcheggiare sempre e comunque, riuscire ad arginare l’altolà delle zone a traffico limitato, muoversi anche quando la patente non c’è. Un bisogno, quest’ultimo, che rende la minicar amatissima da pensionati (37%) e studenti (19%).
Su una cosa sono tutti d’accordo: la «macchinina» non s’ha da criminalizzare. Ma il suo utilizzo, dicono in molti, a questo punto va regolarizzato. motivo (dall’età alla guida alcolica) è stata tolta la patente: in tutti i casi in cui è stata revocata non bisogna dare altro veicolo ». Replica il presidente del Gruppo quadricicli dell’Ancma, Stefano Casalini: «Dodici vittime su 5.131 persone che nello Ad aprire il confronto-scontro, a inizio mese, è stato il segretario generale della Fondazione Ania Umberto Guidoni. Che dice: «Alle microcar in sé non contestiamo nulla, è la preparazione tecnica dei conducenti che è carente». Vale a dire: «Ragazzi che passano dalla bici alla ’macchinina’: prova teorica, patentino (senza punti) e via, al volante. C’è un vuoto legislativo che va colmato: 12 i morti, oltre il 34% dei feriti ’under 17’, 25 mezzi manomessi sequestrati a Roma». E ancora: «Automobilisti ai quali per un qualsiasi stesso periodo hanno perso la vita sulla strada: la percentuale riconducibile alle minicar è dello 0,2%. Inferiore anche a quella dei motocicli». E aggiunge: «Basta essere criminalizzati. Anche perché le minicar sono una risorsa preziosa per la mobilità del futuro prossimo. Capisco che vedere una ’macchinina’ da 10 mila euro in mano a un ragazzino (che supera i limiti come quando è al volante di uno scooter) possa dare fastidio, ma la stessa ’macchinina’ per molti rappresenta l’unico mezzo per muoversi».
Del resto, come ricorda il presidente dell’Associazione dei sostenitori della polstrada (Asaps) Giordano Biserni, la mobilità è un diritto costituzionale: «Che, considerato l’innalzamento dell’età della popolazione, l’Ue sta già cercando di tutelare: guidi sì ma non di notte, non in autostrada, solo con la ’macchinina’ per accompagnare la tua signora a fare la spesa». Ecco: «In quest’ottica si inserisce la minicar. Ma non è che al volante di una minicar si possa infrangere regole e requisiti minimi. Tutta la materia va rivista». Punti di partenza: «Prova pratica e severa valutazione delle condizioni psicofisiche». E ricorda: «Un pedone investito da un’auto che va a 30 km/h ha il 10% di possibilità di morire, a 40-50 il 50%».