Marco Galluzzo, Corriere della Sera, 11/09/09, 11 settembre 2009
Berlusconi attacca: «Io una vittima Mai pagato donne» - Sono «vittima» di una escort, è lei che «ha attentato contro di me»
Berlusconi attacca: «Io una vittima Mai pagato donne» - Sono «vittima» di una escort, è lei che «ha attentato contro di me». Forse la denuncerò, ma «non ho ancora deciso di dare il via libera». Meriterebbe «18 anni di carcere», conti alla mano, «quattro pene edittali sommate fra loro».

Berlusconi parla, Zapatero gli è accanto. Le ampie vetrate dell’ex Arsenale della Marina riflettono la luce sui volti dei premier. Zapatero dissimula l’imbarazzo, sorride senza sorridere. Il Cavaliere si ferma per un attimo, guarda il collega: «Devo rispondere per forza, per educazione verso la Spagna, la domanda è di un tuo giornalista... ». Il cronista è del País. Poco dopo il Cavaliere vaticinerà il possibile fallimento per il quotidiano iberico.

Passare dall’immigrazione e dalle politiche di difesa europee al «giro di prostituzione, un’altra assoluta calunnia», è un attimo. Una domanda spagnola su vecchie polemiche con il governo di Madrid, poi un’altra sugli ultimi dettagli dell’inchiesta di Bari. «Non è il caso che lei si dimetta? Non crede che le notizie che la riguardano stiano danneggiando l’immagine dell’Italia?».

 Il capo del governo non si scompone, appunta sul taccuino. «D’ora in poi risponderò a tutto...», è la promessa che formula mezz’ora dopo, prima di lasciare la sala: promessa che mantiene da subito in modo pacato, senza sfuriate, senza alzare il tono della voce. Si discute di prostitute e possibili amplessi come se l’agenda del vertice con la Spagna includesse anche quello. «Menzogne assolute, io non ho mai versato una lira, un euro, mai in vita mia, per una prestazione sessuale.

E voi sapete bene che per chi ama conquistare le donne la gioia più bella è proprio quella della conquista... ».

 Appena pochi minuti prima i due partner europei discutevano di altro: dell’esigenza di avere un esercito comune dell’Unione europea, di adottare un’unica politica dell’immigrazione (’le frontiere dei 27 Paesi devono essere tutte considerate europee’, Zapatero), degli immigrati clandestini, quel problema che per Berlusconi come per Zapatero dovrebbe essere risolto una volta per tutte a Bruxelles, anche «attribuendo la responsabilità del diritto d’asilo alle agenzie comunitarie, in modo poi da ridistribuire fra i 27 Stati le persone che lo ottengono » .

Poi le domande sulla vita privata del presidente del Consiglio e lui che accetta di buon grado di rispondere: a tratti duro, come nel pronosticare un crollo dei dati di vendita del País, ma anche senza dimenticare nulla, scendendo nei dettagli. Patrizia D’Addario non è mai citata, lui ne parla descrivendosi come «vittima di una persona che ha voluto creare un scandalo...».

 Questa persona che forse Berlusconi denuncerà è (parole sue) una delle tante che il capo del governo è costretto a incontrare per esigenze di ufficio: «Io sono costretto a fare tanti incontri per esigenze politiche, di governo e della vita del mio partito, a cominciare da organizzazioni e circoli del tipo ’Silvio ci manchi’. In questo contesto un imprenditore di Bari veniva a delle cene accompagnato da belle donne e alzi la mano chi di voi non amerebbe trascorrere una serata al tavolo con una bella donna...». «E’ invidioso?». Appena il cronista del País conclude il Cavaliere alleggerisce l’atmosfera. Zapatero risponde alla parte spagnola della domanda. Berlusconi lo interrompe per un secondo, sempre rivolto al giornalista: «Le dico che abbiamo molte turiste straniere che hanno prenotato le loro vacanze qui in Italia il prossimo anno». Poi inizia la lunga esposizione del premier italiano. La gioia del corteggiamento e della conquista, anche perché «è stranoto che il sottoscritto ama l’altra metà del cielo, ovvero il dono più bello che Dio ci ha fatto...». La convinzione di avere la coscienza a posto: «Mi sono comportato come ogni buon padrone di casa che non sia diverso dalla normalità, che per dovere di ospitalità apre le porte di casa sua agli ospiti...». La presunzione di aver non solo risposto, ma di aver anche intrattenuto i presenti: «Beh, a questo punto mi aspettavo un applauso... », che non era arrivato e che a questo punto, ancorché stentato, arriva da un platea che include staff, funzionari dei governi, diplomatici, ministri.

Sull’onda dell’applauso altre precisazioni: «Con la Chiesa non esiste alcun contrasto, i rapporti e contatti con Letta e con chi guida con prestigio il Vaticano sono praticamente quotidiani». Altri motivi per essere fiero di sé stesso: «Sono un recordman di durata, ho appena superato Alcide De Gasperi con 2500 giorni di governo e posso dire di essere di gran lunga il miglior presidente del Consiglio in 150 anni di storia d’Italia, lo dimostra anche quel 68% di fiducia e ammirazione che gli italiani mi attribuiscono ». Quegli italiani che vivono «nel Paese di Casanova e dei playboy», rimarca rivolto a una cronista spagnola che gli chiede conto delle polemiche passate con alcune ministre di Madrid, «è dunque mai mi permetterei di dire cose negative sull’altra metà del cielo, voi siete più brave, più puntuali e più preparate degli uomini». La conferenza stampa è conclusa, Berlusconi raccoglie i fogli degli appunti, Zapatero continua a guardare dritto davanti a sé. Sorridendo, in modo impercettibile.