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 2009  settembre 10 Giovedì calendario

BIELLA, UCCIDE IL FIGLIO APPENA NATO 11 ANNI FA NE ABBANDONO’ UN ALTRO


La confessione tra le lacrime: "Le ho messo una mano sulla bocca, e non l´ho più tolta"

CASTELLETTO CERVO (BIELLA) - Ha ucciso la figlia, partorita da pochi minuti in casa, soffocandole il respiro. Ha avuto appena il tempo di sceglierle il nome, Alice. «Ho messo una mano sulla bocca perché nessuno sentisse il suo pianto. Poi, non so perché, non sono più riuscita a toglierla», ha confessato. A 38 anni una donna di Castelletto Cervo, nel Biellese, ha ucciso così quella bimba non attesa e non voluta, nata 11 anni dopo la terza gravidanza. Quella bimba nascosta a tutti fino all´ultimo, persino al marito, 43 anni, con cui i rapporti erano tesi da tempo. Quella bimba venuta al mondo sul pavimento di una cascina, in mezzo alla povertà dei suoi genitori, lei operaia tessile in cassa integrazione, lui operaio in fonderia.
Una situazione che non era seguita dai servizi sociali nonostante la donna fosse già stata al centro di una brutta vicenda che aveva suscitato molto scalpore nella piccola comunità, 850 abitanti. Undici anni fa, infatti, aveva abbandonato il terzo figlio nella chiesetta di fianco a casa. Era stata una vicina a trovarlo, poi la madre aveva chiesto di essere perdonata e tempo dopo il bambino le era stato riaffidato.
Ma nella notte tra lunedì e martedì si compie un altro dramma. La donna è sola in una stanza, il marito e i tre figli di 14, 12 e 10 anni dormono in un´altra ala della cascina. La gravidanza è già entrata nell´ultimo mese, ma la donna pensa di avere ancora tempo per mettere a punto il suo piano: partorire in segreto e dare in affidamento il neonato. Invece le doglie si fanno fortissime. Partorisce e si dispera, la figlia tra le braccia, tutto sangue attorno. Non sa che fare perché nessuno deve sentire piangere un neonato che non esiste. La mano sulla bocca sembra l´unica soluzione.
Verso le quattro di notte una telefonata al 118 chiede l´intervento di un´ambulanza per una donna colpita da una emorragia, ma quando i medici entrano in casa trovano uno scenario ben diverso. C´è, sì, una madre che perde molto sangue, ma c´è soprattutto una neonata senza vita. Solo ieri, interrogata dal procuratore di Biella Giorgio Reposo e assistita dal suo legale, Franco Giardino Roch, la donna ha spiegato di essere stata lei ad uccidere la piccola Alice e di averlo fatto per non sapere come riuscire a mantenere una prole ancora più numerosa. Ora è ricoverata in ospedale, denunciata a piede libero di infanticidio. Per lei l´avvocato chiederà una perizia psichiatrica. E i magistrati stanno vagliando anche la posizione del marito.