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 2009  agosto 03 Lunedì calendario

Anno VI - Duecentoottantaduesima settimanaDal 27 luglio al 3 agosto 2009Pillola La pillola Ru486 è una polverina bianca che blocca la gestazione ed espelle il feto in un periodo di tempo incerto, in genere entro tre giorni, qualche volta addirittura entro quindici

Anno VI - Duecentoottantaduesima settimana
Dal 27 luglio al 3 agosto 2009

Pillola La pillola Ru486 è una polverina bianca che blocca la gestazione ed espelle il feto in un periodo di tempo incerto, in genere entro tre giorni, qualche volta addirittura entro quindici. La settimana scorsa ne è stata ammessa la libera circolazione anche in Italia, fatto che ha provocato polemiche a non finire e attacchi della Chiesa assai violenti: chi fa ricorso a questo metodo abortivo sarà scomunicato (così monsignor Sgreccia), è necessario che i medici obiettino (Bagnasco e i vescovi domenica scorsa). Le obiezioni alla Ru sono sostanzialmente due. Il metodo è così semplice che la drammaticità dell’aborto, atto col quale si impedisce di vivere a una creatura in nuce, ne viene banalizzata. Il significato della prima parte della legge 194, che vuole prevenire gli aborti e operare per una maternità consapevole, ne sarebbe contraddetto. Seconda obiezione: dati forniti dalla stessa casa produttrice, la Exelgym, documentano 29 decessi causati dalla pillola. Anche se nel mondo i numeri di casi finiti bene è enorme, non ci si può liberare di questo numero 29 con un’alzata di spalle: il Morupar, un vaccino per la trivalente, venne tolto dalla circolazione solo per aver provocato quattro schock anafilattici (senza alcun decesso). I nemici della pillola si chiedono: se non si fosse trattato dell’aborto, e cioè di un tema così politicamente significativo, si sarebbe dato il via libera alla Ru486? La Ru non sarà in vendita nelle farmacie: le donne che volessero farvi ricorso, entro i primi due mesi di gravidanza, dovranno rivolgersi all’ospedale ed essere ricoverate, procedura con la quale si contrasta la prima obiezione. Sulla seconda obiezione la discussione – troppo feroce – è aperta: la pillola, dicono i suoi fautori, evita alle donne le sofferenze dell’intervento. L’altro partito dice che non è vero.

Aborto I dati sull’attuazione della legge 194, arrivati insieme con il via libera alla Ru, mostrano che in circa 25 anni il numero di aborti si è dimezzato: sono stati 121.406 nel 2008 contro i 234.801 del 1982, un calo del 48,2%. Rispetto al 2007: meno 4,1%. diminuito anche il tasso di abortività tra le minorenni ed è confermato che le minori italiane ricorrono all’aborto meno delle minori degli altri paesi europei. Gli aborti sono invece in aumento tra le immigrate, specie tra quelle provenienti dall’Europa dell’Est. La stima degli aborti clandestini in Italia è pari a 15 mila casi (100 mila nel 1983), la maggior parte dei quali nell’Italia meridionale (dati del 2005). Aumentano anche le obiezioni di coscienza tra i medici: ormai sette ginecologi su dieci si rifiutano di praticare aborti (nel 2005 erano il 58,7%). Questa percentuale arriva all’85% nel Lazio e supera l’80% in altre quattro regioni del Sud.

Appalti Il nome di Gianpaolo Tarantini, detto Gianpy, al centro dell’inchiesta sulle allegre serate del presidente del Consiglio (Gianpy forniva le ragazze e le pagave duemila euro se restavano a dormire col premier, mille se lasciavano la festa troppo presto), domina anche l’altra indagine pugliese, quella che ipotizza uno scambio di favori in voti e denaro tra uomini della sinistra e fornitori della sanità regionale. Indaga una donna, il pm Desirée Digeronimo. Si tratta di un magistrato antimafia, perché il sospetto è che non il singolo uomo politico della sinistra pugliese abbia favorito e intascato, ma l’intero sistema dei partiti di sinistra sia stato complice delle pratiche mafiose sotto indagine: i carabinieri hanno perquisito le sedi di Pd, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, Lista Emiliano (il neo-riconfermato sindaco di Bari), Socialisti Autonomisti. Il governatore Nichi Vendola s’è sentito in dovere di commentare: «Lodo la magistratura che fa pulizia, ma l’ipotesi che i nostri partiti siano associazioni a delinquere mi pare un po’ azzardata». E anche D’Alema, sceso in Puglia a sponsorizzare Bersani in vista del congresso Pd, ha dichiarato: «Questo partito non è un’associazione a delinquere e non c’entra nulla con la criminalità organizzata. I nostri bilanci sono costituiti non da tangenti ma da liberi contributi».

Ingorghi I 32 chilometri di fila al Passante di Mestre che hanno inaugurato l’esodo 2009 (sabato 1° agosto) hanno fatto rumore perché quel pezzo di autostrada era stato aperto in pompa magna lo scorso 8 febbraio: erano trent’anni che in Italia non si costruiva un’autostrada, Berlusconi, partecipando all’inaugurazione se ne fece giustamente un gran vanto, il ministro Matteoli spiegò che quella fettuccia rimediava a un danno da 4,3 miliardi l’anno e liberava i 150 mila autoveicoli che, specialmente dopo la caduta del Muro di Berlino, transitano ogni giorno in quel punto. Tutto vero: ma come mai, tre mesi dopo, alla prima prova vera, il gioiellino, costato poco meno di un miliardo e costruito dopo lo spostamento di linee ad alta tensione, di un gasdotto e di un intero abitato preventivamente espropriato di case e terreni, è andato in tilt? Per la semplice ragione che, in certi casi, passare di colpo dalle cinque corsie del Passante alle due della Venezia-Trieste non può che provocare un ingorgo. Dunque bisognerebbe costruire almeno una terza corsia su quest’ultimo tratto di strada (almeno otto anni di lavori). Oppure far tesoro delle parole di Lanfranco Senn, direttore del Centro di Economia regionale, dei trasporti e del turismo dell’università Bocconi: si sarebbe potuta migliorare la situazione con un’informazione più adeguata (mentre le segnaletiche continuavano a raccomandare di andar piano, gli automobilisi intrappolati sul Passante ignoravano che la Tangenziale era completamente vuota) e soprattutto è necessario rassegnarsi all’idea che non si può costruire un’infrastruttura sull’ipotesi della ”domanda massima”. Situazioni come quella del 2 agosto possono verificarsi tre-quattro volte l’anno. Costruire l’autostrada con lo scopo di evitare anche quelle circostanze estreme ha dei costi proibitivi.

Inflazione I dati diffusi dall’Istat venerdì scorso mostrano che mediamente i prezzi non si sono mossi tra giugno e luglio. In gergo tecnico: l’inflazione è stata pari a zero, un evento che non si verificava dal settembre 1959, cinquant’anni fa. un buon segno o un cattivo segno? Un buon segno per l’immediato, dato che le famiglie possono affrontare meglio la via crucis dei supermercati. Un segno inquietante in generale, perché la massa di denaro circolante – sotto le forme più varie – è enorme, dato che i governi e le banche centrali hanno immesso sul mercato liquidità a non finire per affrontare in qualche modo la crisi. Di solito l’eccesso di circolante provoca un aumento dei prezzi. Come mai stavolta non è successo? Perché il denaro e i suoi derivati sono fermi nelle banche, terrorizzate dai buchi di bilancio che finora sono riuscite a nascondere (stiamo parlando delle banche nel mondo, quelle italiane ballano anche loro sul ponte del Titanic, ma con più chances di uscirne vive). I soldi non circolano, e la gente, oltre tutto, è assai prudente nel comprare e nello spendere, visti i tempi. Se infatti è addirittura lecito aspettarsi una discesa dei prezzi (ed è lecito) perché comprare oggi a dieci quello che tra qualche mese potremmo avere a nove o addirittura a otto?

Sport Ai mondiali di nuoto Alessia Filippi ha vinto la medaglia d’oro nei 1500 stili libero e Federica Pellegrini quella dei 200 stile libero, portata a casa con il record mondiale: 1’52”98. Federica è la prima donna nella storia a scendere sotto il minuto e 53 secondi. Le donne azzurre in genere hanno dominato il mondiale, dove gli italiani hanno vinto dieci medaglie. Qualche notizia clamorosa anche dalla Formula 1: Schumacher tornerà in pista a Valencia il prossimo 21 agosto. Sostituirà Massa, infortunato all’occhio (la carriera non è in pericolo, ma ci vorrà tempo). Il campione tedesco, sette titoli mondiali al suo attivo, non guida in Formula 1 da tre anni. Si parla di un compenso di un milione a gran premio.