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 2009  settembre 09 Mercoledì calendario

PAGHETTA PER VOCE ARANCIO

ISTAT Dati Istat 2008 rivelano che il 31% di bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni prende la paghetta: la ricevono il 32,7% dei maschi e il 29,2% delle femmine. I maschi ricevono una paghetta più alta. Inoltre l’Istat nota che mentre per le ragazze i soldi sono in genere un regalo occasionale, i ragazzi la prendono regolarmente. L’importo medio della paghetta è di 14 euro a settimana, che varia da circa 7 euro per la fascia 6-10 anni a 10 euro per l’età 11-13 fino ai 17 euro per i ragazzi dai 14 ai 17 anni. La crisi economica si fa sentire: rispetto al 1998 si registra una diminuzione del numero di minori che dispongono di denaro con continuità (dal 35,1% al 31%). I ragazzi sono risparmiatori: il 62,1% accumula piccole somme. Ciò avviene più al Nord che al Sud.

VIRTU’ Le virtù della paghetta secondo Glauco Maggi e Maria Teresa Cometto, autori del libro Figli&Soldi. Come educare i nostri figli a spendere, risparmiare, guadagnare e donare agli altri (Sperling&Kupfer). 1. Dando ai ragazzi la responsabilità della sua gestione, aiuta a formare la loro personalità; 2. Fa capire concretamente quanto costano le cose, che se pagate di tasca propria diventano più degne di cura; 3. Insegna le basi della pianificazione finanziaria, cioè a non spendere più di quanto si possiede, a selezionare gli acquisti in base a una scala di priorità, a risparmiare per spese future e, se necessario, a rinunciare; 4. un incentivo a guadagnare in proprio, lavorando in famiglia o fuori, a seconda dell’età, per ottenere quel di più che i genitori non possono finanziare; 5. Stimola curiosità sul funzionamento della banca o della Borsa; 6. Aiuta a costruirsi un futuro finanziario, perché, se si comincia a risparmiare e investire da giovani, il proprio capitale ottiene il miglior rendimento; 7. Abitua a donare in beneficenza una parte dei propri averi.

ETA’ A che età si deve cominciare a dare la paghetta? Glauco Maggi: «A partire dagli otto-nove anni, o da quando la chiede il ragazzo, se è più grande». Anche gli psicologi dicono che è meglio dopo gli otto anni, quando la percezione della funzione del denaro inizia ad essere più sviluppata. Una minoranza consiglia di cominciare dalla prima elementare, con poche monete, uno o due euro, da aumentare con l’età, fino ad arrivare a cinque euro a settimana intorno a nove anni. Quanto dare? Glauco Maggi: «Non dev’essere tanto bassa da non consentire scelte minime di diversificazione, non tanto alta da diventare diseducativa e ”viziante”: poiché va aggiornata con la crescita del ragazzino, una soluzione può essere l’indicizzazione all’età: 10 anni dieci euro a settimana, 12 anni dodici euro e così via».

SCUOLA 1 Tutti concordi nel dire che non dev’essere legata ai voti scolastici. Glauco Maggi: «Ma anche dai lavoretti casalinghi. Queste sono missioni a prescindere, che il bambino deve imparare a perseguire incoraggiato dall’esempio e attratto dall’orgoglio di fare bene e di ”premiarsi” con il senso di soddisfazione che danno i successi a scuola o a casa». La psicologa Silvia Vegetti Finzi: «Mai monetizzare i voti. La scuola è un dovere. Il successo scolastico è un merito culturale che non c’entra niente con il denaro».

SCUOLA 2 Fabio Di Tullio, filosofo milanese, esperto di apprendimento e motivazione professionale, ha scritto il libro Contratto con i figli (edizioni Ares) in cui spiega come far andar bene i ragazzi a scuola con un sistema di ricompense e punizioni economiche e nello stesso tempo insegnare qualche nozione di economia e finanza. Slogan: «Lo studio è lavoro e va retribuito». Genitori e figli firmano una sorta di contratto, in cui si stabilisce il premio per i voti positivi. Alle elementari il compenso è limitato e sostituisce completamente la paghetta. Durante le vacanze i bambini non guadagneranno nulla («ciò li abitua a prevedere i loro bisogni»). Fin dal penultimo anno di elementari i ragazzi provvedono a pagarsi cancelleria, libri e tutto il materiale scolastico. Alla superiori, poi, il guadagno costituisce tutto il reddito dell’adolescente escluso il cibo (quando è a casa dei genitori). Eventuali altri soldi, regalati fuori dal contratto da nonni e zii, non possono essere toccati dal ragazzo fino alla fine dell’anno scolastico.

SCUOLA 3 Negli Stati Uniti da poco più di un anno alcune scuole danno agli studenti un compenso in dollari per ogni buon voto ottenuto nei test che si fanno periodicamente in classe: 50 dollari per una A (l’eccellenza), 35 per una B, 20 per la C (poco più della sufficienza). Concepito da un giovane docente di Harvard (Roland Fryer) e sostenuto da varie fondazioni filantropiche (come quella di Bill Gates), l’esperimento si è diffuso un po’ ovunque. A New York i primi dati riferiti a un intero anno scolastico sono positivi: il profitto medio degli studenti premiati è cresciuto più che nella media degli altri istituti della città. In alcune scuole di Brooklyn (gestite da privati utilizzando fondi pubblici) anziché soldi sono stati dati telefonini con schede prepagate: man mano che i voti migliorano, i ragazzi vengono premiati con le ricariche.

PUNTI Altra trovata americana: la SmartyCard per bambini dai 3 ai 6 anni. Come funziona: i genitori sul sito smartycard.com comprano dei punti. Con questi sbloccano test e giochi educativi in cui il bambino deve mettere alla prova la propria istruzione. Se indovina le risposte viene premiato con libri, giocattoli, dvd ecc.

CARTE Sempre più numerosi i genitori che invece dei soldi danno ai figli le carte prepagate. Domenico Santececca, responsabile area servizi bancari dell’Abi: «Si tratta di un vero e proprio boom anche perché dà alle famiglie molti elementi di sicurezza: la cifra viene attinta dal conto corrente dell’adulto ed è limitata all’importo stabilito».

SPESE Come i ragazzi italiani spendono lo loro paghetta. Al primo posto tra le spese dei maschi ci sono il ristorante, la pizzeria e il pub (42,6%), seguiti dalle ricariche del telefonino (36,2%), da dolci, merendine, gelati (35,5%) e da patatine, pop-corn, snack (32,5%). Al quinto posto troviamo le bevande gassate (24,7%) e al sesto cinema, concerti e spettacoli in genere (22,5%). Tra le ragazze, invece, la ricarica del telefonino si colloca al primo posto (42,8%), seguita dal ristorante, pizzeria, pub (38,8%) e dai dolci, merendine, gelati (33%). Al quarto posto troviamo l’abbigliamento e gli accessori (32,1%), modalità di spesa questa che per i maschi è, invece, in nona posizione (16%). Tra i bambini e bambine di 6-10 anni al primo posto tra le spese ci sono le figurine (45,6%), seguite da dolci, merendine, gelati (36%) e da giornalini e fumetti (34,4%). Tra gli 11 e i 13 anni al primo posto troviamo patatine, popcorn, snack (39,4%), seguiti da dolci, merendine, gelati (35,3%). Tra i 14 e i 17 anni al primo posto si colloca il ristorante, pizzeria, pub (58,5%) e al secondo le ricariche telefoniche (53,2%).

INSERIRE QUI TABELLA SPESE

TELEFONINI In Italia tra il 2000 e il 2008 la percentuale di bambini (11-17 anni) con telefonino è passata dal 55,6% al 92%. Il maggiore incremento è tra i più piccoli: nella fascia d’età 11-13 la percentuale è salita dal 35,2% all’83,7%, mentre nella fascia 14-17 anni è salita dal 70,4% al 97,8%. Tra le funzioni più usate, l’invio e la ricezione dei messaggi, i giochi e l’invio delle suonerie.

INGLESI Secondo una ricerca Datamonitor relativa al 2003, i ragazzi del Regno Unito tra 10 e 17 anni hanno un budget annuo di 775 sterline e sono i più ricchi d’Europa. Al secondo posto, gli svedesi con 697 sterline. Poi arrivano francesi e tedeschi, quasi in perfetta parità, con rispettivamente 635 e 629 all’anno. Gli spagnoli si fermano a 445 euro. Datamonitor ha osservato anche come spendono i giovani europei, dividendoli in ”tweens” (che hanno tra i 10 e 13 anni) e ”teens” (14-17 anni). Nel 2003 i tweens europei hanno speso in cibo, bevande, prodotti per l’igiene personale e la cosmesi 3,5 miliardi di euro. In quello stesso anno le adolescenti britanniche (dai 10 ai 17) sono state le ragazze che più di tutte in Europa hanno acquistato cosmetici (73%). Secondo gli autori della ricerca, la maggior parte dei soldi dei giovani britannici deriva da regali occasionali dei genitori più che dalla paghetta fissa.

TEMPESTA Il Guardian dice che un adolescente per le casse della sua famiglia è «una tempesta finanziaria» da 9 mila sterline (10 mila euro) l’anno. Gli oggetti che non possono mancare a un adolescente, secondo il Guardian: iPod, computer (con connessione Internet), televisore, consolle per videogiochi, tv a pagamento. In un anno i giovani spendono 1.000 euro per il cellulare, 340 euro per le scarpe da ginnastica.

RISPARMIO Un’indagine realizzata in Italia nel 2008 da Ispo per PattiChiari dice che il 55% dei ragazzi (11-25 anni) non sente mai parlare di denaro in casa. Il 19% dei giovani non cerca mai di risparmiare e spende il proprio denaro a disposizione in modo impulsivo, senza pensarci troppo. E l’atteggiamento disinvolto porta con sé il rischio di restare ”in bolletta”: il 48% dei ragazzi dichiara che spesso rimane senza soldi. Il 42% ammette che se avesse a disposizione più soldi li utilizzerebbe tutti per fare acquisti. L’80% degli adulti e il 69% degli studenti vorrebbe che nelle scuole ci fossero corsi per approfondire tematiche finanziarie.

EDUCAZIONE 1 PattiChiari, il consorzio nato nel 2003 in seno all’Associazione bancaria italiana (Abi), impiega circa 3 milioni di euro l’anno per entrare nelle scuole e organizzare eventi che facciano aumentare la consapevolezza dei ragazzi di fronte alle tematiche finanziarie. In quattro anni il consorzio da visitato più di 900 scuole coinvolgendo più di 60 mila studenti.

RISPARMIO Tra i progetti per educare i bambini al risparmio c’è anche quello di Ing Direct ”Coltiva il tuo sogno”: materiale didattico gratuito per insegnanti, genitori e bambini per apprendere cos’è il risparmio, la banca, il denaro, il valore.

EDUCAZIONE 2 All’inizio del 2009 il ministero dell’Istruzione ha promosso il progetto sperimentale ”Moneta”. Partito in Veneto, Puglia e Lazio, ha coinvolto per il momento sei istituti campione della scuola primaria e secondaria, di primo e secondo grado, per un totale di 200 studenti e 40 insegnanti. Obiettivo: fornire informazioni in materia economica e finanziaria. Altri progetti del ministro Gelmini: «Con la Commissione di vigilanza sui fondi pensione vogliamo diffondere nelle scuole progetti di educazione previdenziale. E stiamo pensando di mettere in atto progetti anche con l’Inps. importante fino da studenti avere chiari i meccanismi alla base dei piani di accumulo previdenziali».

CENA L’attore Nicolas Vaporidis a 16 anni spese tutta la sua paghetta per offrire una cena al Cafè de Paris a via Veneto, Roma, alla sua fidanzata: «Mi presentai con un anellino».

CHITARRA Francesco Guccini da bambino, con le cinquemila lire che gli aveva regalato la nonna, si fece costruire la prima chitarra da un falegname di nome Celestino: «Su un quadernetto aveva disegnato le corde e dei pallini per indicarmi dove mettere le dita per i primi accordi».

FRATELLI La paghetta di Romano Prodi non era molto abbondante «visto che ero l’ottavo di nove figli». Quella di Marco Tronchetti Provera, ricevuta per la prima volta a 12 anni, «in verità piuttosto striminzita».

GATTI Con la prima paghetta Marina Berlusconi si comprò una gatta, «un incrocio tra un soriano e un siamese che è stata con me per 19 anni».

FIGLI Adriano Panatta non ha mai dato paghetta ai figli.

BOHEME Carla Fracci ancora conserva una lira della prima paghetta di venticinque lire ricevuta nel 1949 cantando ”Voglio la tromba e il cavallin” nella Bohème di Puccini (il padre, ferroviere, gliela mise da parte per ricordo).

REGISTRO David Rockfeller da bambino era costretto da suo padre a tenere un registro di tutte le spese e tutte le entrate: «Il 10 per cento doveva andare in beneficenza, per regola, anche quando la paghetta era di pochi dollari».