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 2009  settembre 09 Mercoledì calendario

FISICA, BACH E MELANZANE: «VI RACCONTO LA MIA VITA SOTTO MILLE METRI DI ROCCIA»


ROMA - Benedetti neutrini, particelle prodotte da un processo di «decadimento radioattivo dell’atomo». Benedetti loro e tutti gli studi che ne stanno certificando la capacità di «oscillazione», perché son riusciti a portarla fin lassù, fin dove una donna non era mai arrivata. A farla sedere su una poltrona che da trent’anni era appannaggio maschile, nomina senza precedenti in Italia. Da oggi, infatti, Lucia Votano, 61 anni, calabrese di Villa San Giovanni e romana d’adozione, è la direttrice del Laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso, centro di eccellenza assoluta, uno di quei posti, insieme alla Grotta Azzurra e al Canal Grande, che il mondo ci invidia .
Perdoni per l’età, ma è scritta sulla brochure.
«Già, l’età. Ma che vuole che mi importi? Piuttosto il peso, quello non lo dico proprio a nessuno...».
Raccontano che ha stracciato il suo concorrente maschio, è vero?
«Beh, è vero. Ma è brutto dire così. Quando il personale del Laboratorio, secondo un complicato meccanismo di scelta, ha espresso le sue preferenze, io l’ho battuto. Ma è stato poi il comitato direttivo a scegliere davvero, e anche lì ho avuto praticamente l’unanimità. Un’elezione bulgara, come la vuole chiamare?»
Fisica nucleare, possiamo chiamarla così?
«Fisica particellare, prego, ovviamente nel grande solco della fisica italiana da Fermi in poi. Vengo dal Laboratorio di Frascati, ma ho speso tanto tempo anche al Gran Sasso, per seguire l’esperimento Opera, quello dei neutrini che oscillano, appunto, quello che può dirci ancora parecchie cose sull’origine della materia».
Vita privata zero?
«Sono vedova e ho un figlio solo, che ha 34 anni e fa tutt’altro mestiere. Ma certo che per fare un lavoro così ci vogliono tanti aiuti, ci vuole una famiglia allargata, un compagno comprensivo, dei nonni disponibili. Non è uno di quei lavori che dopo le otto ore posi la penna e torni a casa».
Vuol farci una lezioncina femminista?
«Non ci penso proprio, io sono riconoscente a chi mi ha scelto e, nello stesso tempo, considero questo traguardo uno sviluppo naturale della mia carriera. Non obbligato, ma naturale. Che poi per una donna sia tutto un pochino più difficile -la casa, i figli, il resto- come si può negare?»
L’aspetta l’Abruzzo del dopo terremoto. I vostri studi c’entrano qualcosa?
«Avevamo già degli strumenti in funzione, ad esempio l’interferometro, per studiare gli effetti delle scosse. E ora, se ci sarà bisogno, faremo dell’altro. Ma a proposito di terremoto, voglio solo dire che proprio al Laboratorio, e grazie all’opera infaticabile di chi mi ha preceduto, il professor Eugenio Coccia, è avvenuto una specie di miracolo: i nostri uffici hanno riaperto, i nostri esperimenti sono ripresi neanche un mese dopo il 6 aprile. Uno sforzo tremendo soprattutto per aiutare gli 80 dipendenti a trovare una sistemazione, li abbiamo sostenuti anche economicamente ove ce ne è stato bisogno, li abbiamo aiutati a uno a uno a ritornare al lavoro».
Già, la Grande Scossa. Cosa vuole dire se si vive con mille metri di montagna sopra la testa?
«Vuol dire che non abbiamo riportato nessun danno perché tutte le strutture erano a un livello antisismico di molto superiore a quello richiesto. Tanto è vero che oggi, di fronte a regole più severe, non dobbiamo fare nessun lavoro. Siamo già a posto così».
Ma che ha di speciale questo laboratorio, perché vengono a studiarci ogni anno 500-600 ricercatori americani, coreani, belgi, inglesi, tedeschi?
«Ha un casello autostradale a un passo. Nel mondo, di posti così non ce n’è. E poi l’ambiente sotto terra: la bassa radioattività della roccia è la premessa del successo di molti esperimenti».
Sarà un inverno freddo e impegnativo. Si è già organizzata?
«Per ora sto in albergo ad Assergi, prima o poi dovrò trovarmi una casa. E non è facile in giorni come questi, né ad Assergi, né tantomeno all’Aquila».
Un piatto, un disco, un profumo?
«Mi piacciono Bach e le melanzane. Sono abbonata da tanti anni a Santa Cecilia e in cucina mi reputano una buona cuoca. Ma adesso basta: dopo tutte le cose che le ho detto mi sento spogliata, lo sa ?».