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 2009  settembre 09 Mercoledì calendario

LA ROSSA GENOVA RISCHIA UN BUCO DA 80 MILIONI


Un’operazione da 80 milioni di euro. Che adesso potrebbe mettere nei guai il comune di Genova e creare più di un problema contabile al sindaco, Marta Vincenzi del Pd. La quale si scrolla di dosso qualsiasi responsabilità e si dichiara pronta alla battaglia.

Un passo indietro. Ecco i fatti che sono già diventati materia di indagine degli agguerriti magistrati della Corte dei conti. L’incubo di un maxibuco finanziario, segnalato da un’inchiesta del quotidiano Secolo XIX, riguarda le casse della Spim, società controllata al 100% dal comune che ha sede a palazzo Tursi. E sotto inchiesta per l’eccesso di rischio finisce la gestione dei primi mesi del 2007.

Nel maggio 2007 ha sottoscritto con Bnp Paribas un contratto a ”garanzia” del mutuo acceso per acquistare il Matitone (uno dei palazzi maggiormente rappresentativi della città) che, invece di ridurre il rischio derivante dalle oscillazioni del tasso d’interesse variabile, ha prodotto una tale situazione di incertezza che appare assai complesso calcolare quanto dovrà sborsare la società alla scadenza (2016) stipulata. Uno dei tanti derivati che sono stati rifilati dalle banche (non solo italiane) ai comuni del nostro Paese. Una vera e propria piaga che potrebbe arrivare addirittura a quota 1,2 miliardi di euro.

La brutta sorpresa, a Genova, è saltata fuori in fase di stesura del bilancio consuntivo 2008. Spim si fece prestare dal Bnp Paribas oltre 80 milioni di euro per acquistare la dozzina di piani presso i quali hanno sede molti uffici comunali. Il mutuo fu stipulato a tasso variabile. Amministratore delegato del gruppo - con poteri «straordinari» - era Giorgio Alfieri, plenipotenziario del sindaco Giuseppe Pericu che da lì a poche settimane avrebbe ceduto la poltrona, appunto, a Marta Vincenzi. Che ieri, sempre dalle colonne del quotidiano genovese, ha annunciato di voler chiedere i danni.

Secondo prime informazioni, il comune era all’oscuro dell’operazione finanziaria che rischia di aprire una voragine. L’amministrazione aveva una bomba in casa, innescata da due anni, ma l’ha scoperto per caso solo nella primavera scorsa, quando i nuovi vertici di Spim hanno ricevuto un allarmante rapporto dalla stessa Bnp-Paribas. L’investimento era stato studiato come un’assicurazione su un mutuo che Spim aveva ottenuto in precedenza sempre da Bnp, 80 milioni per acquistare dodici piani del Matitone dove hanno sede vari uffici. Per cautelarsi su eventuali impennate dei tassi, Spim siglò un accordo che avrebbe assicurato da eventuali rialzi dei tassi di interessi. Fin qui la teoria. A conti fatti, come è stato già dimostrato in molti altri enti locali della Penisola, si tratta di un sistema di clausole che (quasi) sempre produce l’effetto boomerang. Con il premio connesso ai rimborsi, più elevato dei rimborsi stessi.