Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 09 Mercoledì calendario

SOS DI LORO PIANA: «GLI ORDINI DEL TESSILE CROLLERANNO DEL 50%»


La ripresa sarà pure una questione di ottimismo (come ha ripetuto Berlusconi intervenendo all’apertura di MilanoUnica), ma per il settore tessile è ancora buio pesto. Anzi, a vedere i numeri emersi ieri nel corso della presentazione della principale manifestazione dedicata al made in Italy tessile, il peggio potrebbe ancora arrivare. Il primo semestre 2009 ha fatto segnare una forte flessione, con l’export in calo del 30 per cento. Ma le previsioni per il secondo semestre 2009 sono ancora più nere. Anzi: nerissime. «Da quel che riferiscono alcuni operatori, gli ordinativi caleranno fra il 20 e il 50 per cento rispetto all’anno scorso a seconda del comparto», conferma il presidente di MilanoUnica, Pier Luigi Loro Piana, snocciolando dei dati capaci di mettere a dura prova anche il più ostinato degli ottimisti. I segni meno non risparmiano alcun anello della filiera tessile e nemmeno i comparti in cui storicamente il made in Italy è riuscito a superare le congiunture peggiori grazie alla qualità delle lavorazioni. Gli ordini nel laniero registrano un -28%, nel serico un -25%, mentre nel cotoniero rischiano di calare addirittura del 40%.

Nonostante le variazioni previste siano negative al punto da seppellire le speranze di ripresa per lo meno fino ai primi mesi del 2010, le aziende del tessile non alzano bandiera bianca. «I nostri imprenditori stanno reagendo bene, non ci arrendiamo – continua Loro Piana - stiamo facendo di tutto per farci trovare in prima posizione ai nastri di partenza delle ripresa, il problema semmai è riuscire ad arrivarci con così pochi ordini. E non rischiamo di giocarci soltanto la leadership mondiale che abbiamo conquistato faticosamente. la sopravvivenza di molte imprese a essere in dubbio se il rallentamento dovesse proseguire ancora per alcuni mesi».

E per uscire dalle secche di una crisi che in questo comparto produttivo rischia di lasciare segni più profondi che altrove, gli imprenditori tessili tornano a chiedere con forza una regolamentazione per l’etichettatura ”Made in Italy”: la tracciabilità dei tessuti è uno dei punti da cui partire per tornare a crescere. Ma non basta. «Bisogna avere il coraggio di riaffrontare la riduzione del cuneo fiscale – ha detto Loro Piana rivolgendosi a Berlusconi - è necessaria la decontribuzione e la defiscalizzazione degli accordi aziendali di secondo livello, soprattutto se riferiti a quote variabili di retribuzione legate a obbiettivi aziendali. E mi auguro che il governo faccia tutto il possibile per evitare che la Banca centrale europea sia la prima ad aumentare i tassi d’interesse ai primi segnali di ripresa, così come è stata l’ultima ad abbassarli all’arrivo della crisi».

Per finire un appello alle banche: «Spero che ci accompagnino in questo difficile frangente e siano disposte a chiudere un occhio su un anno, il 2009, che speriamo tutti di dimenticare presto».