Enrico Currò, la Repubblica, 09/09/09, 9 settembre 2009
Il Mondiale è davvero a due passi: "Vincere anche con un´autorete" - Il dubbio della vigilia è un classico delle nottate di ogni ct
Il Mondiale è davvero a due passi: "Vincere anche con un´autorete" - Il dubbio della vigilia è un classico delle nottate di ogni ct. Però è seria l´insonnia di Lippi per la formazione di Italia-Bulgaria: confermare Pirlo, il genio della lampada azzurra, o escluderlo da un centrocampo stile Juve, con De Rossi tra Camoranesi e Marchisio? Stasera la vittoria, dopo il doppio regalo di Tbilisi di Kaladze, attaccante naturalizzato prima di Amauri, può fruttare la qualificazione virtuale al Mondiale sudafricano, riducendo a duello di prestigio la visita in ottobre a Dublino, da Trapattoni. Il mancato successo è una complicazione da evitare. «Questa è la partita più importante del mio ciclo-bis in Nazionale». Il primato dell´estetica è un vezzo: «Non abbiamo la puzza sotto il naso. Vedrete una squadra molto concreta, che dimostrerà tutte le sue qualità, anche tecniche. Conta vincere: pure su un altro autogol o con un colpo di testa di Buffon, che per noi vale Messi, Maradona, Kakà». Il presidente federale Abete dissente: da 4 partite il portiere è il migliore e l´attacco non segna. «Il bel gioco sarebbe gradito». Tra gli emergenti resiste solo il torinese Marchisio, profeta in patria recuperato da un lieve infortunio: tornano riserve Rossi e Criscito. Se gioca Pirlo, dietro Gilardino-Iaquinta (ma Di Natale e Quagliarella sono in preallarme), dirotta in panchina Pepe. Con Pepe in campo, invece, l´attacco è il tridente Pepe-Gilardino (Quagliarella)-Iaquinta (Di Natale), molto coperto in fase difensiva. Quali sono i criteri nella scelta degli attaccanti? «La programmazione e il dosaggio delle forze: in settembre molti giocatori non sono in condizione, ho sempre fatto molto turnover in questo periodo». Senza Pirlo, i cambi, rispetto alla Georgia, sarebbero ben 5: Grosso per Criscito, Marchisio per Marchionni, De Rossi per Palombo, Gilardino per Rossi e appunto Pepe per Pirlo. L´ambiente, per il ct, è familiare e benevolo. «Sono contento di giocare a Torino: è la prima volta da ct e all´Olimpico non mi era mai capitato in assoluto. Riempire uno stadio da 28 mila posti non è difficile: mi aspetto appoggio». La folla juventina non lo negherebbe a 7 bianconeri (se gioca Iaquinta) su 11. La svolta, più che geopolitica, appare tecnico-tattica: i tremori della Confederations hanno indotto Lippi a puntare su un blocco: la Juve molto italiana si presta. La Bulgaria è lenta e gioca in orizzontale, ma non ha mai perso. Solo che è obbligata a vincere («attaccheremo», promette il ct Stoilov), per sperare nel secondo posto. Lippi lo sa bene: «Ma non credo che snaturerà se stessa. Ha un grande giocatore, Berbatov, che nel sofferto 4-1 al Montenegro ha segnato e fatto segnare. Non abbiamo paura di nessuno, ma servirà molta attenzione». Cioè non si indignino gli esteti, se si vincesse in contropiede. «Non siamo Valentino Rossi, ma per disperdere il patrimonio di simpatia con i tifosi ce ne vuole». Di Amauri, ha confermato Abete, si riparlerà dopo le qualificazioni: «Di lui e di Cassano non parlo, niente invasioni di campo». Anche sugli altri eventuali oriundi, come Thiago Motta, il presidente ha passato la palla al ct, sbrigativo assai sull´argomento, come sul caso Domenech, il rivale francese della notte di Berlino, caduto in disgrazia: «Ho in testa solo la Bulgaria».