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 2009  settembre 09 Mercoledì calendario

LA FISOGNOMICA E IL RISCHIO DR. HOUSE


«La verità è scritta sul nostro volto» dice il Dr. Col Lightman, ex agente di polizia, specializzato in prossemica, fisiognomi­ca, body language, cinesica. «Il linguag­gio del corpo non mente» è la sua tesi; così la sua strana agenzia investigativa, la Lightman Group, fornisce preziose consulenze all’FBI, alla polizia lo­cale, alle aziende private quando c’è da risolvere in fretta qualche mistero criminale. «Lie to Me» è una serie creata da Samuel Baum («The Eviden­ce ») ed è ispirata agli speciali­sti che supportano le varie uni­tà investigative della polizia americana. In qualche modo è costruita sulle vicende profes­sionali del Dr. Paul Ekman, professore di psicologia, e sul­le sue ricerche sul comporta­mento umano. Che non sono bizzarrie o americanate di mo­da, ma il fondamento stesso dell’etologia umana, come ci ricordano gli studi di Irenaus Eibl-Eibesfeldt e quelli più di­vulgativi di Desmond Morris (Fox, lunedì, ore 21.10). Ci so­no alcune espressioni istintive (il sorriso, il sogghigno, il cipi­glio, lo sguardo fisso, l’espres­sione dell’ira...) che governa­no la nostra comunicazione facciale e il Dr. Lightman (uno straordinario Tim Roth) cerca di intuirle, di leggerle, di inter­pretarle per metterle in contra­sto con un altro linguaggio, più comune e convenzionale, quello delle parole. Tra i perso­naggi principali troviamo la sua assistente Gillian Foster (Kelli Williams), l’ex agente della polizia Ria Torres (Monica Raymund), esperta di mi­croespressioni, Eli Loker (Brendan Hines) ricercatore del­l’azienda e Ben Reynolds (Mekhi Phifer) agente.

I pericoli che la serie corre sono quelli di offrirsi come una sorta di atlante dell’espressività, da comparare con vol­ti noti, e di rifare il verso al Dr. House; ma se c’è azione, il racconto si esalta con irreprensibile ironia.