VArie, 9 settembre 2009
Rosa Mellino, 72 anni. Originaria di Crotone ma da tempo residente nel bolognese, vedova, aveva tre figli tra cui Giovanni Franceschini, 40 anni, perito tecnico, un lavoro saltuario da archivista, malato di mente, seguito da diciassette anni dal Servizio di igiene mentale
Rosa Mellino, 72 anni. Originaria di Crotone ma da tempo residente nel bolognese, vedova, aveva tre figli tra cui Giovanni Franceschini, 40 anni, perito tecnico, un lavoro saltuario da archivista, malato di mente, seguito da diciassette anni dal Servizio di igiene mentale. Costui l’altra mattina alle 6.30 bussò alla porta di casa della madre e appena quella aprì le infilò un coltello che s’era portato apposta per ammazzarla nel collo e nella pancia. Poi la prese a cazzotti, più volte le sbattè la testa sul pavimento, di nuovò le infilò il coltello nel collo, e infine tornò a casa sua, si cambiò gli abiti zuppi di sangue, e li buttò nel cassonetto della spazzatura. Fermato in serata mentre tutto tranquillo usciva dal supermercato con le buste della spesa in mano, ai carabinieri, freddo e seccato, disse così: «L’omicidio di mia madre? Quale madre, per me quella donna non lo è mai stata. Dica piuttosto Rosa Mellino: sì, ho ucciso la signora Mellino perché era cattiva». Alle 6.30 di mattina di domenica 6 settembre in un appartamento a San Pietro in Casale in provincia di Bologna.