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 2009  settembre 08 Martedì calendario

L’INFLUENZA A ALLUNGA IL NATALE DEGLI STUDENTI


No definitivo alla proposta dei pediatri: regolare l’inizio delle lezioni

«Non si esclude nulla»: questa è al momento la linea del ministero dell’Istruzione sulle vacanze natalizie. Dopo che il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ha chiarito che si prevede un picco di diffusione dell’influenza A tra metà dicembre e metà gennaio, in molti hanno lasciato intendere che uno dei provvedimenti allo studio sarebbe un anticipo delle vacanze di Natale previste al momento dal 23 dicembre.
Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non si sbilancia. «Non escludiamo nulla. Però io credo che oggi il Paese vada tranquillizzato circa il fatto che la situazione è sotto controllo e anche se si verificheranno casi di influenza più diffusamente il governo ha pronto un piano di intervento. Quindi oggi cerchiamo di vivere tranquillamente e ovviamente di assumere le precauzioni necessarie per evitare il più possibile la diffusione di questa influenza». Nessuna decisione sulle vacanze natalizie è stata presa, sarà l’evolversi della situazione a dettare le decisioni di volta in volta.
Mentre l’unità di crisi interministeriale continua il lavoro tecnico, nelle regioni e negli uffici scolastici regionali si lavora affinché tutto vada per il meglio. Molto sarà lasciato all’autonomia delle singole scuole. E difatti gli istituti si regolano in modo diverso. C’è chi ha fatto scorta di salviette, chi si limiterà a stilare un vademecum da distribuire agli studenti. Un liceo romano ha deciso addirittura di bandire i baci per limitare il contagio. E’ un caso limite, ma è anche il segnale che la questione è ben presente e che negli istituti c’è attenzione. «Chiederemo di evitare le effusioni tra i ragazzi, come baci e abbracci, per scongiurare il più possibile il rischio del contagio: è solo una forma di profilassi intelligente», ha spiegato il preside del liceo Newton Mario Rusconi che è anche vice presidente dell’Associazione nazionale presidi.
«Non è un provvedimento oscurantista e non ci saranno sanzioni disciplinari per ”i disobbedientì - spiega - Faremo soltanto capire ai ragazzi che baci ed effusioni vanno evitati a scuola, magari da ottobre e per tutto il periodo critico del virus, per una questione di prevenzione. Le prime lezioni saranno tenute da insegnanti di scienze che spiegheranno le modalità di contagio e le precauzioni da prendere tra le quali anche quello di curare maggiormente l’igiene».
C’è anche chi, come a Napoli pensa di realizzare un vademecum, con i consigli per proteggersi dal rischio di influenza A, per alunni e insegnanti. L’assessorato regionale alla Sanità della Campania pensa a un’azione mirata per le scuole, con la diffusione di «informazioni e consigli contro il contagio», da affiggere magari nelle aule e nei bagni.
La linea del viceministro della Salute è la chiusura degli istituti quando si verificheranno tre o più casi di persone ammalate. Il farmacologo Silvio Garattini è perplesso: «Su 1000 studenti, tre può essere un numero basso ma su una scuola con 50 alunni, tre casi possono essere sufficienti alla chiusura». Meglio «valutare caso per caso».
La procedura per chiudere le scuole è stata delineata dalla Gelmini ribadendo che il governo sta lavorando ad un programma di contrasto: «Laddove in una scuola si fossero verificati casi di influenza ci sarà un controllo dell’autorità sanitaria, un coinvolgimento del dirigente scolastico e del Comune. Solo in quel caso la scuola sarà chiusa».
Certo è che «non ci sarà un rinvio dell’inizio dell’anno scolastico perchè ad oggi si sono verificati solo casi circoscritti di influenza A e quindi non ci sono le motivazioni per un provvedimento così drastico».