Luigi Accattoli, Corriere della sera 8/9/2009, 8 settembre 2009
GIOVANNA D’ARCO E I VESTITI DA UOMO
Quella di indossare i pantaloni fu una delle «colpe» per cui Giovanna d’Arco finì sul rogo nel 1431, a 19 anni: come si vede il vestire da uomo fu a lungo pericoloso anche in Europa. In abiti maschili Giovanna si presenta a Carlo VII a Chinon, con essi combatte e bivacca sulle rive della Loira, li riprende infine una volta imprigionata.
Sperimentò presto che in prigione le sue brache «ben serrate e legate» le erano più necessarie che tra i soldati: perché questi la riverivano come un’inviata da Dio, mentre i carcerieri inglesi si «burlavano di lei» e le gridavano «puttana» come già i loro connazionali dai baluardi di Orleans.
Nella fase istruttoria del processo sono in molti a tentare di convincerla a lasciare l’abito maschile. La minacciano dicendo che non avrà l’Eucarestia neanche a Pasqua se continua a portarlo. Alla domanda formale su chi le abbia «comandato» di indossarlo risponde risoluta: «Non ho preso quest’abito se non per comandamento di Dio e dei suoi angeli».
A un punto cruciale del processo le fanno mettere una croce sotto a un «atto di accettazione» con cui si impegna a «non portare per il futuro né armi, nè abiti da uomo, nè i capelli rasi». Ma trovandosi di nuovo esposta alle bravate dei carcerieri, Giovanna rimette le brache e così risponde all’inquisitore che gliene chiede ragione accusandola di «recidiva»: «Le ho prese perché era più conveniente giacché sono con degli uomini».
Ma come oggi in Sudan, anche allora tra Francia e Gran Bretagna c’era chi considerava legittimo che una donna vestisse da uomo. La disputa sulle brache della Pulcelle si accende molto prima della prigionia e del processo. E’ nel momento della sua maggiore gloria, nel maggio del 1429, che uno dei più grandi teologi dell’epoca, Jean le Charlier de Gerson compone un’apologia di Giovanna nella quale sostiene che ella fa bene a tagliarsi i capelli come un uomo perché «come un uomo porta l’elmo» e giustamente veste da maschio «perché si espone come combattente».