Giusi Di Lauro, Libero 8/9/2009, 8 settembre 2009
ARMATA ROSSA
Tra orgogli e pregiudizi, sono sfilate in tremila a Breda, in Olanda, le teste rosse del pianeta. Niente di politico né di modaiolo li ha portati lì, ma quel gene recessivo che fa di chi ha i capelli rossi naturali il tre per cento del pianeta.
Sono arrivati da tutto il mondo: dagli Stati Uniti; Australia; Belgio; Francia; Germania; Singapore; Emirati Arabi; Scozia e dal Sudafrica. Unico requisito necessario è avere i capelli rossi naturali, in tutti i toni possibili: dal rosso arancio al carota, al tiziano e al fulvo, di ogni sesso, provenienza ed età. Iniziato ieri, il raduno dei ”Redhead” continua per due giorni in una kermesse d’incontri scientifici, dibattiti, mostre di ogni tipo, picnic, party, tour in canoa nei canali di Breda e giri tra le vetrine della cittadina storica, decorate a tema.
L’arte della chioma
L’idea dei giorni dell’Orgoglio Rosso è nata nel 2005, dall’artista olandese Bart Rouwenhorst. «Allora cercavo un soggetto per i miei quadri; la mia mente è subito andata ad artisti quali Klimt e Rosetti, da qui mi sono dedicato alle donne con i capelli rossi». La ricerca delle modelle si è rivelata più complicata del previsto. «Le vere rosse si riconoscono dalla pelle», spiega l’uomo, «e non ce ne sono tante». Poi con un annuncio sul giornale si sono presentate in 150. «Il primo raduno è stata una sorta di scherzo, poi a centinaia mi hanno pregato di farne un appuntamento fisso ogni anno», racconta Rouwenhorst. Da qui è nato il Roodharigendag, la giornata dei capelli rossi.
Un’idea positiva finalmente per togliere dall’elenco di maldicenze e leggende chi ha i capelli rossi così come i detti popolari hanno registrato. «Il più bravo dei rossi butta il padre nel pozzo», dice un proverbio presente in più regioni, mostrando che esiste un federalismo dialettale nel credere che quando si è rossi si è anche cattivi. E poi «alla casa di chi ha i capelli rossi, non mangiare e non bere se non li conosci». Più boccaccesco, teniamo la versione veneta di «rossa de cavei famada de osei», per spostarci al molisano «lu mègghie rusce à accise la mamma». Si salta nella tradizione nazionale con «dio ti guardi dalla tosse e dagli uomini coi capelli rossi», e «bambini dai capelli rossi e gatti pezzati, ammazzali appena nati».
La letteratura
L’immaginario continua a mietere rosso e cattiveria nella letteratura, come in ”Rosso Malpelo” di Giovanni Verga o in ”Pel di carota” di Jules Renard, recuperando un po’ di simpatia con la bambina ”Pippi calzelunghe” della svedese Astrid Lindgren che anche se allegra e molto colorata rimane non un esempio da seguire per i bambini, visto che Pippi non va a scuola. Ci vuole ”Anna dai capelli rossi” all’inizio del ”900 della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery per trovare un po’ di dolcezza e non solo vivacità in una bambina dalla chioma fulva. Solo ai giorni nostri un rosso può diventare il bravo ragazzo di Happy Days Ricky Cunningham, la bambina sospirata da Charlie Brown dei Peanuts, il migliore amico di un eroe come Harry Potter, Ron Weasley.
Una volta superata l’età infantile e raggiuntane una sessualmente adulta, ecco che i rossi virano al fatale. Le donne prima di tutto e senza distinzioni se vere o finte, se in carne d’ossa o cartoon. Fulgide, e affascinanti eccole le rosse del cinema, Rita Hayworth, Maureen O’Hara, Julianne Moore, Nicole Kidman, Jessica Rabbit, Tilda Swinton. Esposte al parapetto del potere, la donna rossa diventa eccessiva, dalla Vergine e potente regina Elizabeth, alla premier d’acciaio Margaret Thatcher, dalla gaudente Sarah Ferguson per arrivare in Italia alla torquemada Ilda Boccassini e alla ministra esuberante Michela Vittoria Brambilla.
Scienza inesatta
Non si pensi poi che la scienza sia immune dai pregiudizi sui rossi. La prima è che i rossi puzzino. La risposta che gli scienziati danno è che sia colpa del ph della pelle più acido. Lo stesso che non fa venire né i brufoli né i pidocchi ai rossi. Ma come coniugare questo con la trama del ”Profumo” di Suskind, in cui l’aroma perfetto cercato dal protagonista Grenouille è quello di una vergine dai capelli rossi? La solita diceria non confermata, proprio come quello che vuole i rossi soffrano di più il dolore. I luminari dicono che è il gene MC1R a renderli più sensibili. E la luce? I rossi sono disturbati da quella forte. E la tendenza all’irascibilità? Bah, sarà. E quella a diventare biondi con la vecchiaia? E via così, fino a quando i rossi saranno davvero estinti, data prevista 2100. Ma anche questo è solo un «si dice».