Varie, 8 settembre 2009
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Hosni Farouk
• Alessandria d’Egitto (Egitto) 1938. Politico. Già ministro della Cultura, nel 2008 fu candidato tra molte polemiche alla direzione generale dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione), alla fine non fu eletto (la spuntò la bulgara Irina Bokova al 5° scrutinio, il 22 settembre 2009) • «[...] Un personaggio a dir poco controverso [...] longevo e potente ministro della Cultura del Cairo (in carica dal 1987 [...]) [...] ”Libri israeliani nelle biblioteche egiziane? – ha dichiarato il 10 maggio 2008 – Se li trovassi li brucerei io stesso”. Frasi pronunciate in Parlamento, luogo che più pubblico non poteva essere. Frasi, ovviamente, non passate inosservate. [...] ministro-pittore [...] un passato da (mediocre) artista ad Alessandria, poi da diplomatico a Parigi, infine a Roma [...] ex protégé di Atef Sedki (premier dal 1986 al 1996 [...]), oggi molto vicino (si dice) alla First Lady Suzanne Mubarak, protagonista di frequenti battaglie con i Fratelli Musulmani, con i riformisti, perfino con membri del partito di governo, con quasi tutti in sostanza [...]» (Cecilia Zecchinelli, ”Corriere della Sera” 26/5/2008) • «Chi ha dichiarato, nel l’aprile 2001, che ”Israele non ha mai contribuito alla civilizzazione, in nessun’epoca, perché non ha mai fatto altro che appropriarsi del bene altrui”? E chi ha ricominciato, quasi due mesi dopo, asserendo che ”la cultura israeliana è una cultura inumana; è una cultura aggressiva, razzista, pretenziosa, che si basa su un principio semplicissimo: rubare quello che non le appartiene per poi pretendere di impadronirsene”? Chi ha dichiarato, nel 1977, ripetendolo in seguito su tutti i toni, di essere ”nemico accanito” di qualsiasi tentativo di normalizzazione dei rapporti del proprio Paese con Israele? O ancora recentemente, nel 2008, chi ha risposto a un deputato del Parlamento egiziano, preoccupato del fatto che potessero essere introdotti libri israeliani nella Biblioteca d’Alessandria: ”Bruciamo questi libri; magari li brucerò io stesso davanti a voi”? Chi, nel 2001, sul quotidiano egiziano Ruz-al-Yusuf, ha detto che Israele era ”aiutato”, nei suoi oscuri maneggi, dall’’infiltrazione degli ebrei nei mass media internazionali” e dalla loro diabolica abilità a ”diffondere menzogne”? A chi dobbiamo queste dichiarazioni insensate, questo florilegio dell’odio, della stupidità, del cospirazionismo più sfrenato? A Farouk Hosny, ministro della Cultura egiziano [...]» (Claude Lanzmann, Bernard-Henri Lévy, Elie Wiesel, ”Corriere della Sera” 22/5/2009).