A. S., Il Sole-24 Ore 8/9/2009;, 8 settembre 2009
CENSURA SUL PASSATO DI PUTIN
Dieci anni fa, al tramonto dell’era Eltsin, nel giro di 12 giorni di settembre, quattro terribili attentati scossero la Russia: quattro bombe in edifici residenziali. Buynaksk, nel Daghestan: 64 morti. Mosca: più di 200 morti. Volgodonsk: 17 morti. La responsabilità venne attribuita al terrorismo ceceno, il primo ministro Vladimir Putin trasformò l’emergenza nazionale in guerra, e la guerra in Cecenia gli spianò la strada verso il Cremlino.
L’idea della presenza dei servizi segreti dietro quegli attentati non è nuova: l’esplosivo trovato tra le macerie risaliva all’Fsb, l’erede del Kgb sovietico. Scott Anderson, giornalista investigativo americano, ha rilanciato l’ipotesi di una cospirazione in un articolo pubblicato nel numero di settembre di GQ, il maschile di Condè Nast. Si intitola "Vladimir Putin: l’oscura ascesa al potere". Una ricerca della verità destinata a pochi: quell’articolo non deve apparire in Russia, ha stabilito l’editore americano, non deve essere mostrato a giornalisti o funzionari russi, non è stato pubblicato sul sito web della rivista. Da Mosca, il direttore dell’edizionerussadi GQ smentisce ogni forma di censura, e aggiunge che in ogni caso l’articolo non contiene nulla di sensazionale per i lettori russi. Che possono comunque verificare da sé: l’articolo è presto apparso in russo su internet (sul blog http: gawker.com) grazie a una schiera di traduttori. Rimasti anonimi.