Francesco Semprini, La stampa 7/9/2009, 7 settembre 2009
LO "ZAR VERDE" COSTRETTO A LASCIARE OBAMA
NEW YORK
L’amministrazione americana dice addio allo zar «verde». Van Jones nominato da Barack Obama consigliere speciale per i «lavori ecologici» del Consiglio per la Qualità ambientale della Casa Bianca, rassegna le dimissioni sull’onda delle polemiche nate attorno a controverse dichiarazioni del passato. A finire nel mirino della critica sono stati gli attacchi al governo Usa di cui è stato autore in occasione degli attentati dell’11 settembre, accuse di connivenza e complicità, che gli avversari politici non hanno mai digerito ritirandole fuori dopo il suo insediamento e, non a caso, alla vigilia dell’anniversario degli attentati.
Jones, con un background da giustiziere sociale e attivista duro e puro del movimento afro-americano, è stato definito dai conservatori «estremista», «nemico della patria» e «comunista sovversivo». Vani i tentativi di chiarimento: preso atto della situazione, l’«Eroe dell’ambiente» - così definito da Time Magazine nel 2008 - ha rassegnato le dimissioni. «Sono stato inondato di telefonate e messaggi da gente di tutti gli orientamenti politici, mi chiedevano di resistere e combattere. - spiega - Ma io sono stato chiamato qui per difendere gli altri, non me stesso».
l’epilogo di una crisi iniziata alla fine della scorsa settimana con la diffusione di un video in cui il consigliere usa epiteti crudi per definire i repubblicani e dopo con la rivelazione che in passato aveva firmato una petizione in difesa di arabi, musulmani e delle vittime dell’imperialismo morte negli attentati dell’11 settembre in cui l’amministrazione Bush era connivente occulta. «Potrebbero aver deliberatamente consentito di attaccare obiettivi Usa - recita il documento - come pretesto per fare la guerra».
Un manipolo di repubblicani ha organizzato un’offensiva coordinata fino all’affondo di John Cornyn, presidente della Commissione dei senatori del Grand Old Party: «Van Jones se ne deve andare». A nulla valgono le spiegazioni dell’interessato supportate in maniera molto debole dalla Casa Bianca. La bufera era alimentata dai suo nemici giurati come il giornalista di Fox News, Glenn Beck, che oltre alla petizione dell’11 settembre, menziona un video in cui Jones commentando il massacro di Columbine spiega come studenti neri non avrebbero mai fatto una cosa simile. E secondo il sito conservatore World Net Daily sembra che Jones avesse fatto parte di un gruppo filo-comunista dai chiari legami con Bill Ayers, padre del movimento «No-war», e nel 2005 ha definito il governo Usa «regime di apartheid».
«Gli oppositori delle riforme hanno messo in piedi una brutale campagna contro di me - spiega Jones -. Usano bugie e distorcono la verità per distrarre e dividere». E sulla petizione dell’11 settembre avverte: «Di certo non riflette il mio pensiero, né ora né mai». Ma le dimissioni dall’incarico per il quale era stato scelto direttamente da Obama lo scorso marzo erano ormai una scelta obbligata.