Anais Ginori, la Repubblica 6/9/2009, 6 settembre 2009
DAL NOSTRO INVIATO
PARIGI - A modo suo, è un´avventura affascinante. Apparso nel 1918 con l´influenza spagnola che aveva ucciso almeno 30 milioni di persone, il virus H1N1 ha viaggiato per oltre novant´anni fino ai giorni nostri, esplorando i cinque continenti grazie alle migrazioni degli uccelli, infestando suini e poi umani, con improvvise manifestazioni e lunghi periodi di «sonno», cambiando ogni tanto «faccia» per le sue mutazioni genetiche, ma non scomparendo mai. Quasi un´epopea, non proprio gloriosa, visto che ha sempre seminato morte e terrore. «Il virus H1N1 del 2009 è un discendente di quarta generazione dell´influenza che il mondo ha conosciuto nel 1918» racconta Patrick Berche, microbiologo all´ospedale Necker di Parigi. Paragonato al suo celebre antenato del Novecento, il «nipotino» del ventunesimo secolo è però molto diverso nella mappatura genetica e nella forza della contagiosità. Seguire le tracce di questo agente patogeno è come raccontare una grande saga famigliare. Finora è stato il virus influenzale più longevo, capace di trovare alleanze o di fare ritirate tattiche che lo hanno reso invincibile. Dopo la pandemia del 1918, per esempio, si trasforma in una banale influenza invernale. Tra il 1946 e il 1950, però, c´è il primo colpo di scena. Si manifestano due nuovi ceppi «molto virulenti» racconta Berche, secondo il quale l´attuale H1N1 sarebbe direttamente «imparentato» all´influenza del 1950. Si spiegherebbe così, aggiunge il microbiologo, perché le persone che oggi hanno più di 60 anni sono meno colpite: hanno già sviluppato gli anticorpi. Nel 1957 il virus appare nuovamente indebolito e lascia il posto al temibile H2N2 che miete vittime soprattutto in Asia. Passano altri vent´anni, ed ecco una nuova sorpresa. Nell´inverno del 1977 gli umani ricominciano ad ammalarsi dell´influenza H1N1. «Dal punto di vista genetico è un virus identico a quello del 1950» ricorda Berche. Alcuni scienziati hanno avanzato l´ipotesi che il virus fosse stato congelato in qualche laboratorio e da lì si fosse risvegliato. I medici riescono comunque a tenere sotto controllo l´epidemia. Ma nel 1998 c´è un´altra svolta: compare la prima ricombinazione genetica. Il virus H1N1 che per un po´ si è accontento di colpire la razza suina si «associa» con ceppi umani e aviari. Quando, nell´aprile scorso, gli scienziati riescono finalmente a trovare la mappatura genetica dell´attuale influenza scoprono che sei geni appartengono a quella del 1998. Altri due sono invece frutto di una nuova «alleanza». E purtroppo non è detto che il 2009 sia il capolinea di questo inquietante viaggio.