Barbara Ardu, la Repubblica 6/9/2009, 6 settembre 2009
BARBARA ARDU
BARBARA ARD
ROMA - Rallenta, anzi quasi si ferma, la corsa alla pensione di anzianità. Gli italiani preferiscono rimare al lavoro fino a raggiungere l´età per l´assegno di vecchiaia. Non se la sentono di abbandonare il posto in mezzo a una crisi economica che non si sa bene quando e come finirà.
Nei primi sette mesi del 2009 si sono messi a riposo prima del tempo 68mila persone, contro le 160mila dello stesso periodo del 2008. Un calo del 57,7 per cento: poco più di uno su due ha scelto di rimanere al lavoro. Antonio Mastrapasqua, presidente dell´Inps, a snocciolare i dati in un colloquio con l´Ansa. Colloquio rassicurante, perché i conti dell´Istituto vanno bene, con il bilancio 2009 dovrebbe chiudere in utile per circa 5,9 miliardi.
Un calo, quello delle pensioni di anzianità «in linea con le previsioni», spiega il presidente dell´Istituto previdenziale, che risente anche dell´apertura della finestra per l´uscita prevista per il primo luglio. Dal 2008, tra l´altro, sono cambiate le regole per il collocamento a riposo in anticipo rispetto all´età di vecchiaia (60 anni le donne, 65 gli uomini). il frutto della mini riforma varata dal governo Prodi che ha introdotto il sistema delle quote e elevato l´aliquota contributiva. La quota da raggiungere è 95, tra età e contributi e così già dal 2008 per andare in pensione bisogna lavorare di più. Per ora comunque l´andamento delle anzianità non ha risentito dell´inasprimento delle regole poiché, per uscire a luglio 2009 bisognava aver maturato i requisiti almeno sei mesi prima e quindi bastava ancora aver compiuto 58 anni entro la fine del 2008.
L´Inps dunque non solo è in equilibrio, ma è in utile, tanto che Susanno Camusso, segretario confederale della Cgil, suggerisce di utilizzare parte del "tesoretto" dell´Inps per sostenere i costi sociali della crisi economica, a cominciare da un rifinanziamento della cassa integrazione in scadenza. Che poi le richieste per le pensioni di anzianità siano diminuite, per la Camusso è un fatto scontato. «Chi aveva un lavoro se l´è tenuto stretto - spiega - gli ammortizzatori, quelli che dipendono dall´Inps, sono pagati grandemente dalle imprese e dai lavoratori e non sono un esborso per l´Istituto».
Un "tesoretto" che secondo Mastrapasqua potrebbe migliorare, superando i 6 miliardi di utile e i 10 di avanzo finanziario. La riorganizzazione dell´Inps, la lotta all´evasione contributiva e al lavoro nero, ha spiegato il direttore dell´Inps, porteranno nel 2009 al recupero di 7-8 miliardi, la sanatoria per le badanti farà entrare nelle casse contributi per 700 milioni di euro, di cui 350 già per quest´anno. E continua l´operazione di controllo sulle pensioni di invalidità, con 200mila verifiche straordinarie attese a fine anno e una quota di pensioni revocate tra il 12 e il 13 per cento del totale.
Un sistema per ora in equilibrio, che potrebbe però far apparire qualche incrinatura nel tempo, sia per l´aumento della vita media, che per il rapporto tra lavoratori e pensionati. Tant´è che il governo ha introdotto negli ultimi mesi meccanismi di controllo e adeguamento per misurare l´aumento della speranza di vita.