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 2009  settembre 05 Sabato calendario

MARINA CAVALLIERI

ROMA - Le cosce vanno misurate esattamente sotto i glutei, non bisogna sbagliare: è questo il punto strategico che cambierà i parametri scientifici e forse anche quelli estetici. Arriva infatti una notizia confortante per chi ha un´inclinazione naturale per le rotondità e un´ostilità altrettanto istintiva per le diete: le cosce grosse possono ridurre il rischio di malattie cardiache.
La scoperta è stata pubblicata da una fonte autorevole, il British Medical Journal, e sta facendo discutere la comunità scientifica ma questa novità, oltre ad aprire un nuovo corso nelle diagnosi mediche, potrebbe anche segnare una rivoluzione nei canoni estetici. Dopo le cosce muscolose di Michelle Obama, arriva ora un gruppo di ricercatori del Copenhagen University Hospital a confermare la tendenza all´abbondanza. Gli scienziati hanno scoperto che le persone con una circonferenza delle cosce superiore ai 60 centimetri hanno meno probabilità di incorrere in problemi cardiovascolari. Chi ha una circonferenza inferiore ha anche meno massa muscolare e un maggiore rischio di contrarre il diabete, che a sua volta facilita le malattie cardiache. Nessuna invidia per le gambe magrissime, dunque, sostiene il gruppo di ricercatori danesi. L´ossessione estetica di milioni di donne potrebbe essere dannosa: meglio una circonferenza abbondante alla Jennifer Lopez che una coscia esangue alla Kate Moss.
Il gruppo danese ha realizzato uno studio su 3 mila persone seguite per dieci anni. Sono stati considerati i livelli di colesterolo, la pressione sanguigna e l´attività fisica di ogni partecipante. Durante le rilevazioni, l´équipe ha osservato che il rapporto tra la circonferenza cosce e le malattie cardiache restava positivo anche quando il paziente era un fumatore o presentava livelli di colesterolo alti. Gli studiosi hanno notato che le persone con una circonferenza cosce al di sotto dei 55 centimetri hanno avuto, nell´arco del decennio, per ben due volte problemi gravi di salute. «Abbiamo riscontrato che il rischio era indipendente dallo stile di vita o dall´obesità - ha detto Berit Heitmann, direttore della ricerca - Invece era altamente correlato alla circonferenza della coscia piuttosto che a quella della vita, come finora credevamo. un tipo di misurazione molto grezzo ma potrà servire ai medici per calcolare i rischi».
Ma non tutti sono d´accordo con la medicina dei numeri. «La ricerca avrà pure la sua validità epidemiologica ma non si capisce la correlazione tra circonferenza delle cosce e rischi cardiaci», commenta Roberto Ferrari, presidente della Società europea di cardiologia. «Nel caso della circonferenza della vita il rapporto è chiaro: il grasso addominale produce una serie di sostanze nocive per il cuore. Nel caso delle cosce resta da stabilire qual è la relazione». Il fatto è che aumentano sempre di più le ricerche che tendono a studiare le misure del corpo, formule matematiche per spiegare problemi complessi. Ma Ferrari avverte: «Questo genere di rilevazioni possono darci indici prognostici interessanti ma non sufficienti a spiegare una malattia».