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 2009  settembre 05 Sabato calendario

LA SERIE A INVECCHIA E SNOBBA I GIOVANI


Bastone e pensione.
Perché siamo i più vecchi d’Europa, e perché in serie A i giovani cre­sciuti nei vivai trovano sempre meno spazio. Uno studio della Fifa trasforma in un dato stati­stico una vecchia diceria: i club italiani hanno chiuso le porte ai giovani. Siamo gli ulti­mi in Europa per numero di giovani impiegati in prima squadra, che sono ormai in via d’estinzione.

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Il quarto rapporto an­nuale dell’Osservatorio sui cal­ciatori professionisti, commis­sionato dalla Fifa, inchioda l’Italia: nell’ultima stagione, i giovani tirati su nei vivai sono stati solo il 12,8% dei calciato­ri impiegati nelle gare di Serie A. Un dato che fa dell’Italia il fanalino d’Europa. Il rapporto analizza i cinque campionati europei più importanti: Pre­mier (Inghilterra), Liga (Spa­gna), Bundesliga (Germania), Serie A, Ligue 1 (Francia). Si scopre così che siamo lontani anni luce dai club francesi, pri­mi, dove la percentuale di gio­vani è del 30,3%. In Europa i giovani provenienti dai vivai sono calati dal 22% al 21%, un segno meno che si registra per il quarto anno consecutivo. La media età dei calciatori in Eu­ropa è di 26 anni e 1 mese: an­che qui ce la caviamo male. Dietro a tutti, con una media di 26 anni e 7 mesi.

Sofferenza azzurra
Senza gio­vani in A, viene a mancare na­turalmente l’ossigeno alle Na­zionali. Infatti dopo i successi con l’Under 19 di Berrettini all’ Europeo del 2003, e la succes­siva Under 21 di Gentile, nes­sun altro urrà è arrivato dalle nazionali giovanili. «Le conclu­sioni per l’Italia non mi sor­prendono - commenta l’ex c.t. Paolo Berrettini - . Quando ero c.t. per costruire le nazionali giovanili, fino all’Under 20, do­vevo pescare dal campionato Primavera, perché in prima squadra i ragazzi non li faceva­no giocare». Il tecnico di Terni aggiunge: «I nostri dirigenti devono capire che i giovani so­no una risorsa. Quando vinsi l’Europeo con l’Under 19 tirai fuori Chiellini, Pazzini, Aquila­ni, Mantovani, ragazzi fatti sci­volare nel dimenticatoio delle giovanili, senza dare loro la possibilità di respirare l’aria della prima squadra. Poi arri­vò la Nazionale, l’exploit e il ti­tolo d’Europa, e in tanti si ac­corsero di avere in casa auten­tici gioielli».

E gli stranieri?
Il rapporto Fifa evidenzia anche la presenza degli stranieri nelle cinque grandi leghe europee. Seppu­re di poco, ma il loro numero è cresciuto, dal 45% al 45,2%. In Inghilterra il boom (65,2%, il dato precedente è del 48,09%), poi la Bundesliga (53,1%, dove per la prima vol­ta gli stranieri hanno superato i tedeschi, l’anno prima erano al 36,7%), la Serie A (39,6%, eravamo al 24,3), chiudono la Liga (35,9%, prima al 21,4%) e la Ligue 1 (33,8%, l’anno pri­ma al 23,2%). Gli stranieri arri­vano soprattutto da Brasile (163 giocatori, +5%), Argenti­na (103, +5%), Francia (100, +3%); la crescita più elevata è stata dei giocatori olandesi, au­mentati del 10% in giro per l’Europa, si vedono sempre me­no senegalesi (-13%). Tanti stranieri nel Vecchio Continen­te, e pochi giovani lanciati in prima squadra dai vivai. E non sempre perché il talento non c’è.