Anais Ginori, la Repubblica, 05/09/09, 5 settembre 2009
DA FIRST LADY A ”PRESIDENTESSA”: L’IRRESISTIBILE ASCESA DI ”CARLA’” OFFUSCA IL RUOLO DI SARKOZY
L´ultima nomina era passata quasi inosservata, nascosta tra le pieghe dei comunicati ufficiali. «Patrick Zelnik è stato incaricato dal governo di studiare nuove forme di pagamento dei contenuti culturali su Internet». Il nome del debuttante non dice niente a nessuno, ma Zelnik è stato il produttore di Carla Bruni. La sua casa discografica "Naive" ha infatti lanciato nel mondo della musica l´ex modella e ha distribuito tutti i suoi dischi. «La scelta è stata fatta dal nuovo ministro Frédéric Mitterrand, a sua volta scelto dalla moglie di Nicolas Sarkozy», ha rivelato il Nouvel Observateur, chiosando con malizia: «Quanto sarà indipendente il parere di Zelnik?»
La domanda è retorica. ormai chiaro che all´Eliseo non abita una première dame dedita soltanto a organizzare garden party o a smistare la corrispondenza, pur numerosa: Carla Bruni-Sarkozy riceve mille lettere al mese, un piccolo record per la storia di questa residenza. L´influenza della Premiere dame non si misura soltanto nei dettagli che hanno decretato la fine dello stile "bling bling" del presidente. I giudizi di "Carlita", come la chiama il marito, possono fare o disfare carriere politiche. successo con l´ex ministro e pupilla Rachida Dati, e prima con Georges-Marc Benamou che si è visto sfilare la nomina a Villa Medici per far posto a uno dei "favoriti" della first lady, il nipote di Mitterrand (poi diventato ministro). «Sono amico di Carla ma questo non c´entra niente» è stato costretto a giustificarsi il giornalista Philippe Val, appena arrivato alla guida della radio pubblica France Inter.
«La sua influenza è immensa, ascolto molto quello che mi dice. Le sue riflessioni allargano le mie vedute, il mio pensiero», ha detto Sarkozy della moglie. All´Eliseo occupa l´ufficio di Bernadette Chirac, ma ha scelto di continuare a vivere nella sua casa, seguendo in questo l´esempio di Danielle Mitterrand. Si è circondata di pochi, fedeli consiglieri. Pierre Charon è quasi il suo guardaspalle, soprannominato "checkpoint" perché filtra tutti i messaggi e le questue. Ha da poco chiamato a sé Grégoire Verdeaux, un alto funzionario, per gestire le missioni "speciali". «Sceglie ogni apparizione pubblica con minuzia, ci tiene a dare un senso a quello che fa» racconta Verdeaux. «In genere, rifiuta la mondanità».
Il ruolo, comunque, sembra essere cucito su misura. Si mostra amorosa e sottomessa con il marito, che chiama chouchou, e sogna di avere da lui un figlio, alimentando costantemente voci nelle (rare) volte che ha la pancia un po´ più prominente del solito. Poi, però, è capace di rompere il protocollo andando da sola al G8 dell´Aquila. Ancora: ha voluto esprimersi contro il regime birmano che continua a tenere in carcere Aung San Suu Kyi, spiazzando il Quai d´Orsay. «La sua benemerenza è un passaggio obbligato per arrivare al presidente», spiega il giornalista Yves Derai, che l´ha intervistata tante volte. «Uno dei suoi primi atti "politici" - racconta - è stato chiamare Bertrand Delanoe». In un´intervista il sindaco di Parigi aveva paragonato Sarkozy a Berlusconi. «Lei lo ha rimproverato - continua Derai - perché riteneva fosse offensivo per il marito».
La "Présidente", come dicono ormai tutti, ha adesso una sua agenda autonoma. Nei prossimi giorni annuncerà la sua crociata per le banlieue. «Non sono un mondo a parte, voglio andarci», ha spiegato. Anche in questo caso la scelta non sembra casuale: Sarkozy aveva promesso di ripulire le periferie con il karcher, un aspirapolvere molto potente. Lei invece vorrebbe creare accademie artistiche. Intanto continua anche a scrivere canzoni, a partecipare a concerti come quello a New York per il compleanno di Mandela. «Non rinuncerà mai alla sua carriera artistica» spiega ancora Derai. Essere solo "Présidente" forse non basta.