Sandra Cesarale, Corriere della Sera, 05/09/09, 5 settembre 2009
WOLF, IL CAMALEONTE DEL POP «E’ L’EREDE DI DAVID BOWIE»


stato eletto erede di David Bowie («Non soltanto perché indossa abiti stravaganti. Va controcorrente», ha scritto il settimanale britannico New Musical Express ); il Times , invece, l’ha ribattezzato il «camaleonte del pop». A Patrick Wolf non mancano né l’anticonformismo né il gusto per il travestimento. «Quando uscì il mio primo album mi meravigliai che nessuno potesse vedere in me la nuova Madonna », ha raccontato. Come l’ex-Material girl cambia in continuazione il look: si tinge di biondo per essere seducente come un modello; con i capelli castani assomiglia a un ambiguo collegiale di un film di Ivory; i capelli rossi gli danno un piglio ribelle («Mi sono ispirato a Geri Halliwell, l’ex Ginger Spice»).


A 26 anni ha già alle spalle quattro album e una lunga lista di giudizi lusinghieri. Ma per pagare le spese dell’ultimo «The Bachelor» ha chiesto soldi ai suoi fan attraverso il suo sito internet, raccogliendo 100mila sterline. Le sue canzoni oscure e barocche sono impregnate dal dolore per la fine di un amore. E nel 2010 è previsto il seguito, «The Conqueror », un secondo cd (inizialmente era previsto un doppio album) con testi «erotici e romantici ». Per pubblicarlo si è sobbarcato in lungo tour che lo porterà l’11 settembre al Circolo Magnolia di Milano per il festival MiTo. «Quando ho composto i pezzi per ’The Bachelor’ mi sentivo solo, immerso in uno stato di malinconia. Volevo fuggire... ho finito per scrivere 15 canzoni che raccontavano i sentimenti negativi che mi affliggevano. Poi ho incontrato il mio fidanzato, l’amore cambia tutto. E ho capito che avrei dovuto incidere un album positivo. Però non volevo mischiare su uno stesso disco canzoni sulla miseria umana e pezzi allegri».


Violinista, pianista, compositore, cantautore, produttore, regista di video, stilista e modello, Patrick ha vissuto un’infanzia serena e un’adolescenza inquieta e turbolenta. Figlio di un musicista e di una pittrice, passava le vacanze estive dai nonni materni in Irlanda (dove è nato); a Londra, dove ha sempre vissuto, i genitori lo portavano alle mostre di Damien Hirst ed Egon Schiele. La storia è cambiata quando iniziò a frequentare una scuola privata maschile. Lui, gracile ed eccentrico, diventò il bersaglio preferito dei suoi sportivissimi compagni di scuola. «All’inizio erano soltanto in tre, poi sono diventati trenta: mi gettavano addosso qualsiasi cosa, mi insultavano, mi sfidavano. Pensi che sia colpa tua, perché è la tua identità che viene attaccata e quindi è un tuo problema. Non ero sicuro se fossi gay o bisessuale. Ovviamente non ero macho come il resto dei miei compagni, ma ero me stesso», ha raccontato al settimanale Observer.


Adesso si dichiara gay e convive con il suo nuovo fidanzato. Però fino a poco tempo fa diceva: «Non so dire se in futuro comporrò album di death metal o canzoni pop per bambini, così come non posso predire se sono destinato a vivere con un cavallo, un uomo o una donna».
Il mondo di Patrick è popolato da icone femminili: Meredith Monk, PJ Harvey e, soprattutto, Joni Mitchell: «Con Joni ho capito che per comunicare non c’è bisogno di un’orchestra sinfonica, basta una voce e uno strumento... quella donna ha le palle».