Paolo Forcellini, L’Espresso, 10 settembre 2009, 10 settembre 2009
Alla riunione del Consiglio dei ministri che, un mese fa, nominò Enrico Giovannini nuovo presidente dell’Istat, Giulio Tremonti sorrideva sotto i baffi, mentre Renato Brunetta masticava amaro
Alla riunione del Consiglio dei ministri che, un mese fa, nominò Enrico Giovannini nuovo presidente dell’Istat, Giulio Tremonti sorrideva sotto i baffi, mentre Renato Brunetta masticava amaro. Cos’era successo? Brunetta, che dal punto di vista formale era il titolare del dicastero che proponeva la nomina, aveva in realtà un altro candidato per l’ambita poltrona, Fiorella Kostoris, così come Gianni Letta che avrebbe invece voluto vedervi assiso Andrea Bollino, presidente del Gestore dei servizi elettrici. Ma Tremonti non era disposto ad accettare che altri decidessero di un ruolo strategico per il suo ministero. Così nelle settimane precedenti aveva proceduto a discreti sondaggi per individuare l’’uomo giusto’, coinvolgendo anche personalità dell’opposizione, vista la natura ’al di sopra delle parti’ che dovrebbe caratterizzare l’ente in questione. Ne era uscita l’indicazione di Giovannini, direttore dei servizi statistici dell’Ocse e esperto di chiara fama. Per evitarne la nomina, nelle settimane successive Brunetta aveva fatto sapere a Tremonti che Giovannini non era disponibile, anche per la sostanziosa disparità tra le retribuzioni Ocse e Istat. Il ministro dell’Economia a quel punto ha chiesto conferma del diniego al diretto interessato che invece assicurava la sua disponibilità. Così a Brunetta non è rimasto che far buon viso al cattivo gioco.