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 2009  settembre 03 Giovedì calendario

GLI SVEDESI CREDONO ALLA FAVOLA DEGLI EBREI MERCANTI D’ORGANI


Un articolo sul quotidiano svedese Aftonbladet ha quasi portato alla rottura dei rapporti diplomatici tra Stoccolma e Israele e a uno spontaneo boicottaggio temporaneo dei prodotti Ikea in Israele. Il giornale svedese ha pubblicato un pezzo del fotografo Bostrom, nel quale si sostiene che gli israeliani ucciderebbero i palestinesi per asportare gli organi da immettere nel mercato clandestino. Chi lo conosce dice che Bostrom sia un ottimo fotografo, ma un pessimo giornalista. L’articolo pare ne sia la migliore dimostrazione. L’accusa è risibile e infondata. L’accusa di Bostrom è fondata su pochi fatti, molto distanti tra loro e che vengono connessi in modo arbitrario. Nel 1992 il corpo di un palestinese è stato trovato con alcuni organi espiantati e diciassette anni dopo un ebreo è stato arrestato in un altro paese con l’accusa di traffico d’organi. Tutto qui. L’articolo è fondato sul nulla ed è grave che la direzione del giornale lo abbia considerato pubblicabile. Questo potrebbe dimostrare la scarsa professionalità del giornale, ma anche quanto sia tuttora accettabile l’immagine del mercante Shylock, degli ebrei assetati di sangue (il sangue in un’epoca tecnologica medica avanzata diventa organi da rubare, possedere e commercializzare). Il governo israeliano non si è limitato a smentire l’articolo. Il ministro degli esteri ha chiesto al governo svedese di non condannare l’articolo, ma di esprimere il proprio rammarico. Il governo svedese ha finora rifiutato e ha anzi smentito l’ambasciatore svedese in Israele che aveva detto di capire il disappunto israeliano. Gli svedesi si sono trincerati dietro la libertà di stampa. Ma al di là di, più o meno, raffinate discussioni sulla libertà di stampa è evidente la differente reazione con quanto successo con le vignette danesi.
Quando il governo di Copenhagen e tutta l’Unione europea si genuflessero per chieder perdono per delle vignette che avevano suscitato forti proteste e reazioni in mezzo mondo musulmano.