Gabriele Parpiglia, Chi, 9 settembre 2009, 9 settembre 2009
Dopo 369 giorni trascorsi tra carcere (per l’accusa di bancarotta fraudolenta), affidamento ai servizi sociali, arresti domiciliari e qualche weekend di relax a Milano Marittima e a Forte dei Marmi, Matteo Cambi è tornato: presto partirà per l’India come concorrente del reality ”La Tribù-Missione India” e, per la prima volta, parla della sua vita
Dopo 369 giorni trascorsi tra carcere (per l’accusa di bancarotta fraudolenta), affidamento ai servizi sociali, arresti domiciliari e qualche weekend di relax a Milano Marittima e a Forte dei Marmi, Matteo Cambi è tornato: presto partirà per l’India come concorrente del reality ”La Tribù-Missione India” e, per la prima volta, parla della sua vita. Anzi, delle sue due vite. Quella di Cambi imprenditore: «Strappavo i soldi, fatturavo e bruciavo il denaro in stupidate. Ero pieno di belle donne e tutti i personaggi del mondo dello spettacolo e del mondo del calcio erano miei amici». E quella di Cambi cocainomane: «Per anni è stata la mia infedele compagna di vita. Mi drogavo così tanto che temevo di fare la fine di Marco Pantani. Dio e il carcere mi hanno salvato». Partiamo dalla sua prima vita. Cosa ricorda? «Una sera ero a Parma, avevo fame e sono andato alla trattoria Cocchi, una delle più rinomate della città. Ho preteso che il cuoco venisse a cucinare da me. Un giochino che mi è costato 15 mila euro. Un’altra volta ho visto in tv la pubblicità della nuova Bentley. La voglio. Inizio a fare una telefonata dietro l’altra. Trovo una concessionaria a Roma che ne ha una in pronta consegna, ma me l’avrebbe data solo l’indomani mattina. Prendo l’aereo privato, vado lì e aspetto che apra. Dopo un paio d’ore ero alla guida del bolide. Avevo speso oltre 200 mila euro senza battere ciglio». Erano gli anni d’oro della sua griffe e le ragazze famose le cadevano ai piedi… «Anche con loro esageravo spesso. Andavo a cena da Lorenzo, a Forte dei Marmi, e per fare lo splendido spendevo 10 mila euro al ristorante. Ma dai! Nemmeno i russi milionari facevano così! Ordinavo i migliori vini e non badavo a spese. Poi neanche mangiavo, perché avevo già la droga in corpo. E la fame, quando sei strafatto, ti passa». Per quale motivo ha iniziato a drogarsi? «Ero malato. Più la Guru saliva, più io scendevo all’inferno. Invece di concentrarmi sul lavoro pensavo all’aereo privato da comprare». E l’ha preso? «Sì, l’ho chiamato I Guru. Ero un pazzo. Leggevo sul giornale che David La Chapelle era il miglior fotografo al mondo e lo contattavo per le mie campagne. Mi è costato 1 milione e 200 mila dollari per due lavori. No comment». Mentre lei spendeva e spandeva la Guardia di Finanza indagava. Lo immaginava? «C’erano delle voci ma non m’importava. Ero posseduto dalla cocaina e dal denaro. Mi drogavo in casa, da solo, al ristorante e anche in discoteca. Quando non pippavo, spendevo. Avevo accumulato così tanti debiti che, ormai, era scontato che l’azienda fallisse. Mia madre era preoccupata, ma non per il fallimento, per le mie condizioni di salute. Pesavo 50 chili e non mangiavo». Poi, l’11 luglio 2008, l’arresto. Che ricordo ha? «Il buio totale. Ricordo il cancello del carcere che si chiude alle mie spalle, una luce arancione nella mia cella e il silenzio. Piangevo, mi disperavo. Ero solo, mi mancava la mia famiglia, mi sentivo la causa di tutto e, paradossalmente, mi mancava anche la cocaina. Ne sono uscito con calma, grazie all’équipe del carcere. Poi, a metà settembre, mi hanno mandato in comunità. Si sono aperte le porte del carcere e non avevo un euro per raggiungere la sede della comunità Betania di Don Luigi Valentini. Ho chiesto un passaggio a un tassista che mi ha riconosciuto. In comunità ero diventato il re della lavanderia. Mi è venuta la tendinite per quante tovaglie ho stirato. Poi mi hanno trasferito nella serra e curavo i fiori. Incredibile, ma la cocaina era diventata solo un ricordo». Dopo 369 giorni è tornato in libertà e ora esordirà in tv. Sarà l’inizio della sua terza vita? «No. Ora so bene e non ho bisogno di ricominciare. Vivo di poco, ho una piccola casa in affitto, mi divertirò in tv e magari tornerò nel mondo della moda, ma solo quando avrò un progetto serio». Degli amici del mondo dello spettacolo, chi le è stato vicino quando era in difficoltà? «Nessuno, nessuno, nessuno. Sa quante persone hanno vissuto alle mie spalle? Sa quanti si sono approfittati delle mie debolezze? Ma la vita è una ruota che gira. E io avevo il buon Dio dalla mia parte». Gabriele Parpiglia