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 2009  settembre 03 Giovedì calendario

«VIDEOCRACY? LA TV HA CAMBIATO L’ITALIA IN MEGLIO»


Venezia. RED CARPET. Qualche decina di No global bloccati all’Hotel Des Bains, contestazioni pacate dei 100 autori, una diretta tv che Sky ha recuperato all’ultimo. La 66esima edizione della mostra internazionale del cinema di Venezia è tutta un red carpet, per le bandiere rosse con cui Tornatore ha colorato politicamente il suo film. Rosso anche il vestito della splendida Eva Mendez, sbanalizzato però da macchie di leopardo a forma di baci, come quelli che regalava a fan e fotografi. Banale il rosso Grecoraci, ultracoperto tranne che sul davanti, a mostrare gambe sempre sul punto di cascare. Al seguito Briatore, che qui pare normale, perché gli italiani - da Carlo Rossella al Liga - son tutti abbronzati color supplì al cioccolato. Il più rosso, però, è stato Sandro Bondi arrivando mano nella mano con la sua nuova compagna. Quando è passato alcuni ragazzi hanno intonato un timido coro: «Noi la crisi non la vogliamo». Devono essere aspiranti vallette del Billionaire. Nuove Noemi, chissà. Bellissime, intanto, sono sfilate Maria Grazia Cucinotta in un blu elettrico e Afef, con un viola che sfida i superstiziosi. Maria Ripa di Meana in stile Elettra: abito nero con un ragno, forse una vedova nera, nonostante la presenza di Carlo che, però, salutava fotografi e pubblico al boato che, in realtà, era per la Mendez. Per non fare lo stesso errore, Simona Ventura, in un abito nero coperto ovunque tranne che sull’attacco laterale dei segni e sulla schiena, dove serpeggiano simil-diamanti, ha fatto dietrofront quando ha visto il boato per Ligabue. Completo rock, ossia pantaloni neri e camicia nera, aperta sul petto, senza giaccia.

PREMIO PRO-LIFE. Il messaggio politico pro-gay - e in generale il filone omosessuale di molti film - di Maria Grazia Cucinotta non è rimasto impunito. Ieri la mostra del cinema di Venezia ha reso noto che in collaborazione con il Fiuggi Film Festival, festival per e sulle famiglie, per una cinematografia tradizionale, anche sul piano sessuale, quest’anno verrà assegnato un premio pro-life. stato istituito un nuovo riconoscimento non ufficiale, voluto dal Movimento per la Vita, per è premiare uno dei film della Mostra del cinema di Venezia «che abbia maggiormente contribuito, con i contenuti della storia e con il linguaggio, alla promozione della difesa del valore della vita umana». Il riconoscimento sarà intitolato a Gianni Astrei, medico pediatra recentemente scomparso, fondatore del Fiuggi Family Festival e membro del direttivo e animatore del Movimento per la vita presieduto dall’europarlamentare Carlo Casini.

PROTESTE. Per ora l’antagonismo e le contraddizioni interne al sistema del cinema sono a livelli fin troppo tranquilli. Gli organizzatori sono preoccupati, senza polemiche, che mostra è? Dov’è la guerra annunciata dai Centoautori? Ieri hanno presentato il loro programma di azione a Venezia. Dalla terrazza dell’hotel Hungaria, Stefano Rulli ha letto l’editto ungaro del movimento che presiede. Molte domande, una sola, doppia, risposta. «C’è una specificità emotiva nel fervore narrativo dell’esordiente, nel suo desiderio di comunicare, come nell’innamoramento rispetto all’amore? Quali le responsabilità di un giovane chiamato a fare importanti mediazioni per poter entrare nel mondo del cinema?». La risposta è che lo Stato deve aiutare il cinema e, allo stesso tempo, bisogna difendere i diritti d’autore. Quindi, lotta alla pirateria e al copyleft (e poi dicono che sono di sinistra). Andrea Purgatori, coordinatore dell’associazione, ha sottolineato che «il diritto d’autore è un’arma politica che intendiamo utilizzare fino in fondo per costringere tutti gli utilizzatori delle opere cinematografiche e televisive, che sui contenuti fanno enormi profitti, a restituire agli autori e mondo dell’audiovisivo almeno una parte di questi guadagni». Ecco il piano di lotta: il 7 Narrazione, un incontro tecnico sullo scrivere per il cinema e i serial tv. Il 9, "Impara l’arte e impara a non metterla da parte", invitato Gianfranco Pannone, autore del Sol dell’avvenire, documentario assai osteggiato da Bondi, Il 10 settembre, si discute di distribuzione: "Esordisci e poi muori".

VIDEOCRACY. Certo il plauso di Berlusconi per il film di Tornatore potrebbe aver raffreddato gli animi più bellicosi. Medusa produce sia Placido che Tornatore, due registi di sinistra, che sono contro i tagli ma, intanto, fanno il cinema con quello che molti registi di sinistra considerano un regime di monopolio, berlusconiano (da intendersi RaiSet). Più che nel confronto tra Bondi, sbarcato ieri ma già pronto a ripartire, e i Cento-autori, c’è attesa per il film di Erik Gandini, Videocracy - Basta apparire. L’unica proiezione è prevista questa sera per la Settimana della Critica in seno alle Giornate degli Autori. Il documentario-denuncia svedese che attraverso l’analisi del sistema televisivo italiano è stato volutamente messo ai margini dai vertici della Biennale. Un’unica proiezione è il chiaro segno di non essere particolarmente gradito. Eppure, a proposito di registi contro, Citto Maselli è ben presente al lido con il suo Ombre rosse. Ideale sequel di Lettera aperta a un giornale della sera. Ma a Venezia, le ombre sono i bicchieri di vino. Ha già vinto a scatola chiusa il premio, prima o poi verrà istituito, Doppia A (Alcolisti anonimi).

MEDIASET-SKY. Intanto, Piersilvio Berlusconi è sbarcato al Lido per lanciare un messaggio chiaro a Sky anche sul piano del cinema. Il vicepresidente di Mediaset è venuto a vedere Baarìa, coprodotto da Medusa come Il grande sogno di Michele Placido. Entrambi avranno una preview sulla pay tv di Mediaset, ma «naturalmente potrà averli praticamente in contemporanea anche Sky se vorrà acquisire i diritti e se si adeguerà alle nuove condizioni di mercato». Come per il calcio, «Sky si deve rendere conto che ci sono altri competitor nel mercato pay. Noi crediamo che il mercato possa assorbire due pay tv». E poi, con orgoglio patrio-commerciale, Piersilvio ricorda che il suo gruppo investe «circa 300 milioni l’anno in audivisivo nazionale, tra cinema e fiction. E altri 70-80 milioni li investe in cinema italiano Medusa». Ci saranno i tagli al Fus? Eccovi i soldi Mediaset, sembra dire Piersilvio. Però, dovete meritarli. Videocracy? «Incuriosito? Come produttore mi incuriosisce tutto ma questo film non più di tanto, mi pare proponga una lettura faziosa tutta contro la tv commerciale. vero che la tv ha cambiato il Paese ma decisamente in meglio».