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 2009  settembre 03 Giovedì calendario

ORALITA’

e SCRITTURA: un contadino analfabeta degli Anni 20 ci aiuta a capire la rivoluzione mentale determinata dalla scrittura -

Aleksandr Lurija, futuro fondatore della neuropsichiatria sovietica, chiese negli anni 20 a un contadino in che cosa differissero nell’aspetto la sega, l’accetta e il tronco d’albero: "Non differiscono affatto, rispose il contadino; hanno lo stesso aspetto, perché la sega segherà l’albero, l’accetta lo dividerà in tanti pezzi e questi pezzi verranno bruciati nel camino".

Questa risposta ci illumina sul modo di pensare di una mente che ignora il sistema della scrittura, totalmente immersa com’è nel mondo dell’oralità primaria. Tale confronto ci offre la misura di ciò che è stata la rivoluzione alfabetica sulla nostra visione del mondo e sulla nostra cultura. Il contadino non concepisce gli oggetti sega-accetta-tronco come unità distinte davanti a sè e neanche come parole per definirli, ma concepisce la situazione come un insieme dinamico di azioni coerenti e congruenti, un unico flusso esprimibile per esempio con l’andare a far legna nel bosco per riscaldarsi. Nel mondo dell’oralità le azioni sono codificate e conservate nella memoria come tante piccole o grandi storie trasmesse dalla tradizione da bocca a orecchio.
La scrittura alfabetica, impostasi in Occidente 2500 anni fa traduce il «nastro fonico», come dicono i linguisti in un manufatto, cioè in qualcosa di visibile e di manipolabile. Sul supporto cartaceo il discorso passa dal tempo dell’oralità allo spazio della parola divenuta segno, entità che il contadino non ha mai «visto» e quindi neppure pensato.

LA scrittura ci ha permesso diu tradurre il grande patrimonio dei racconti o miti tradizionali in asserzioni e giudizi caratterizzati da una stabile coerenza ed esattezza di significati. Il mondo è allora passato dalla poesia alla prosa, dal mito alla scienza. Il soggetto alfabetizzato ha sviluppato per la prima volta capacità critiche nei confronti della tradizione e la possibilità di costruire nuovi enunciati, mai prima immaginati.
Oggi nuove forme e nuovi supporti di scrittura si impongono nelle nostre pratiche di vita e di espressione. Il testo scritto non è più l’unico strumento del sapere.