Gian Antonio Stella, Corriere della Sera, 3/9/2009, 3 settembre 2009
L’INVASIONE DELLA POLONIA E I GIORNALI DI QUEI GIORNI
Il primo giorno no, il secondo no, il terzo no, il quarto no, il quinto no... E via così. Per quindici giorni.. Sono ammattiti, ieri, all’archivio del Corriere, nel tentativo di trovare in qualcuna delle tre edizioni quotidiane di allora il titolo citato da Berlusconi. Il quale, a Danzica, dice la cronaca del suo Giornale , ha ridacchiato: «L’espulsione di una minoranza tedesca dalla Polonia è stata la scusa con cui Hitler l’ha invasa e il Corriere applaudì titolando ’Fantastica operazione umanitaria’, bravi! » .
Ora, esclusa la sola ipotesi che il capo del Governo s’inventi le cose così, al momento, resta un mistero: esiste qualche edizione pirata del Corriere che il Corriere,
che pure conserva tutti ma proprio tutti i numeri dal giorno della fondazione ad oggi, non ha? La verità è che purtroppo il nostro, come tutti i giornali dell’epoca, fece dei titoli orribili senza bisogno d’aggiungerne altri. Il primo giorno, 1˚settembre, titolò: «Le proposte di Hitler per Danzica e il Corridoio leali ragionevoli ed eseguibilissime lasciate stoltamente cadere da Varsavia e da Londra». Il secondo: «L’atteggiamento italiano definito dal consiglio dei ministri presieduto dal duce/’L’Italia non prenderà alcuna iniziativa di operazioni militari’. Alto elogio alla disciplina del popolo fascista». Il terzo: «Decisa avanzata tedesca in Polonia». Era il Corriere fascista di Aldo Borelli. E quello di Ermanno Amicucci, sotto Salò, avrebbe fatto anche di peggio. la nostra storia. Fatta di momenti di luci (come la commossa solennità del ritorno di Ettore Janni, nominato direttore nel 1943 dopo essere stato buttato fuori 20 anni prima dai fascisti) e di ombre. Al Cavaliere pare però sfuggire un dettaglio. In anni in cui i giornali ricevevano ordini rigidissimi («Diminuire le notizie sul cattivo tempo», «Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire», «Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti») il Corriere fece quei titoli perché erano imposti col manganello da un capo del governo che la mattina era assai soddisfatto di quanto leggeva. Fosse stato spiritoso, avrebbe potuto ripetere le parole di Napoleone III: «Non leggo i giornali, pubblicano solo quello che dico io...».