Marco Accossato, La Stampa, 3/9/2009, 3 settembre 2009
FEBBRE STAGIONALE? 8MILA MORTI - [FIRMA]MARCO ACCOSSATO
TORINO
La chiamano «semplice influenza», «male di stagione», una «banale febbre». Ma i virus che ogni anno mettono a letto in Italia circa dieci milioni di persone sono tutt’altro che un’infezione «banale».
Nel nostro Paese, l’influenza che colpisce fra novembre e gennaio miete circa 8 mila vittime, per complicanze. Killer silenzioso. Un numero concentrato di decessi nettamente superiore non solo al bollettino europeo della «suina», ma anche agli ultimi dati del rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità: 2185 vittime su 209.438 casi di contagio da A-H1N1 nei 177 Paesi finora interessati dalla pandemia.
L’influenza che ha portato a «livello 6» l’allarme dell’Oms è la sesta grande pandemia nel mondo, dal 1743 a oggi. Tra il 1918 e il 1919 la Spagnola fece più morti - complici le scarse condizioni igieniche - della prima guerra mondiale: 20 milioni di persone di ogni età. Ma il terrore universale che s’è diffuso per la «suina» «sarebbe ridimensionato molto se lo rapportassimo sempre alle conseguenze dell’influenza di stagione», invitano alla prudenza diversi epidemiologi. «Nel corso di un’epidemia di influenza cosiddetta ”convenzionale” - sottolinea l’infettivologo Giovanni Di Perri, dell’Università di Torino - la mortalità può raggiungere valori ben superiori a quelli fatti registrare dall’epidemia di A-H1N1». E’ l’estensione del contagio, più che la gravità, la differenza. «La gravità clinica della ”suina” equivale a quella dell’influenza stagionale», garantisce Di Perri. «Ma mentre l’influenza stagionale colpisce di solito gli anziani, nel caso della ”suina” risultano più contagiate le persone di mezza età: hanno avuto meno probabilità di venire in contatto con forme variate del virus che probabilmente forniscono una sorta di immunità anche rispetto all’influenza A».
La rete di sorveglianza Influnet sull’andamento della normale influenza dice che sono i bambini i più a rischio: 6 casi su mille assistiti dai pediatri. Il tasso d’incidenza scende poi col crescere dell’età, fino ad arrivare a poco più di due casi ogni mille assistiti fra chi ha più di 65 anni. «Ma a questa età crescono le complicanze, e cresce quindi in questa fascia il numero di vittime». Otto morti su dieci, nel nostro Paese, hanno più di 65 anni. Polmoniti e broncopolmoniti sono all’origine di un migliaio di decessi a stagione.
Sars, Aviaria, e ora la malattia respiratoria dei maiali. Per ogni pandemia sono stati previsti milioni di morti, «e ancor oggi - fa notare Di Perri - esistono focolai di Aviaria». Ma il disastro annunciato non c’è mai stato. Restano però gli 8 mila morti l’anno per la «banale influenza» di stagione.