Niccolò Zancan, La Stampa -Torino, 3/9/2009, 3 settembre 2009
BOTTE AL FIGLIO SEDICENNE CHE GLI DICE: SONO GAY
Torino, ore 20 di lunedì 31 agosto, Barriera di Milano.[...] Dalla cucina dell’unica famiglia italiana del condominio si sentono urla e insulti. Un ragazzino, 16 anni, piange. Poi grida anche lui.
Padre contro figlio. E viceversa. «Gli ho detto che sono omosessuale», ha spiegato il ragazzino ai carabinieri, intervenuti per la seconda volta in pochi giorni. «Lui lo sa benissimo, ma non vuole accettarlo».
Il padre, origini pugliesi, faccia pallida da chi ha lavorato tutto agosto, è un uomo di cinquant’anni. Fa il muratore. Scende a parlare, molto provato: «Non è successo niente. Sono fatti nostri. Questa storia non deve uscire da qui». Il fratello maggiore, 19 anni, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Non c’è niente da dire, nulla di nulla. Niente da spiegare. Cose nostre. Altrimenti finisce male».
[...]
Nel palazzo abita Rachid, un ragazzo marocchino di 25 anni. Lui ha capito benissimo quello che sta succedendo, anche senza bisogno di spiegazioni. «L’altra sera ho sentito il litigio. Non è la prima volta che succede. Ma è stato particolarmente violento. Ce l’hanno con il figlio minorenne. Per me è un bravissimo ragazzino, un tipo a posto, simpatico, qui gli vogliamo tutti bene. Ma ho sentito troppa rabbia in quella casa, non è giusto. Il piccolo italiano non va lasciato solo»