Roberto Iasoni, Corriere della Sera 2/9/2009, 2 settembre 2009
al tirocinio di giornalista prima e romanziere popolare poi che si deve l’attenzione puntigliosa di Simenon alle copertine dei suoi libri: dato che titolo e illustrazione devono agire come potenti richiami, non c’è contratto per la pubblicazione («Compresi i dialetti, i miei libri sono tradotti in un centinaio di lingue»: lo scrittore a François Lacassin) che non contempli il preventivo gradimento dell’autore
al tirocinio di giornalista prima e romanziere popolare poi che si deve l’attenzione puntigliosa di Simenon alle copertine dei suoi libri: dato che titolo e illustrazione devono agire come potenti richiami, non c’è contratto per la pubblicazione («Compresi i dialetti, i miei libri sono tradotti in un centinaio di lingue»: lo scrittore a François Lacassin) che non contempli il preventivo gradimento dell’autore. Simenon, del resto, si vanta di aver inventato la copertina fotografica con la quale Fayard stampa i primi Maigret, nel 1931-’32 (stessa tecnica, va notato, scelta da Adelphi per la sua edizione, avviata nel 1985 con Lettera a mia madre ). Si può immaginare quanto fosse scomoda, sotto l’occhio esigente di Simenon, la posizione di Ferenc Pintér, l’autore delle copertine dei Maigret – e di qualche «romanzo duro» – editi da Mondadori tra il 1961 e il ”91: una novantina di tavole, comprese le inedite. Ma l’illustratore italo-ungherese (nato ad Alassio nel 1931, è scomparso l’anno scorso) non delude il romanziere: la sua grafica scarna e densa è la prosecuzione con altri mezzi dello stile-Simenon. Il Pintér dalla pennellata sintetica ed evocativa, dal tratto che cattura l’atmosfera di un racconto (talvolta con humour ) senza concessioni figurative, è tornato d’attualità con le Inchieste del commissario Maigret , che escono in edicola ogni mercoledì con il «Corriere» e ripropongono le copertine degli Oscar. Ma Tutti i Maigret di Pintér si possono incontrare nell’omonimo, imperdibile volume di Santo Alligo (Little Nemo, pagine 240, e 38), che ripercorre la lunga fedeltà dell’illustratore al commissario, dal 1961 (le sovraccoperte dei due Omnibus dell’ Ispettore Maigret ) al ”91 ( Maigret e l’informatore, nei Mystbooks), con un’opportuna finestra sui lavori extra-Maigret (da Il segretario a Betty ), eseguiti tra il ”62 e il ”78. Una fedeltà nutrita d’interesse, piacere e coinvolgimento personale. Oltre a mostrarci le tavole, tutte accuratamente datate, Alligo ci parla di un Pintér «vittima» di Maigret, che a Parigi cerca invano (perché non esiste) la brasserie Dauphine e prova a fumare il «gris», il modesto tabacco del commissario («Rivelatosi insopportabile e subito gettato via conservando, giusto per ricordo, soltanto l’involucro», ammette lo stesso illustratore).