Tonia Mastrobuoni, il Riformista 1/9/2009, 1 settembre 2009
PRIMA REPUBBLICA IN AGONIA ANCHE IN GERMANIA
La Germania «fatica a rendersi conto che sta cambiando tutta la struttura della sua rappresentanza politica». Gian Enrico Rusconi, politologo e germanista, racconta in questa intervista con il Riformista di «stupirsi dello stupore» dei suoi colleghi tedeschi. Da mesi discute con loro, «ma sembrano non voler capire, anzi, stanno sistematicamente rimuovendo che la vecchia Germania delle Volksparteien e del bipartitismo imperfetto, scomparirà con le imminenti elezioni del 27 settembre».
La Seconda repubblica tedesca. Anche il paese di Angela Merkel, nel quadro tracciato da Rusconi, si avvierebbe verso una sua Seconda Repubblica. La Spd e Cdu, che negli anni Settanta raccoglievano ancora il 90 per cento dei consensi, si avviano a raggiungere appena il 60 per cento dei voti e fanno ormai i conti con partiti ex piccoli, in crescita esponenziale, che stano rapidamente diventando qualcosa di più del semplice ago della bilancia. «Il vecchio quadro postbellico si sta squagliando», riassume Rusconi.
Personalismo presidenziale. Nel paese che festeggerà tra poco più di due mesi il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, il professore di Scienze politiche dell’università di Torino, si meraviglia che non ci sia la percezione di quanto sia cambiata l’Europa dopo quella data, dopo il 1989. I grandi partiti di massa si sono indeboliti ovunque e in particolare in Francia e in Italia è emerso un fenomeno nuovo, un «personalismo presidenziale» incarnato da Nicolas Sarkozy e da Silvio Berlusconi.
Superangela. Anche in Germania è avvenuto questo fenomeno, in modo più lento e più strisciante, «anche perché i tedeschi hanno il terrore del forme di premierato o di presidenzialismo forte perché è ancora troppo vivo lo spettro del nazismo», ed è perfettamente incarnato da Angela Merkel. Tuttavia, i tedeschi non lo ammettono, gli storici litigano con Rusconi, ma la verità è questo presidenzialismo "latente" non soltanto c’è, ma è «la salvezza della Germania».
Merkel vince, la Cdu no. I sondaggi confermano in pieno, da mesi, l’interpretazione del politologo. Dalle ultime indagini emerge che cancelliera batte il suo rivale di oltre quaranta punti nei sondaggi, il suo indice di popolarità sfiora il 70 per cento contro quello di Frank Walter Steinmeier che non arriva al 25. Soprattutto, «quello che si tende a dimenticare è che il 27 settembre i tedeschi andranno a votare due schede. Ed è facile prevedere per la Merkel un consenso altissimo e per il suo partito, la Cdu/Csu, molti meno voti», afferma il politologo. La stessa cosa avvenne anni fa, ricorda Rusconi, con l’ex ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher, quando alla guida della cancelleria c’era Helmut Kohl e il paese era guidato dalla coalizione tra cristianodemocratici e liberali. «Genscher prese molti più voti del suo partito, la Fdp».
Anti-carisma. Angela Merkel «fortunatamente» non è affetta dal populismo dei colleghi francese e italiano, «non è guasconesca», anzi, la sua forza «sta nella sua serietà, nella sua immagine di donna poco carismatica, ma rassicurante e forte». Tanto che, ridacchia il grande studioso della Germania, «anche quando è ondivaga come nella vicenda Opel, si tende a percepirla come autorevole». E in ogni caso, anche negli anni ’50 e 60, quando alla guida dei cristianodemocratici c’era l’ex cancelliere Konrad Adenauer, «si parlò di una Kanzlerdiktatur, di una "dittatura del cancellierato". Ma i tedeschi continuano ad avere il terrore più assoluto per queste forme di leadership forte. Anche adesso, si ostinano letteralmente a non vedere come si sta rivoluzionando il sistema politico»
Germania si "italianizza"? Dunque, lo scenario, come dimostra anche la "prova generale" di domenica, dove i due partiti che hanno dominato la storia del dopoguerra tedesco, Cdu e Spd, sono in pesante ritirata in tre regioni e in undici comuni con un travaso dei voti a favore dei "piccoli", si sta complicando, «come ha detto qualcuno nell’ultimo periodo, si sta "italianizzando"», osserva il politologo torinese.
Bipolarismo imperfetto. Anzitutto, il quadro si sta frammentando. Lo dimostra la forza crescente della Linke, che non è più solamente un "partito regionale" molto radicato nella Germania dell’Est, ma che si sta consolidando anche ad ovest, il raddoppio dei consensi per i liberali della Fdp, il successo clamoroso, soprattutto nelle elezioni comunali, dei Gruenen, sta facendo impazzire il barometro delle alleanze. «Se si fa un paragone con l’Italia - sottolinea Rusconi - va fatto però con il quadro tipico pre elettorale della Prima, non della Seconda repubblica».