Roberto DཿAlimonte, Il Sole-24 Ore 1/9/2009;, 1 settembre 2009
IL BIPOLARISMO DECOLLA DOPO 54 ANNI GRAZIE AL SISTEMA MAGGIORITARIO
Con le elezioni di domenica anche il Giappone è diventato una democrazia competitiva. Perché una democrazia sia tale occorre che il governo cambi di mano o che almeno esista la ragionevole aspettativa che questo possa accadere.
In Giappone dal 1955 fino ad oggi il predominio del Partito liberaldemocratico (Ldp) è stato così forte da rendere l’esito delle elezioni scontato. Lo stesso è successo in Italia con la Democrazia cristiana ( Dc) dal 1948 al 1992. Non è un caso che Dc e Ldp, Italia e Giappone, siano stati spesso associati allo stesso modello di democrazia: sistemi a partito dominante, senza alternanza. La Dcè crollata trail 1992 e il 1994.L’Ldp si è dimostrato, nonostante il fattore corruzione, più resistente. Si è andato progressivamente indebolendo negli ultimi venti anni, ha perso il potere per 11 mesi nel 1993, ha rischiato di perdere le elezioni del 2005 (e così sarebbe stato senza Koizumi), eppure - fino a domenica - ha tenuto. Grazie anche al fatto che in Giappone, a differenza dell’Italia, la magistratura non ha svolto lo stesso ruolo. Adesso, politicamente, il Giappone volta pagina. Queste elezioni sono una tappa importante di un processo politico che in Italia come in Giappone è iniziato nei primi anni Novanta con l’indebolimento dei due partiti dominanti e una radicale riforma elettorale. Nel 1993 in Italia e nel 1994 in Giappone sono stati introdotti sistemi elettorali misti molto simili tra loro. In entrambi i casi una quota di seggi (il 75% in Italia e il 60% in Giappone) sono attribuiti in collegi uninominali al candidato con più voti mentre i restanti seggi vengono distribuiti con formula proporzionale a liste di partito chiuse.
In Italia questo sistema è stato soppiantato nel 2005 da un sistema con premio di maggioranza, in Giappone invece la riforma del 1994 è rimasta. Ed è soprattutto grazie a questa riforma che gradualmente il Giappone si è avviato verso un bipolarismo virtuoso fondato su due grandi partiti. Il vincitore delle ultime elezioni- il Partito democratico (Dpj)- e lo sconfitto- l’Ldp-non sono i soli partiti del sistema. Ci sono i loro alleati e ci sono anche par-titi, come quello comunista, che stanno da soli. Però Dpj e Ldp in queste elezioni hanno comunque raccolto insieme l’88% dei seggi, mentre nel 2005 ne avevano l’85% e nel 2003 l’86 per cento. Dpj e Ldp governano, agli altri partiti resta un diritto di tribuna.
la parte maggioritaria del sistema elettorale (i collegi uninominali) ad avere fortemente incentivato questo sviluppo della politica giapponese. così che il Dpj ha potuto ottenere in queste elezioni il 64% dei seggi totali con il 42% dei voti proporzionali mentre la coalizione da lui guidata ha potuto conseguire la maggioranza assoluta dei seggi con il 48% dei voti.
Tra le grandi democrazie occidentali resta solo la Germania a non avere un sistema elettorale maggioritario o con una consistente parte maggioritaria.
Il caso vuole che tra qualche settimana si voti anche lì. Visto che esiste danoi una corrente di pensiero che guarda alla Germania come modello per una nuova riforma elettorale sarà interessante confrontare l’esito delle elezioni in Germania e Giappone.