Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 01 Martedì calendario

TOKYO, LA CARICA DEGLI INESPERTI


La rivoluzione giapponese arriva anche per via anagrafica. Governo nuovo, partito nuovo, deputati nuovis­simi. Persino troppo, forse. Il premier in pectore Yukio Hato­yama ha già riunito i suoi colla­boratori, stila la lista dei possi­bili ministri e aspetta che nel gi­ro di un paio di settimane giun­ga il momento dell’insediamen­to. Tuttavia, il giorno dopo il trionfo elettorale, il suo Partito democratico deve fugare qual­che dubbio tra i poteri che con­tano e la stessa opinione pubbli­ca. Che il Dpj sia un partito mai messo alla prova, è ovvio. Di più: è stato l’elemento di forza che ha rovesciato milioni di vo­ti dai liberaldemocratici del­l’Ldp all’opposizione democrati­ca. Meno facile è ribattere alle perplessità di chi nota che i membri della Camera Bassa hanno poca esperienza e affida­re il Giappone a loro è un azzar­do.

A fare i conti, i dubbi hanno qualche fondamento. Erano 114 i candidati all’esordio asso­luto in politica tra i 271 che il Dpj (al netto dei patti di desi­stenza con i partitini alleati) ha presentato nei 300 collegi uni­nominali, là dove la battaglia politica si traduce in un corpo a corpo, vinci o muori. Visi puli­ti, il nome a grossi caratteri ac­canto alla foto su manifesti uno diverso dall’altro. Li chiamano i «ragazzi di Ozawa». Perché li ha scelti uno per uno Ichiro Ozawa, fino a maggio segreta­rio dell’Dpj, dimessosi per uno scandalo. Vecchio marpione delle alchimie parlamentari, Ozawa ha piazzato gente nuova nei collegi uninominali dove più poteva far male all’Ldp. Tan­te le donne, e infatti mai il Giap­pone ha ottenuto una Camera Bassa con 54 deputate, dieci in più rispetto al 2005, un record. Quattro anni fa, il leader libe­raldemocratico Junichiro Koizu­mi aveva anticipato una strate­gia simile (con i «ragazzi di Koizumi», appunto), gente fre­sca per rilanciare il partito e to­gliere di torno chi, nell’Ldp, non condivideva lo slancio in­novatore. Domenica, però, i no­vizi del Dpj hanno abbattuto an­che gli ex novizi di Koizumi, per la sadica gioia di Ozawa. Ge­rald Curtis, specialista del Giap­pone con cattedra alla Colum­bia University, ieri spiegava: «Un cambio di queste propor­zioni e la stessa strategia di Ozawa sono stati favoriti dai collegi uninominali. Non mi stupirei se i democratici ora cer­cassero di cambiare ulterior­mente il sistema, riducendo o cancellando la quota proporzio­nale di 180 seggi».

La trappola ha funzionato e ieri l’ex opposizione contempla­va i dati definitivi: il Dpj tripli­ca i seggi e passa da 115 a 308, e con alleati e potenziali alleati raggiunge i 323 deputati, oltre i due terzi della Camera Bassa ne­cessari per la maggioranza qua­lificata; l’Lpd tracolla da 300 esatti a soli 119, mentre i suoi partner buddhisti del Komeito scendono da 31 a 21. Il quadro non lascia spazio ad ambiguità, e i timori sulle ricette economi­che di Hatoyama & C. si sono materializzati alla Borsa di To­kyo. Partita bene la mattina, ha poi chiuso con un meno 0,4%.

Tutto materiale per l’agenda dei «ragazzi di Ozawa». Che sa­ranno anche competenti, ma dovranno vedersela con la buro­crazia: indispensabile ovun­que, potentissima in Giappone. Il professor Curtis, ancora: «An­che se in campagna elettorale Hatoyama prometteva di sba­razzarsi dei burocrati, nessuno del Dpj che abbia un minimo di lucidità pensa di farne a meno. un ’expertise’ irrinunciabile. Troveranno il modo di arruolarli e punire quelli di loro che criticano apertamente l’esecutivo ». Serve una guida per i «ragazzi », ed è Ozawa. Che dovrà dirigere come un’orchestra l’implume compagine e mettere i neodeputati al riparo dalle insi­die. I maliziosi notano che così lo scaltro Ozawa ha il controllo grosso modo su metà dei parla­mentari del Dpj. Anzi: potrebbe esercitare un implicito potere di pressione, addirittura di ri­catto su Hatoyama, che da pri­mo ministro avrà tali e tante grane da non poter perdere tempo a gestire il gruppo parla­mentare. Sarà forse solo un cat­tivo presentimento, ma qualcu­no già teme che su Hatoyama premier si allunghi l’ombra del premier ombra, Ozawa.