Federico Rampini, la Repubblica 31/08/2009, 31 agosto 2009
LE SCARPE CON LE DITA HANNO CONQUISTATO L’AMERICA
La tribù degli scalzi sfida gli schiavi delle griffes sportive. Si corre meglio, più veloci e con meno rischi, se la pianta del piede "sente" la terra come i nostri antenati a caccia di selvaggina? la guerra di religione che sconvolge il business della calzatura da jogging. partito dalla suola delle scarpe l´assalto alla supremazia di Nike, Adidas e Reebok. Tra i Davide che sfidano Golia c´è un´azienda italiana, la Vibram. Ha inventato la "scarpa che non c´è": minimalista, una membrana sottile che avvolge il piede, con le dita separate come in un guanto, e lo lascia quasi nudo nel contatto con il terreno. Il New York Times scopre il boom di questa non-scarpa e ne fa un caso con foto dell´"oggetto" in prima pagina. Proprio in America - a due mesi dalla celebre maratona di New York - nel popolo del jogging questo nuovo modo di correre a piedi quasi nudi ha un successo notevole. Il numero degli adepti cresce a vista d´occhio.
La sola Vibram con la linea Five Fingers (Cinque Dita) ha visto le sue vendite triplicare ogni anno, dopo il lancio nel 2006. Ora tremano i colossi, che rappresentano un fatturato annuo da 17 miliardi di dollari: nei negozi sportivi ormai la zona-scarpe si è dilatata, è sempre più invadente, con sezioni specializzate a seconda delle discipline sportive (mai usare una scarpa da tennis per andare a correre!), dei percorsi (un velocista e un maratoneta hanno esigenze diverse), perfino della conformazione anatomica: il cliente è invitato a poggiare i piedi su scanner elettronici che misurano l´inclinazione su cui poggia il peso del corpo. In questo business i Big come Nike, Adidas, o la giapponese Asics, da anni hanno investito su suole sempre più spesse, morbide, molleggiate, hi-tech. Cuscinetti d´aria intrappolati nel caucciù vengono venduti a prezzo d´oro, come altrettante protezioni contro il logorìo delle giunture (anca, ginocchio, caviglia, vertebre) che insidia il corridore di fondo. Si aggiungono microchip elettronici e ogni sorta di gadget che promette performance superiori e vita lunga agli arti inferiori. questo Verbo che oggi viene demolito dagli eretici coi piedi scalzi, e il grande scisma spacca in due il popolo globale che si allena nei parchi e sull´asfalto del pianeta.
L´offensiva frontale contro le maxi-scarpe di marca, superimbottite e accessoriate come navette spaziali, ha un supporto scientifico. Daniel Lieberman, docente di biologia evolutiva a Harvard, è uno degli scienziati che sostiene la "scarpa invisibile". Lui ha passato in rassegna un´impressionante mole di dati per ricostruire la storia della corsa nell´evoluzione della specie umana. Riguardo agli ultimi decenni la sua conclusione è clamorosa: "Non esistono prove che le scarpe sportive abbiano migliorato la condizione di chi corre". Dagli anni Settanta in poi, nel periodo che ha visto un´escalation di innovazioni tecnologiche con l´uso di materiali sempre più sofisticati, il tasso di infortuni e ferite nel popolo del jogging non si è ridotto. Anzi, alcuni incidenti al ginocchio e al tendine d´Achille sono perfino aumentati. E questo nonostante l´adozione sempre più universale di scarpe che promettono di "assorbire l´impatto" con l´asfalto.
arrivato alla stessa conclusione il medico Craig Richards della facoltà di medicina di Newcastle in Australia, il cui studio sarà pubblicato sul British Journal of Sports Medicine: «Non esiste una sola indagine clinica che abbia dimostrato i benefici delle scarpe molleggiate o protettive, nel prevenire i danni fisici o nel migliorare i risultati sportivi». musica per le orecchie dei corridori scalzi, convertiti alle marche meno note che vendono le scarpe-guanto. All´inizio questi erano quasi una setta esoterica. Il loro idolo era Abebe Bikila, il leggendario maratoneta etiope che vinse alle Olimpiadi di Roma del 1960 correndo a piedi nudi. La stessa Vibram quando inventò la linea Cinque Dita all´inizio pensava di rivolgersi a nicchie di mercato come gli appassionati di kayak o di yoga. Solo in tempi recenti ha attecchito su una platea più vasta, l´esercito dei corridori di fondo. Lo si deve al successo di nuovi metodi di allenamento - ChiRunning e Pose Method - popolarizzato nei paesi angloamericani da un best-seller, "Born to Run", cioè nati per correre. Il suo autore, Christopher McDougall, ricorda che l´essere umano è una macchina geneticamente programmata per la corsa: è così che i nostri antenati sono sopravvissuti alle belve feroci che li braccavano, e a loro volta hanno potuto alimentarsi di selvaggina. Perciò il nostro piede è uno strumento che l´evoluzione delle specie ha disegnato alla perfezione: per sostenerci nella corsa, ed anche come "sensore" di tutte le asperità del terreno, pronto a segnalarci i pericoli che possono rappresentare per la nostra salute.
Galahad Clark, fondatore a Londra di Terra Plana che è un altro produttore di "scarpe invisibili", trae la conclusione: le superscarpe tecnologiche vendute dai colossi dell´abbigliamento sportivo "sono come delle bare, imprigionano il piede e gli impediscono di svolgere le sue funzioni essenziali". in totale disaccordo Lewis Maharam, consulente medico dei New York Road Runners (il club dei maratoneti newyorchesi): «Correre a piedi nudi va bene per chi ha una costituzione bio-meccanica perfetta, per il restante 95% della popolazione è una ricetta sicura per finire all´ospedale». La battaglia continua. Appuntamento alla prossima maratona: occhio alle scarpe di chi taglierà per primo il traguardo.