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 2009  agosto 31 Lunedì calendario

I PIANI PER TENERE IL VIRUS FUORI DALLE AULE


La musica, con toni cupi, accompagna le immagini di persone raffreddate in ufficio e bambini che tossiscono a scuola. «Quando starnutite migliaia di microbi si diffondono nell´aria». Da poche ore, radio e tv francesi sono inondate dalle immagini delle nuova campagna "Stop all´influenza". Gli spot del ministero della Salute – che promuovono gesti di "igiene quotidiana" per prevenire il virus H1N1 - passano anche quattro volte al giorno. La Francia è già pronta alla possibile chiusura delle scuole in caso di pandemia. I cancelli degli istituti riaprono questa settimana ma non si sa per quanto. «Già a partire da tre casi – ha stabilito il ministro dell´Istruzione, Luc Chatel – si può ipotizzare la chiusura di una intera classe». I prefetti dovranno coordinarsi con i presidi per la serrata o lo smistamento degli alunni "sani" in altri istituti.
Uno scenario da guerra batteriologica. Tutto il programma di elementari, medie e superiori è stato registrato per poterlo trasmettere su radio e televisioni. Se le autorità decideranno la chiusura di una o più scuole, gli alunni infatti potranno continuare a studiare da casa, ascoltando Radio France o guardando France 5. Le interrogazioni avverranno per telefono, gli esami online o per corrispondenza. Non ci saranno lezioni in classe «per il tempo necessario a contenere la diffusione del virus». «I bimbi infettati – ha spiegato Chatel – potranno tornare a scuola solo 7 giorni dopo i primi sintomi, quando sarà terminata la fase contagiosa».
La Francia guida così il partito degli "allarmisti", rispetto a quello (molto più numeroso) dei governi "prudenti" che credono che sia inutile sospendere i corsi per limitare i danni dell´influenza A. Le scuole sono il luogo più predisposto alla diffusione del virus H1N1: il contagio è 20 volte superiore nella popolazione compresa tra 5 e 24 anni. In Italia, la sottocommissione di esperti che doveva valutare le eventuali conseguenze della pandemia nelle scuole non ha preso in esame l´ipotesi della chiusura generalizzata. Anche a Londra la pensano così. «Chiudere gli istituti non servirebbe a niente» ha commentato un portavoce del Dipartimento britannico all´Istruzione. Quest´estate un´équipe di scienziati aveva lanciato sulla rivista Lancet un appello per rinviare a fine settembre l´inizio dell´anno scolastico, in tempo per avere il vaccino. Ma il governo britannico ha preferito mantenere immutato il calendario.
Secondo altri esperti, chiudere le scuole è controproducente: si rischia di allungare la diffusione del virus fino a dopo l´inverno. Di certo ci sarebbero conseguenze devastanti per l´economia, con legioni di genitori che non potrebbero presentarsi al lavoro per stare con i figli. L´America, per esempio, ha scelto di puntare sulla campagna di vaccinazione, che sarà la più vasta dai tempi della polio. Kathleen Seebelius, segretario alla Salute americana, ha dato disposizione di ricominciare normalmente l´anno scolastico, anche se gli studenti universitari contagiati saranno messi in isolamento. Non si parla di nessuna chiusura generalizzata delle scuole neanche in Spagna. Il premier José Luis Maria Zapatero ha puntato invece su una campagna di sensibilizzazione all´igiene nei luoghi pubblici. Così anche in Germania, dove la cancelliera Angela Merkel ha mantenuto un profilo basso sulla possibilità di una pandemia tra i giovani.
L´Ue ha scelto di non dare direttive uniche sulla prevenzione dell´influenza A. «Per alcuni Paesi sarà più dura che per altri» prevede John Oxford, virologo del Royal London Hospital. «Il fatto che in Gran Bretagna l´epidemia sia cominciata nella primavera scorsa permette di arrivare alla cattiva stagione con un buon numero di persone già immunizzate». In questo sarebbero dunque più "fortunati" anche Irlanda e Olanda, dove il virus si è manifestato con forza prima dell´estate.