Financial Times, 31 agosto 2009, 31 agosto 2009
Il futuro di una delle maggiori aste del mondo per un giacimento petrolifero – quello dell’Orinoco, in Venezuela – è a rischio
Il futuro di una delle maggiori aste del mondo per un giacimento petrolifero – quello dell’Orinoco, in Venezuela – è a rischio. I ripetuti rinvii delle date per l’offerta – che sono state spostate per la terza volta a fine luglio – riflettono la preoccupazione degli investitori per i rischi politici dietro a un progetto che, per i suoi costi, è già rischioso di suo. Partecipano alla gara compagnia cinesi, russe, indiane, brasiliane e i colossi Shell, British Petroleum, Chevron, Total, Eni e Statoil. Il giacimento di Carbobo ha bisogno di investimenti compresi tra i 30 e i 50 miliardi di dollari per l’avvio di tre progetti che sarebbero in grado di garantire 1,2 milioni di barili al giorno. Chavez però fa paura. Quest’anno ha già espropriato gli asset di 70 gruppi petroliferi, le tasse sul petrolio sono sta aumentate per la quarta volta dal 2004, Exxon e Conoco portano avanti da mesi una causa multimiliardaria contro Caracas. I troppi rischi potrebbero fare saltare del tutto il progetto.