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 2009  settembre 03 Giovedì calendario

MARINA CASTELLANETA PER PANORAMA 3 SETTEMBRE 2009

Costa caro processare gli immigrati Spese enormi per le traduzioni. Perciò la Ue ha deciso di intervenire

Allarme costi per le traduzioni nei processi in tutta Europa. L’aumento della libera circolazione e dell’immigrazione fa crescere il budget delle spese per la giustizia. E’ quanto risulta dal documento di lavoro presentato dalla Commissione europea l’8 luglio, in vista di una decisione quadro sul diritto all’interprete e alla traduzione nei procedimenti penali. In pratica Bruxelles prova a dettare regole comuni nel settore, partendo dall’analisi dei costi.
Nel 2007 le spese di traduzione dei documenti processuali utili all’imputato, tenendo conto di provvedimenti di circa 30 pagine e di una stima approssimativa del costo che va da 255 a 1.500 euro (calcolata sui procedimenti penali di stranieri), è stata compresa, in Italia, tra 15 e 88 milioni di euro. L’Italia è stata preceduta solo da Regno Unito e seguita da Germania e Spagna. All’ultimo posto Malta. Nel 2007 l’Italia aveva accumulato 59.131 procedimenti penali con stranieri coinvolti, il Regno Unito 112.878, la Germania 255.498 e la Spagna 97.426.
Ma non basta: occorre aggiungere il costo per gli interpreti sia nelle stazioni di polizia sia in tribunale. Nel Regno Unito, nel 2007, si è arrivati a oltre 37 milioni di sterline, in Spagna a 19,48 milioni di euro, in Italia a 11,8 milioni. Spese destinate a crescere, osserva la Commissione europea, con un forte impatto economico sugli stati membri. Aumentano poi i detenuti stranieri. In Italia, secondo i dati del Consiglio d’Europa e riportati dalla Commissione, nel 2007 il 36,5 per cento della popolazione carceraria era costituito da stranieri che scontavano la pena e il 72,5 per cento da detenuti in custodia cautelare.
Di qui la necessità di norme minime comuni agli stati Ue per fissare garanzie minime nei procedimenti penali, partendo dalle traduzioni e dalla presenza di interpreti nei processi. Diritti già previsti per gli imputati dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, secondo la quale ogni persona arrestata deve essere informata al più presto e in una lingua comprensibile dei motivi dell’arresto e di ogni accusa formulata a suo carico. Un diritto, però, applicato a macchia di leopardo, che ha costretto la Corte europea a intervenire in diverse occasioni.
Un intervento in ambito Ue potrebbe far risparmiare agli stati i costi causati dalle condanne ricevute da Strasburgo. Bruxelles vorrebbe arrivare a non tradurre ogni singolo documento, ma solo gli atti che servono all’imputato per avere una conoscenza "sufficiente della causa intentata contro di lui affinché possa difendersi".
Per questo i funzionari europei intendono puntare anche alla qualità proponendosi di fissare i requisiti fondamentali per un’adeguata traduzione