Note: [1] Sergio Rizzo, Corriere della Sera 28/8; [2] Chiara Righetti, la Repubblica 26/8; [3] Alessandro Barbera, La Stampa 20/8; [4] Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 13/8; [5] Gianni Dragoni, Il Sole-24 Ore 27/8; [6] Il Riformista 26/8; [7] Antone, 29 agosto 2009
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 31 AGOSTO 2009
L’Italia ha il record europeo delle piste di decollo. La Francia, grande quasi il doppio del nostro Paese, ha 43 aeroporti, uno ogni 12.651 chilometri quadrati; noi arriveremo presto a 53, uno ogni 5.769 chilometri quadrati. Sergio Rizzo: «Peccato che a tanta densità non corrisponda analoga efficienza. La recente indagine dell’Enac che ha impietosamente svelato i problemi di Fiumicino, il maggiore aeroporto italiano, parla chiaro. Scarsi investimenti, gestioni talvolta approssimative, soprattutto una mancanza generale di strategia nel servizio al cliente, costretto ad aspettare qualche volta ore per il bagaglio, una situazione talmente grave da aver destato allarme perfino a Bruxelles. Quasi come se i viaggiatori, più che una risorsa economica, rappresentassero un peso». [1]
Oltre a quello degli aeroporti, appartiene all’Italia, per la precisione a Fiumicino, anche il record dei ritardi al decollo. [2] Alessandro Barbera: «Fino all’anno scorso la maglia nera apparteneva ad altri aeroporti. Poi nel meccanismo qualcosa si è inceppato. La società che gestisce lo scalo, Aeroporti di Roma, punta il dito contro i problemi di integrazione fra Alitalia ed Air One». [3] Massimo Mucchetti: «L’estate avrebbe dovuto rilanciare la nuova Alitalia all’insegna della qualità. E invece la compagnia di bandiera, dopo il salvataggio tricolore voluto da Silvio Berlusconi, sta rendendo un servizio peggiore di prima. Gli italiani in viaggio per le vacanze avrebbero dovuto scoprire le virtù taumaturgiche della gestione privata e invece sono tentati di pensare che andava meglio quando andava peggio». [4]
A giugno l’aeroporto di Fiumicino è risultato il peggiore in Europa per il ritardo medio al decollo: 20,8 minuti. Barbera: «Nessuno scalo ne accumula di più: Larnaca e Rodi sono a 20,2 minuti, Ciampino a 19,3. Al settimo posto della lista, poco prima di Atene, c’è Pisa (17,9 minuti), all’undicesimo Istanbul (15,7 minuti) al diciassettesimo, una spanna sopra Casablanca, c’è Torino: 13,5 minuti di ritardo. Meno impietosa la lista dei ritardi medi agli arrivi: in questo caso svetta l’aeroporto turco di Dalaman (22,1 minuti), seguito da Rodi, Larnaca, Pisa (quinta con 19,2 minuti). Torino è dodicesima con 14,4 minuti di ritardo, Fiumicino quindicesima con tredici minuti netti». [3]
Normalmente i ritardi possono essere dovuti a varie cause: responsabilità del vettore nella formazione degli equipaggi, nell’assistenza sottobordo, o del gestore aeroportuale nello smistamento bagagli. [3] Rizzo: «Oggi il ritardo è dovuto al ”rifornimento dei servizi di bordo” (aranciata e caffè non sono arrivati in tempo!). Ieri al ”ritardato arrivo dell’aeromobile”, motivazione che offre a ogni viaggiatore l’opportunità di esercitare la fantasia. Qualche volta (è successo a Venezia) capita di aspettare anche un quarto d’ora il pullman per raggiungere il parcheggio dove l’aereo è in attesa di partire. E sempre, inevitabilmente, il comandante si scusa per il ritardo. Ma la responsabilità di chi è? Spesso della compagnia (e la nostra Alitalia-Air One, a giudicare almeno dagli ultimi dati resi noti, ha ancora molto terreno da recuperare). Spesso, però, del gestore dell’aeroporto». [1]
Nel caso Alitalia/Fiumicino, è difficile dividere equamente la responsabilità. Barbera: «Fra le venti tratte peggiori d’Europa per puntualità (a giugno) sei sono in partenza da Fiumicino, una in arrivo. Si tratta però di voli operati in grandissima parte solo da Alitalia: la Roma-Torino ha un ritardo medio di 25,1 minuti ed è seconda per un soffio (25,2 minuti) alla Parigi-Istanbul. Terza è la Roma-Palermo (24,8 minuti di ritardo), quarta la Fiumicino-Malpensa, sesta la Roma-Atene con 23,4 minuti di ritardo. Seguono la Roma-Catania (decima con 19,5 minuti medi persi), la Roma Venezia (diciassettesima con 17,8 minuti) e la Torino-Roma, al ventesimo posto con un ritardo medio di 17,3 minuti a volo». [3]
«Il mio aereo arriva in orario. Ma se la scala per sbarcare i passeggeri arriva dopo un quarto d’ora il ritardo non è colpa mia». «Guardi che lei è responsabile anche della scaletta, perché i servizi di terra sono forniti da Alitalia Airport oppure da Eas, entrambe possedute dall’Alitalia Cai...». Gianni Dragoni: «Il dialogo è avvenuto tra Roberto Colaninno, presidente dell’Alitalia-Cai e Vito Riggio, presidente Enac, in una riunione all’ente di controllo dell’aviazione alle prime avvisaglie di disagi a Fiumicino». [5] Riggio: «La vera criticità sono i servizi sottobordo: se un aereo è in orario ma deve attendere minuti preziosi per caricare i bagagli od ottenere la scaletta all’arrivo, non c’è puntualità che tenga. Qui i casi sono due: o il personale è troppo poco, o c’è una conflittualità latente con la compagnia per gli stipendi troppo bassi». [3]
«Continuano i disservizi legati alla compagnia aerea italiana. Sul volo Fiumicino-Linate arrivano a destinazione solo 5 bagagli su 100» (dal Riformista del 26 agosto). [6] Secondo gli standard internazionali, il 90% dei bagagli dovrebbe poter essere ritirato entro 32 minuti dall’atterraggio dei voli nazionali ed entro 42 minuti per gli internazionali. [4] Nella prima settimana di agosto, a Fiumicino, solo il 46,5% delle valigie imbarcate da Alitalia è stato riconsegnato nei tempi. [7] Lucio Cillis: «A luglio scorso la percentuale di riconsegna dei bagagli entro 32 minuti dall’arrivo per i voli nazionali e entro 42 minuti per quelli internazionali è stata del 64,3%, mentre il totale di Fiumicino senza Cai è pari al 69,6%. Sempre a luglio solo la metà dei bagagli transitati su voli Alitalia a Fiumicino è stato riconsegnato nei tempi fissati dalla carta dei servizi del passeggero, per una percentuale pari al 51%. Il dato appare in calo rispetto al luglio dell’anno scorso, quando la percentuale era pari al 66,4%». [8] Riggio: «Da una prima analisi credo che Adr abbia circa un 5-10% di responsabilità, il resto è da attribuire ai servizi di terra dell’Alitalia». [9]
«Ieri Rocco Sabelli insieme ad altri manager della Cai ha dato una mano al personale di terra di Fiumicino nello smistamento bagagli» (dal Riformista del 2 agosto). [10] La gestione dei bagagli è fatta dalle società di handling, che a Fiumicino sono quattro, tutte indipendenti dal gestore Adr: oltre a due società straniere, ce ne sono due appartenenti a Cai Alitalia, Az Servizi ed Eas (che era di Air One ed è stata comprata insieme all’aviolinea). Dragoni: «I voli del gruppo Alitalia e Air One sono serviti da queste due società. Tra le cause del ritardo nella riconsegna dei bagagli c’è il personale insufficiente». [5] Antonella Baccaro: «Dice una fonte che preferisce l’anonimato: ”A caricare le valigie sui nastri mediamente ci sono tre persone, a turno, per sei ore. Mentre sono 6-7 quelle che caricano i bagagli sui carrelli. Quanto al servizio lost and found (smarrimento bagagli), la media è di tre: pochissime, perché qui fanno servizio molti sindacalisti assenti per i distacchi». [7]
La paga di questo personale (si parla al massimo di 800 euro) negli ultimi anni è scesa a causa del subentro di piccoli concorrenti (Flightcare, Avia Partner) che gareggiando al ribasso hanno peggiorato la qualità dei servizi e i contratti di lavoro. Baccaro: «Tra i problemi emersi in Alitalia, secondo i sindacati, c’è la riduzione dell’orario: la nuova compagnia guidata da Rocco Sabelli, nel rinnovare i contratti, avrebbe compresso gli orari da sei a 4-5 ore ma ogni giorno chiederebbe al personale di allungare i turni o di saltare un giorno di riposo. Una richiesta spesso non accolta (tanti hanno un secondo lavoro), con la conseguenza che alcuni turni, specie nelle ore di punta, rimarrebbero sguarniti». [7]
Di chiunque sia la colpa, i passeggeri non possono più essere ostaggi di queste inefficienze. Riggio: «Capisco i picchi di traffico di questi giorni, capisco le difficoltà a gestire 133 mila passeggeri in un giorno, ma situazioni come quelle che si sono registrate non sono più accettabili per un Paese civile. Sono 5 anni che sempre in certi giorni succedono disservizi gravissimi. E sono 5 anni che lanciamo avvertimenti, comminiamo multe, chiediamo interventi concreti. Forse le 4 società di handling di Fiumicino sono inadeguate. Forse sono organizzate male. Forse c’è un problema di organico, di certo ci sono delle responsabilità che vanno accertate rapidamente». [9]
Per il 16 settembre tutte le compagnie aeree e gli enti coinvolti nei disservizi dell’aeroporto di Roma - dai ritardi alla perdita dei bagagli - sono stati convocati dall’Enac, che in questi mesi ha ripetutamente multato le società che operano al Leonardo da Vinci. [11] Alitalia ha già subito dall’Enac 30 multe a luglio, da 2 mila euro. E altre 30 ne avrà a agosto, per totali 120 mila euro. [7] Il commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani: «Mi domando se una multa da duemila euro può essere dissuasiva». Baccaro: «Proprio per questo il responsabile dei Trasporti ha preannunciato ”l’avvio della procedura per rivedere il regolamento europeo” affinché ”ci siano sanzioni più severe e ci sia una Autorità responsabile in ogni Paese”: un ruolo che in Italia ”può anche essere svolto dall’Enac”, che da tempo sollecita maggiori poteri d’intervento». [12]
Nel settore del trasporto aereo l’Italia ha accumulato un gap enorme rispetto a Paesi europei comparabili (Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna) dovuto prevalentemente all’assenza di una politica industriale di sistema. Fabrizio Palenzona, presidente di Aeroporti di Roma: «Un gap che non può essere addebitato unicamente a uno degli operatori del sistema, sia esso il gestore aeroportuale, il vettore ferroviario, aereo, bensì va ricondotto a questioni di carenza della pianificazione della politica industriale. Occorre insomma un cambiamento radicale nell’approccio al settore. E qualcosa, tra Parlamento e Governo, inizia a intravedersi all’orizzonte». [13] Riggio: «In questi anni abbiamo fatto tante cose che sembravano impossibili, verremo a capo anche di questo. In caso contrario sono pronto a togliere il disturbo. Ne faccio una questione di principio». [9]