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 2009  agosto 22 Sabato calendario

LIBRO MONCALVO SUGLI AGNELLI/4


LA SOCIETA’ OCCULTA DEGLI AGNELLI
Margherita non sapeva nemmeno che esistesse e di che cosa si trattasse. Il primo a parlarle della ”Alkyone Foundation”, cioè la ”Fondazione Alkyone” con sede a Vaduz, è stato incredibilmente Siegfried Maron. Era il marzo del 2003, il momento in cui stava esplodendo la tensione con Grande Stevens. L’avvocato pensò di rabbonire Margherita (...)

(...) e di placare la sua fame di risposte convincenti mandando Maron alla ”Pecherie”. Evidentemente il capo del ”Family Office” della Fiat a Zurigo aveva l’ordine di tenere la bocca cucita e da ”gnomo” della finanza sapeva benissimo che cosa dire e non dire. Il fatto è che, a un certo punto della conversazione, Maron introduce l’argomento riguardante la Fondazione che si trova nel Liechtenstein. Evidentemente è convinto che Margherita ne fosse al corrente, dà per scontato che l’Avvocato gliene avesse parlato. E quindi non ha difficoltà a parlare della ”Alkyone”. Quando si accorge che Margherita non sa quasi nulla, si morde la lingua. Ma è troppo tardi. Si chiude in sé, non dice che cosa esattamente sia la ”Alkyone”, quali beni racchiuda e per quale valore patrimoniale. Ma Margherita è riuscita a carpire un altro interessante particolare: «Maron si è fatto scappare che dentro la ”Alkyone” ci sono quei tre signori, tra cui lui, come ”protettori” e hanno tutti i poteri».

Margherita decide di partire per il Liechtenstein a maggio per cercare di capire meglio e trovare qualche traccia. L’accompagna un suo consulente finanziario. A Vaduz, nella sede della ”Alkyone”, vengono ricevuti da Iwan J. Ackermann, un rappresentante della Fondazione.

«Sì, le strutture della ”Alkyone” sono qui, ma io non sono autorizzato a parlare», dice.

«Da chi non è autorizzato? Chi ha il potere di darle questa autorizzazione?», chiede Margherita.
La scoperta del tesoretto estero

Ackermann ovviamente non risponde. Margherita si trova davanti a una muraglia. Ma riesce a poco a poco a scalfirla. Estrae i documenti che attestano che lei è la figlia e l’erede di Gianni Agnelli, vede che quel nome ha l’effetto di attenuare la iniziale diffidenza e riservatezza, Ackermann chiede un po’ di tempo e va a chiudersi nel suo ufficio. Consulta i documenti chiusi in cassaforte e, quando torna è completamente diverso: si mette sull’attenti, parla e, soprattutto, mostra le carte che ha portato con sé. «Signora Agnelli, mi scusi per quanto è avvenuto prima. Lei, in qualità di beneficiaria dei beni della Fondazione è autorizzata a esaminare le carte. E io ho il dovere di darle tutte le informazioni che desidera», si giustifica Ackermann.

Mostra lo statuto, il regolamento, l’elenco delle partecipazioni.

La lettura dei documenti non lascia dubbi: la ”Alkyone” può essere considerata il contenitore o uno dei contenitori di alcuni beni personali dell’Avvocato. Emerge dalla carte che la Fondazione ha il controllo di tre società: Calamus, FIMA e Springrest. Per l’esattezza possiede il 100% della ”Calamus Trading Ltd” (che a sua volta è proprietaria del totale della ”FIMA Finance Management Inc.”), e il 50% della ”Springrest Inc.”. Non si hanno notizie di chi controlli l’altra metà. Altre due società, in uno scalino inferiore di questa piramide, sono ”SIGMA Portfolio Corp.” e ”Sikestone Invest. Corp.”. Gli atti della ”Alkyone” contengono anche i certificati di costituzione di queste società BVI, così indicate perché sono state aperte nelle British Virgin Islands.

La ”Alkyone” risulta costituita nel 2001, ma queste BVI esistevano già parecchi anni prima. L’atto di nascita della ”Calamus Trading Ltd.” Infatti porta la data del 15 agosto 1989. La ”FIMA” è nata un mese prima, il 13 luglio 1989. La ”Springrest Inc.” invece è stata inventata e creata il 22 ottobre 1987. Gli atti costitutivi di queste BVI risultano emessi e registrati nell’isola di Tortola. Qualche anno più tardi nelle stesse isole verranno registrate altre due società riconducibili all’Avvocato: la ”SIGMA Portfolio Corp.”, creata il 15 marzo del 1999, e la ”Sikestone Invest Corp.”, nata il 4 gennaio 2000.
«Mia madre non mi dice nulla»

Torniamo in Liechtenstein. La ”Alkyone” viene creata dall’Avvocato il 16 marzo 2001, due giorni dopo il suo ottantesimo compleanno e poco meno di due anni prima di morire. La sede è a Vaduz, in Aulestrasse 74. L’Avvocato aveva scoperto quel paradiso fiscale tra la Svizzera e l’Austria dieci anni prima allorché nel 1991 aveva creato una ”Stiftung” che si può considerare la ”madre” della ”Alkyione”. Dopo aver fondato quest’ultima, nel 2001, scioglie la ”Stiftung” e sposta dentro la ”Alkyone” proprio quelle tre società aperte nelle Isole Vergini più di dieci anni prima. In aggiunta ci sono anche le più recenti SIGMA e Sikestone. Il nome scelto per la Fondazione è probabilmente legato alla residenza di Gianni e Marella a St. Moritz: Chesa Alcyon.

Quello stesso giorno il ”board” della Fondazione fissa le proprie regole e le divide in due parti, scritte in inglese: ”Regulations” e ”Supplementary Regulations”. Il primo documento è di poche righe, quella paginetta porta in calce due sigle: le iniziali ”G.A.” e ”M.A.C”, cioè Marella Agnelli Caracciolo.

I quattro punti dicono: il primo beneficiario della ”Alkyone Foundation” è: Donna Marella Caracciolo in Agnelli, Chesa Alcyon, Via Clavadatsch n. 7, CH-7500 St. Moritz”. In caso di morte del primo beneficiario il successivo beneficiario del capitale e degli utili è: suo marito, Avv. Gianni Agnelli. In caso di precedente decesso del secondo beneficiario, Avv. Giovanni Agnelli, i diritti del primo beneficiario saranno limitati all’usufrutto degli assets della Fondazione. In caso di morte del primo e del secondo beneficiario, tutti i diritti relativi al capitale e agli utili della Fondazione passeranno alla loro figlia Margherita Agnelli in de Pahlen, nata il 26.10.1955. Le disposizioni testamentarie di un beneficiario non hanno effetti per ”Alkyone Foundation”.

Margherita ha la conferma del motivo per cui Ackermann ha deciso di parlare: lei è tra i beneficiari. Legge bene quel passaggio e pensa immediatamente: «Mia madre sapeva tutto di questa Fondazione. Ha siglato il Regolamento e questo significa che era presente al momento dell’atto. Sapeva che ero tra i beneficiari e non mi ha detto nulla. Perché? Che cosa mi si voleva nascondere?».

Il consulente di Margherita interrompe i suoi pensieri e le fa notare le due righe finali. Lei rilegge e pensa: «Se le disposizioni testamentarie di un beneficiario non hanno effetti per ”Alkyone” questo significa che se io non avessi scoperto tutto questo mia madre avrebbe potuto nascondere a me o ai miei figli questi beni al momento della sua morte? Perché questo documento impedisce a mia madre di lasciarmi questi beni?».

Margherita si pone un altro interrogativo: «Qualora papà e mamma fossero scomparsi contemporaneamente e io fossi stata la beneficiaria, ammesso che fossi venuta a conoscenza di questa Fondazione, per quale ragione non avrei potuto lasciare questi beni ai miei figli e a mio marito al momento della mia morte?».
Mezzo patrimonio a Margherita

La sostanza di queste ”regole” infatti è chiarissima. I due coniugi, Gianni e Marella, sono reciprocamente beneficiari – nel caso di morte dell’altro coniuge – dei beni, del capitale, degli utili della ”Alkyone”. Con una importante differenza. Se la prima a morire fosse stata Donna Marella, Gianni avrebbe fruito appieno di questo beneficio. Ma se il primo a morire fosse stato Gianni, come in effetti è stato, Donna Marella non sarebbe stata beneficiaria in modo totale ma solo dell’usufrutto degli assets della Fondazione. In caso di morte di Gianni e di Marella, tutti i diritti relativi al capitale e agli utili della Fondazione passano alla figlia Margherita. importante notare che per Margherita il beneficio non è limitato solo all’usufrutto, come per la madre, ma a tutto il capitale e agli utili. Infatti il punto 4 prevede che anche nel caso in cui Gianni, che non lo ha fatto, o Marella – e questo ovviamente lo si saprà solo dopo la sua scomparsa – lasciassero disposizioni testamentarie riguardanti la ”Alkyone”, questi loro legati non avrebbero effetti.

Queste clausole, specialmente la numero 3 e 4, per la legge italiana non hanno alcun valore. Non importa che siano state firmate e fissate nel territorio del Liechtenstein e che la ”Alkyone” non abbia sede nel nostro paese. La giurisdizione, per quanto riguarda il diritto successorio, è quella della cittadinanza degli interessati. In sostanza, i quattro punti riguardanti i beneficiari, fissati nel momento in cui uno dei tre era ancora in vita, stabiliscono che Donna Marella Agnelli, dopo la morte del marito, beneficia dell’usufrutto degli assets della ”Alkyone”. Ma, per la legge italiana, i beni, gli utili, gli assets della Fondazione devono essere divise tra le due legittime eredi, cioè Marella e Margherita.

Non solo, ma Margherita, per quanto riguarda i beni e gli utili della ”Alkyone”, di cui la madre beneficia dell’usufrutto fino alla propria morte, ha il diritto che il patrimonio della Fondazione rimanga inalterato, non venga alienato, venga amministrato e gestito in modo da non subire danni o alterazioni negative dato che sarà lei, al momento della morte anche della madre, a entrarne in pieno e legittimo possesso. Come previsto dal punto tre, come previsto indubitabilmente da suo padre.

Non ci sono dubbi quindi che metà del patrimonio della ”Alkyone” appartiene comunque a Margherita, fin dal momento in cui suo padre è morto, dato che si trattava di un bene di suo padre e dato che lei è una delle due coeredi. Marella è la proprietaria dell’altra metà della ”Alkyone”: si badi bene, la proprietaria, e non l’usufruttuaria, poiché la disposizione del ”Regolamento” della Fondazione che le attribuisce l’usufrutto e non la proprietà, non vale per il diritto successorio italiano.

Proseguendo nella lettura del documento Margherita ha un sobbalzo: quelle carte fanno entrare in scena Gabetti, Grande Stevens e Maron. Dopo aver indicato i beneficiari, il board della ”Alkyone Foundation” fissa le ”Supplementary Regulations” che consentono di avere chiara la situazione di chi amministra quei beni. Anche qui i punti sono quattro.
I protettori di Torino

Il primo indica l’ordine di coloro che sono nominati come ”Protettori” di ”Alkyone Foundation”: Giovanni Agnelli, nato il 12 marzo 1921 a Torino, domiciliato in Strada San Vito 256, Torino; Gianluigi Gabetti, nato il 29 agosto 1924 a Torino, domiciliato in Rue Jean Calvin 14, 1204 Ginevra; Franzo Grande Stevens, nato il 13 settembre 1928 a Napoli, domiciliato in via Del Carmine 2, Torino; Siegfried Maron, nato il 6 gennaio 1953 a Basilea, domiciliato in Hummelbergstrasse 94, CH-8645 Jona.

I loro poteri e le loro obbligazioni sono così fissati: «I Protettori sono autorizzati a dare istruzioni vincolanti al ”Board of Foundation” sulle operazioni di modifica degli statuti, trasferimento della sede della Fondazione, liquidazione della Fondazione, annullamento, modifica o emanazione di un nuovo Regolamento, amministrazione e gestione degli assets della Fondazione, esecuzione delle distribuzioni ai beneficiari». Le istruzioni che i ”protettori” possono dare al ”Board of Foundation”, sono: Giovanni Agnelli è autorizzato a dare personalmente e senza restrizioni ogni istruzione vincolante. In caso di impedimento o di morte di Giovanni Agnelli, gli altri Protettori sono congiuntamente in due autorizzati a dare istruzioni al ”Board of Foundation”. In caso di assenza o dimissione di un protettore, il ”Board of Protectors” sarà completato mediante cooptazione. L’ordine di successione, di conseguenza, è il seguente: le due persone vive e capaci, indicate nella Sezione 1, saranno sempre autorizzate a dare congiuntamente in due istruzioni al ”Board of Foundation”. E, infine, la regola che fa sobbalzare ancora una volta Margherita: «Queste ”Regole Supplementari” e anche i Protettori devono restare rigorosamente segreti».

Margherita dunque vede confermati i suoi sospetti: nello statuto è previsto che Gabetti, Grande Stevens e Maron abbiano il potere di gestire anche ”in assenza di Gianni Agnelli”. E cioè anche dopo la sua morte. Margherita intravede anche una ”spiegazione” anche per quanto riguarda la ”reticenza” dei tre ”protettori”: sia le ”regole” che i loro nomi, infatti, devono restare rigorosamente segreti”. Ma ora non lo sono più.

Due settimane dopo essere state fissate, le nuove regole della ”Alkyone Foundation” erano state registrate. Al documento, questa volta scritto in tedesco, viene allegato anche lo Statuto firmato dalla ”Fondatrice” della ”Alkyone”, la ”Prokurations-Anstalt”, una di quelle società che a Vaduz mettono a disposizione le ”scatole” da riempire in quel paradiso fiscale e si occupano di quanto è connesso agli adempimenti previsti dalla legislazione locale.
«A sua disposizione»

Il capitale è di appena 30.000 franchi svizzeri, il minimo previsto, tre sono le persone fisiche di riferimento indicate: Angelica Moosleithner-Batliner, Norbert Marxer e Iwan J. Ackermann, tutti residenti a Vaduz. Oggetto della Fondazione è il seguente: «Il pagamento delle spese di educazione e formazione nonché il sostegno e il mantenimento generale dei membri di una o più famiglie determinate, e la realizzazione dello stesso oggetto. Inoltre, nel quadro del regolamento la Fondazione può procedere alla distribuzione di prestazioni ad altre persone fisiche o morali, a istituzioni, eccetera. La Fondazione non esercita alcuna attività commerciale, ma è autorizzata, nel quadro della gestione del patrimonio, a portare a conclusione tutti gli affari giuridici connessi alla realizzazione del suo obiettivo».

Alla luce della vicenda ereditaria di Margherita, è importante l’articolo 9 dello Statuto: «Diritto di informazione dei beneficiari», e Margherita è una di questi: «I beneficiari sono autorizzati a chiedere al Consiglio della Fondazione di fornire le informazioni riguardanti i loro diritti e l’estensione dei loro diritti di beneficiare nonché la situazione e gli investimenti della parte riguardante il patrimonio».

Ecco perché Akermann ha avuto bisogno di consultare le carte prima far leggere i documenti a Margherita ed ecco anche perché alla fine glieli ha fatti leggere e fotocopiare. Dato che Margherita non ha mai ricevuto informazioni sulla ”Fondazione Alkyone”, né sul patrimonio, né sulla sua gestione, in qualità di beneficiaria ha tutto il diritto di chiedere informazioni e di averle. Viene da domandarsi come mai Gabetti, Grande Stevens e Maron non abbiano mai ottemperato a questa disposizione dello Statuto della Fondazione e come mai continuino a non farlo.

Da quel giorno di primavera del 2003 le uniche informazioni che Margherita ha sulla ”Fondazione Alkyone” sono quelle emerse dall’incontro con Iwan J.Ackermann.

Al termine, Margherita chiede che Ackermann prepari un memorandum e glielo invii al più presto. Il 7 maggio arriva un fax a Margherita con un dettagliato pro-memoria. Il report è di due pagine, divise in sei punti, su carta intestata ”Alkyone Foundation”. Viene allegato lo schema grafico delle partecipazioni di ”Alkyone”. I tre amministratori precisano che, per quanto riguarda la ”FIMA”, non sono mai stati (’né io né altri miei colleghi e partners”) membri del board dei direttori”. Il potere del ”board” consiste nell’amministrare i proventi dei vari beni (interessi che maturano sul capitale, revenues, profitti netti dei vari assets). Il board, tuttavia, può delegare alcuni diritti e duties a un terzo, ad esempio banche o altri professionisti”. La lettera di Ackermann si chiude con la massima disponibilità nei confronti di Margherita: «Nella nostra carica di membri del board delle rispettive corporations disponiamo di tutti i documenti. naturale rivelare a lei tali documenti tutte le volte che lo richiederà. Inoltre, lei può chiedere un certificato di buona reputazione che saremmo in grado di fornirle». E infine: «Spero che queste informazioni siano sufficienti per gli scopi che lei si prefigge. Se lei ha ulteriori richieste o chiarimenti la prego di non esitare di contattarmi».

(4/ continua)