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 2009  agosto 25 Martedì calendario

Bernanke ha troppa fretta di assolvere se stesso dopo gli svarioni sulla crisi- A gennaio Ben Bernanke potrebbe essere confermato presidente della Federal Reserve Usa

Bernanke ha troppa fretta di assolvere se stesso dopo gli svarioni sulla crisi- A gennaio Ben Bernanke potrebbe essere confermato presidente della Federal Reserve Usa. Ma, a scopo preventivo, sembra stia già preparando la sua personale versione della storia economica. In un discorso tenuto in occasione della conferenza globale dei banchieri centrali a Jackson Hole, Wyoming, ha dato la colpa della crisi agli investitori, elogiando - guarda caso - i banchieri centrali per la loro reazione. Il resoconto di Bernanke inizia sorvolando su un grande errore: la riunione dell’anno scorso è avvenuta settimane prima del crollo di Lehman Brothers. Bernanke ha disinvoltamente giustificato il fatto che allora non si parlò di quanto stava per accadere: «non siamo stati in grado di valutare perfettamente» la situazione, ha detto. A suo avviso, le cose sarebbero precipitate così rapidamente per il nervosismo degli investitori: la crisi ha mostrato «alcune caratteristiche del panico». Questa descrizione la fa convenientemente passare liscia agli esperti in previsioni economiche: i cambiamenti d’umore non sono prevedibili. Per Bernanke i banchieri centrali sono stati degli eroi. Di fronte a orde irrazionali hanno fornito liquidità e adottato molte politiche innovative. La sua valutazione non è del tutto sbagliata. Ma come documentazione storica è incompletai. Uno dei motivi per cui la Fed non ha previsto l’incendio finanziario è l’incomprensione delle dinamiche interne del sistema. Un resoconto completo della crisi darebbe la colpa ai tassi di interesse tenuti troppo bassi per troppo tempo, alla debole supervisione dei prestiti e a un atteggiamento eccessivamente indulgente verso l’innovazione finanziaria. A chi ha sparso cherosene non si dovrebbe dare molta fiducia come pompiere. Gli ultimi errori indicano che Bernanke è intempestivo nell’elogiare la decisiva reazione dei banchieri centrali. Con tassi della politica monetaria ultra bassi e il fortissimo supporto al mercato, le banche centrali sono entrate in un territorio sconosciuto. E le conseguenze negative - elevata inflazione, una debole ripresa o addirittura un’altra crisi finanziaria - potrebbero innescare un’altra ondata di panico.