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 2009  agosto 24 Lunedì calendario

COME INCASSARE IL PREMIO (EVITANDO STUFE E POSTINI)


ROMA – Più di due milioni al centi­metro (centimetro!) quadro, una quota­zione che nemmeno a Portofino. E infat­ti. Non trattasi di supervilla con piscina ma di quel pezzettuccio di carta che da sabato sera mister Superenalotto venera come una reliquia di sant’Antonio. Otto centimetri per otto con avvertimento mi­natorio sul retro: «Questa ricevuta è stampata su carta termica. Non espone­tela a fonti di calore o a umidità». Ecco, consoliamoci così. Mister Superenalotto pensava di aver risolto tutti i suoi guai in una sera. E invece no, è adesso che comincia lo slalom che da Bagnone lo porterà al jackpot più alto della storia. Problema numero uno: dove nasconde­re la ricevuta? Il materasso no (fonte di umidità) sotto la tv no (fonte di calore), il portafoglio boh, perché vicino ad altri pezzi di carta potrebbe stingere come uno scontrino del bar. Per il momento si legge ancora bene. Soprattutto l’ultima riga: «Conservate la ricevuta con cura poiché è il documento indispensabile per l’incasso delle vincite». Brivido: si perde quello, si perde tutto. Anzi, come avverte il regolamento della Sisal quel pezzettino di carta è per legge un «titolo al portatore». Chi lo ha in mano è il vin­citore e se la mano è quella di un ladro o di un parente serpente non c’è nulla da fare. La dea è bendata, la Sisal pure.

Cassaforte, allora? No, la cosa miglio­re è consegnare subito la ricevuta alle au­torità preposte. Ma anche qui mister Su­perenalotto deve usare calma e gesso. Il regolamento dice che entro 90 giorni de­ve essere «inoltrata all’ufficio premi». D’accordo, ma inoltrata come? Le possi­bilità sono tre. La prima è infilarla in una busta, lasciarla cadere fischiettando nella buca delle lettere all’angolo e confi­dare nell’onestà del servizio postale tut­to. Anche con la Royal mail mister Supe­renalotto sarebbe da interdire. La secon­da è andare di persona alla Sisal: conse­gna sicura ma addio all’anonimato, con parenti e amici in fila davanti casa per chiedere l’aiutino. A mister Superenalot­to non resta che il notaio: sarà lui a con­segnare il tagliando insieme ad una foto­copia della carta d’identità. L’anonimato è salvo, il portafoglio meno: la parcella può arrivare anche al 3 per cento della somma. E per il notaio è un bel 5+1. So­luzione numero tre, allora. Ma mister Su­perenalotto non ha ancora finito il suo slalom. Dove deve andare questo bene­detto notaio? La Sisal di sedi ne ha due: bisogna scegliere tra Milano, via Alessio di Tocqueville 4, e Roma, via Sacco e Vanzetti 89. Milano o Roma, Tocqueville o Sacco e Vanzetti, Democrazia in Ameri­ca oppure anarchia in America? Ecco, forse mister Superenalotto sta comin­ciando a dare i primi segni di squilibrio. Ma deve scegliere: Milano è la sede prin­cipale e da Bagnone è più vicina; Roma è la sede numero due ed è anche più lon­tana. Per chi vuole seminare gli insegui­tori la soluzione più logica non è sem­pre la migliore.

Ricevuta consegnata, il notaio ha fat­to una telefonata in codice che non si sa mai. E adesso, si spende e si spande? Pia­no, ci sono ancora due mesi prima di in­cassare il malloppo. Nei primi 30 giorni è possibile presentare ricorso. Non è mai successo ma mister Superenalotto rischierà l’infarto lo stesso. Si può conso­lare, però, quei due mesi non passeran­no invano: saranno calcolati gli interessi legali, nel suo caso 250 mila euro. Bricio­le (per lui). I due mesi sono passati, e adesso i soldi come arriveranno? In teo­ria ci sarebbe l’assegnino ma la somma è troppo alta. Meglio il bonifico. E se mi­ster Superenalotto si dimentica di dare al notaio il suo codice Iban? C’è la pena­le, magari quelli della Sisal fanno storie, la cifra è così alta, se la multa è in per­centuale... Calma, mister Superenalotto: bonifico di un euro o da 147 milioni la penale è sempre quella. Un euro. Mica sei già diventato tirchio?