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 2009  agosto 24 Lunedì calendario

IL SINDACO "JACKPOT" «SO CHI HA VINTO IL SEI E GLI CHIEDO UN MILIONE»


Gianfranco Lazzeroni, 47 anni, sindaco di Bagnone, complimenti. Sa che si dice, vero? Lei è l’unico del centrosinistra a vincere in Italia. Al Superenalotto, però...

«Bella questa. Ma non me la cavo male nemmeno in politica. Qui sono al secondo mandato, appena rieletto».

Già, sindaco del Pd nel paese che per primo nella storia, in Toscana, ha avuto un sindaco di An (Piero Pierini) a metà anni Novanta. E paese che, negli anni Sessanta, ha festeggiato un cittadino diventato onorevole, Andrea Negrari della Dc.

«Ma la mia è una lista mista, non siamo politicizzati».

E ora parliamo di Superenalotto. Sindaco, domanda originale: chi ha vinto?

«No, non lo so».

Vabbé, approfondiamo meglio più avanti. La seconda domanda che le hanno fatto più spesso in queste ora quale è?

«Cosa faremo adesso, come ci organizzeremo. E rispondo che dobbiamo sfruttare questa grande occasione per investire nel turismo, rilanciare il paese e...».

Già, vi siete subito organizzati: giunta straordinaria al mattino poi una conferenza stampa di promozione turistica, forse esagerata. Si è finito a parlare soprattutto di Madonna, del castello, delle cipolle...

«Ma c’è in gioco la nostra comunità, abbiamo bisogno di pubblicità. Questa è un’opportunità unica, dobbiamo trarne dei vantaggi. Il paese è bello, la zona anche».

Molto affascinanti questi posti, verissimo. E da visitare. Ma ora qui si parla di altro, di Superenalotto. Torniamo a sabato sera, ora di cena. Dove era il sindaco?

«Alla festa del Pd, più di trecento persone. Al mio tavolo c’è Vittorio, amico di sempre e professionista dello scherzo. Sento dire da un tizio della supervincita, che tutti parlano di Bagnone e bla bla bla e guardo Vittorio: ”Tutto questo è opera tua, vero?”. Lui sbianca. ”No, Gianfranco, questa volta non c’entro. Giuro”».

Quando ha capito che non era una burla. Da dove è arrivata l’ufficialità?

«Dal Perù».

Come ha detto?

«Dal Perù. Squilla il cellulare, è mia cognata Monica dal Sudamerica, è là perché sta adottando un bambino. Si complimenta: ”Gianfranco, chissà che festa farete”».

Prima reazione?

«Capisco che è un momento storico e decido di cambiare il discorso di chiusura della festa. Dovevo dire le solite cose di circostanza e invece vado a braccio. Improvviso».

Parlando del futuro e delle opportunità turistiche, naturalmente.

«Già, che dovevo dire? Ma anche spiegando i segnali positivi di questo paese nell’ultimo anno, le cose belle che ci sono accadute. Sì, ci meritavamo un momento così di gloria».

A quali segnali si riferisce?

«Una bimba di dieci anni ha subito con successo un trapianto di cuore. Poi tante iniziative andate a buon fine come il Festival Opera Barga».

Torniamo a sabato sera. Finito il discorso che ha fatto?

«Vado in piazza e c’è tutto il paese, festa, clacson, cori».

Scusi, e non ha controllato la sua schedina?

«Mi creda, questa volta non avevo giocato. il vigile Pierluigi quello che gioca spesso. Ma non è lui il vincitore, lo so per certo».

Già, e chi allora? Si fanno nomi, ipotesi, probabilità. Qualcuno parla anche di un prete. C’è chi dice don Marco; chi don Claudio, il parroco albanese della frazione qui vicina.

«Ho sentito di don Claudio. Ma lo conosco bene, non è uno che scommette».

Però sarebbe meraviglioso, una sorta di remake moderno di Don Camillo e Peppone...

«Vuole ridere? Siamo amici e tre anni fa abbiamo organizzato insieme una gita culturale proprio a Brescello!».

Ok, escludiamo il prete. Ma...

«Guardi, il nome non lo so proprio. Però voglio fare un annuncio ufficiale. Questo nuovo ricco ci dia una mano per sviluppare il paese».

Troppo generico. Entriamo nei dettagli.

«Abbiamo una serie di progetti già partiti grazie a sovvenzioni. A parte uno: il Palasport, costruzione anni ”60 che ha bisogno di una modernizzazione a livello di sicurezza».

Via, facciamo delle cifre.

«Un milione di euro e siamo a posto. Ma voglio andare oltre».

Cioè?

«Propongo al vincitore di non toccare il capitale. La mia idea è questa: fare un mutuo in cui ci garantisce una parte degli interessi. Così, senza accorgersene, negli anni, ci potrebbe aiutare con interventi anche superiori, fino a dieci milioni di euro».

Beh, così però dovrebbe uscire allo scoperto.

«Ho pensato anche a questo, basterebbe appoggiarsi a un istituto di credito. Domani elaborerò un programma dettagliato. Poi ci sarà solo da aspettare. E sperare».

Scusi, un’obiezione. Ma perché siete così convinti che il vincitore sia proprio un cittadino di Bagnone?

«Ci fidiamo delle dichiarazioni di Vanni Simonetti, il gestore del bar fortunato».

Potrebbe essere un bluff! Perché quel sorriso?

«Vuole la verità?»

Dica.

«Per me il vero indiziato è lui».

Oplà. E perché?

« un grande cercatore di funghi, sa come sviare le persone e come fingere. Qualcosa non mi torna...».

Interessante. E nei numeri usciti non ci legge qualche legame con lui o con il paese?

«Le confesso che non li ho ancora visti...».

10, 11, 27, 45, 79, 88.

«Mi faccia pensare. Boh. il 10 sono gli anni della bambina trapiantata. L’11 il mese in cui sono nato io. Il 27 l’anno di nascita di mio padre. No, però, non mi guarda così! Si fidi, non sono io il miliardario...».