Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 24 Lunedì calendario

IL 740 DELL’AVVOCATO


C’è lo scudo e anche lo spadone. Il Fisco è armato di tutto punto per combattere l’evasione, il problema semmai è quello di scendere sul campo di battaglia. Il governo punta a far rientrare i capitali e nello stesso tempo colpire chi quei capitali li ha tenuti all’estero per non pagare le tasse in patria. L’eredità Agnelli (...)

(...) rischia di diventare un caso da manuale perché è finita sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate dopo che la guerra in famiglia ha acceso un faro sui beni all’estero dell’Avvocato, che non erano compresi nel testamento. Una sorpresa non solo per Margherita Agnelli, la figlia di Gianni, definita da Umberto «l’unica erede», ma anche per il Fisco.

Due miliardi di euro detenuti oltreconfine sono una cifra enorme, una valanga di soldi che probabilmente senza la disputa familiare sarebbe rimasta nei caveau segreti di qualche paradiso fiscale e nelle scatole cinesi che l’ingegneria finanziaria progetta proprio a questo scopo. Ma così non è stato e oggi la macchina del fisco lavora a pieno regime per ricostruire i passaggi patrimoniali e redittuali dell’Avvocato e delle sue società.
La storia

Gianni Agnelli prima, e dopo la sua morte i suoi fedelissimi collaboratori Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, curavano il patrimonio di una fondazione con sede a Vaduz, in Lichtenstein, la ormai celeberrima Alkyone. Il primo punto da appurare è se la fondazione sia un semplice castello di carte, tipico delle ”estero-vestizioni”. Il Fisco dovrà accertare preliminarmente questo punto. Agnelli non risiedeva certo all’estero, ma sulla verdeggiante collina torinese, era pure senatore a vita. Marella risiedeva in Svizzera, ma dalle carte dei professionisti la preoccupazione – come rivelato da Libero – era grande visto che si scrivevano memorie tecnico-giuridiche perfino sulla presenza in Italia dei cani e della servitù. Dalla lettura delle carte e dalle dichiarazioni di Margherita Agnelli, dai memoriali, emerge che il patrimonio di Alkyone è nella piena disponibilità dell’Avvocato e dei suoi collaboratori italiani. La fondazione dunque non è autonoma, continua a dipendere dalle volontà degli stessi soggetti che l’hanno creata. Soggetti italiani. chiaro che il Fisco di fronte a una situazione di questo tipo ha il dovere di indagare e cercare la prova. Se l’Agenzia delle Entrate accerterà che siamo di fronte a un caso di ”estero-vestizione” e dunque smonterà il castello di carta, a quel punto il passaggio sul Modello Unico dell’Avvocato e in particolare sul temutissimo quadro RW sarà automatico.
La svolta

Uno snodo fondamentale di questa intricatissima matassa diventerà appunto il Modello Unico, l’evoluzione del 740, il tirannosaurus rex del Jurassic Park fiscale. Perché il quadro RW è così temuto? Fondamentalmente perché costringe il contribuente a esporre in pubblico – cioè allo Stato – i suoi beni e movimenti di capitali all’estero. Figlio del patto di Maastricht e della globalizzazione dei mercati finanziari, il quadro è un semplice elenco che condensa il patrimonio e i redditi oltreconfine. La sua finalità teorica è chiara: serve a evitare occultamenti di ricchezza e di imponibile oltre che a scoraggiare l’esportazione di valuta. Se gli elementi indicati non corrispondono alla realtà, scatta l’accertamento, con tanto di sanzioni e interessi.

Ecco l’undicesima domanda di Libero: Agnelli quel quadro l’ha mai compilato?